Venghino, signori venghino. Qui dove la raccolta differenziata è un optional: basta gettare tutto insieme, senza troppe preoccupazioni. Chi ce lo fa fare, del resto? Forio si riscopre il paese degli sporcaccioni. O meglio: il paese in cui l’amministrazione e la ditta che si occupa di nettezza urbana, la Ego Eco, proprio non riescono ad invertire un trend largamente negativo. Quanto negativo è presto detto, e c’è da arrossire per la vergogna: nella graduatoria dei Comuni Ricicloni 2015, stilata da Legambiente per l’undicesima edizione, il comune del Torrione si è classificato al 382esimo posto su 385 comuni in graduatoria. Imbarazzante, soprattutto se consideriamo la vocazione turistica di Forio, che dovrebbe quanto meno suggerire un’attenzione particolare all’ambiente e alla nettezza urbana. E invece è arrivata proprio ieri, a margine della cerimonia che ha visto premiata Bacoli come prima città riciclona della Campania con l’82,52% di raccolta differenziata Forio finisce dietro la lavagna. O peggio, se preferite. Non che sia andata particolarmente bene agli altri, a dire il vero, in un panorama di fronte al quale buona prassi sarebbe porsi qualche domanda.
Ma andiamo per gradi, tenendo anzitutto presente che il 65% di raccolta differenziata sarebbe obbligatorio per legge. E in effetti nel Dossier 2015 di Legambiente vengono definiti “ricicloni” tutti i comuni che hanno raggiunto e superato la percentuale di raccolta differenziata del 65%, mentre per stabilire la classifica generale e la premiazione è stato definito un metodo di valutazione che tiene conto oltre che della percentuale di raccolta differenziata raggiunta dai comuni nel 2014, anche della valutazione delle Buone pratiche adottate dagli stessi.
Al sessantanovesimo posto Procida, con il 68% della raccolta differenziata. Riciclona a tutti gli effetti, desolatamente unica nel panorama delle isole del Golfo.
Prima a sorpresa tra i Comuni dell’isola d’Ischia Casamicciola Terme, con il 53% della raccolta differenziata (ma con un indice IPAC di prestazione ambientale particolarmente favorevole), alla posizione numero 190 della classifica generale. Quindi, alla posizione numero 202 (la numero 50 dei Comune “cattivi”), il Comune di Barano d’Ischia (con il 64%): un risultato che, ancorché insufficiente a qualificare il territorio dei Maronti nella lista dei virtuosi, è certamente da considerare positivo.
A seguire da Ischia, 220esima nella classifica generale, con il 53%, dato pericolosamente in diminuzione negli ultimi anni. Posizione numero 364 per Serrara Fontana, con appena il 24% di raccolta differenziata. Il 26%, con un indice Ipac desolante, vale invece a Forio il trecentottanduesimo posto sui 385 che hanno fornito dati completi, 230esima su 233 tra i Comuni al di sotto del 65%.
Non ha fornito dati completi, invece, Lacco Ameno (che si attesterebbe tuttavia intorno al 44% di raccolta differenziata), insieme con altri trentadue comuni campani e 120, quasi tutti in provincia di Avellino, che non hanno proprio inviato dati.
Altre curiosità: i comuni capresi. Anacapri si è classificato all’ottantacinquesimo posto con il 65% di raccolta differenziata, molto meglio di Capri, 192esima col 52%.
E il mortificante dato della raccolta differenziata a Forio non ha mancato di scatenare reazioni tra la cittadinanza. Denunciato dapprima dall’attivissimo Dario Comegna, particolarmente attento sulle tematiche ambientali, il flop foriano ha indotto Vito Iacono, consigliere comunale di minoranza – a un accorato j’accuse: «Penso che il risultato sia sola ed esclusiva colpa dell’amministrazione locale. E’ un risultato che offende la sensibilità di un popolo civile che fa la differenziata ma poi non sa dove vanno a finire i rifiuti che sapientemente selezionano. Inoltre – aggiunge – è gravissimo che il Consiglio Comunale da mesi, nonostante le mie sollecitazioni e richieste di inversione dell’ordine del giorno non approvi il regolamento sul compostaggio domestico che comporterebbe una contrazione dei costi nel conferimento in discarica ed una minore puzza per le nostre strade!».
Un condivisibile allarmismo di fronte al quale, tuttavia, neanche gli altri comuni delle nostre isole possono dirsi al riparo. Anche perché, come si legge nel dossier di Legambiente, «solo avvantaggiandoci rispetto alle politiche e alle strategie per la sostenibilità che si sono definite e progressivamente si vanno delineando nello scenario europeo e nazionale potremo rimettere in marcia l’economia campana e puntare sui suoi eccezionali punti di forza e le sue eccellenze, di cui la qualità del territorio e dell’ambiente sono costituenti primari». Ecco, appunto.
Chissà perchè di questo argomento si discute e si polemizza solo quando vengono pubblicati dati statistici: è sotto gli occhi di tutti, tutto l’anno, lo spaventoso degrado ambientale e civico del nostro comune.
Mi occupo di questa questione da molti anni, ho discusso con varie amministrazioni, ho organizzato incontri pubblici e promosso interventi di esperti sul tema… L’atteggiamento delle amministrazioni, nel tempo sempre più deludente, mi fa concludere che la questione non è all’ordine del giorno semplicemente perchè la cittadinanza non è sensibile al problema, se lo fosse sarebbe difficile “resistere” alla pressione di più di 15mila persone…
e chi si meraviglia? Come si fa una raccolta differenziata se umido ed indifferenziato finiscono nello stesso camion?