Massimo Coppa | Come ogni anno, a maggio arriva il tormentone delle cosiddette “Bandiere Blu”. E’ incredibile come questo “istituto” resista al tempo ed alle mode, splendendo sempre di seriosa luminosità ed austera credibilità: anche se bisogna sottolineare che la ricaduta mediatica non è più quella assai voluminosa che si registrava fino a qualche anno addietro; segno che anche i mass media hanno ridimensionato l’importanza di questo simbolo.
Però è probabilmente vero che, nell’immaginario collettivo, esso resista ancora: per una località turistica è quindi meglio ricevere una “Bandiera Blu” piuttosto che no. Tuttavia quello che vorrei chiarire (ma lo faccio già da tempo) è che, da un punto di vista puramente oggettivo, ottenere una “Bandiera Blu” o non ottenerla non ha nulla a che fare, realmente, con lo stato del mare.
Sono quasi quarant’anni che subiamo questa iattura delle “Bandiere Blu”, vale a dire i contrassegni che teoricamente certificano la qualità delle acque di balneazione delle località costiere e consacrano queste ultime, quindi, agli onori delle cronache. O, al contrario, all’inferno dell’ignominia, qualora ricevano meno bandiere rispetto all’anno precedente o non ne ricevano affatto.
Come ogni anno, anche stavolta c’è una polemica: e la facciamo proprio noi, da Ischia, lamentandoci della mancata assegnazione del “prestigioso” vessillo. Ma non c’è nulla di male, in realtà, in questo, perché se c’è qualcosa che non rispecchia fedelmente ed obiettivamente la realtà delle situazioni, questa è proprio la “Bandiera Blu”: e male facciamo a conferirle tutta quest’importanza.
Era il 1987 quando la “Bandiera Blu” veniva inventata dalla FEE, “Foundation for Environmental Education”, cioè “Fondazione per l’Educazione Ambientale”, vale a dire un’organizzazione ambientale privata (a scopo di lucro), anche se spesso si ha l’impressione che sia la stessa Unione Europea ad interessarsi alla questione ed a conferire il prestigioso riconoscimento…
In questi anni, quindi, la FEE è riuscita ad imporsi brillantemente dal punto di vista comunicativo, e non vi è oggi nessuno che non abbia sentito parlare, almeno una volta, delle “Bandiere Blu”; così come non vi è amministratore, albergatore, ambientalista o giornalista locale che non abbia gioito o si sia rammaricato per l’assegnazione o la perdita delle stesse nella propria località di riferimento.
Ebbene, se ci siamo compiaciuti o ci siamo dispiaciuti per la classifica delle “Bandiere Blu”, abbiamo semplicemente sbagliato. Perché le “Bandiere Blu”, in realtà, non dicono nulla della vera situazione di una località marina.
Lo scoprì nel 2007 Stefano Salvi, ex inviato di “Striscia la notizia”, che sul suo sito Internet “Si Salvi chi può” riversò un servizio televisivo a puntate, da lui realizzato, con il quale svelò il meccanismo di assegnazione del riconoscimento.
In pratica la diramazione italiana della FEE non effettua alcun sopralluogo, alcuna analisi, alcuna ricognizione. Niente. Semplicemente, ogni anno viene inviato, alle amministrazioni comunali delle principali località costiere italiane, un questionario cartaceo, nel quale si domandano informazioni e notizie sulla qualità delle acque, sui servizi ai bagnanti, sulla raccolta dei rifiuti e, insomma, vengono chieste delucidazioni su tutti quei parametri che contribuiscono a qualificare una località turistica.
Quindi, spiegava il giustamente indignato Stefano Salvi, per ottenere la “Bandiera Blu” basta che un’amministrazione municipale abbia un ufficio che compili bene il questionario, rimpinzandolo di belle notizie. Non fa niente se poi la realtà è ben diversa: tanto nessuno verrà mai a controllare.
In pratica siamo di fronte ad un’autocertificazione del Comune: basta compilare bene il questionario, riempiendolo di dati positivi, e rispedirlo indietro. La “Bandiera Blu” è assicurata.
Perciò, rivelava Salvi, nel mare ci può anche finire una fogna senza depurazione: la “Bandiera” arriva lo stesso. Viceversa, un mare cristallino può vedersela negata perché l’amministrazione municipale, per negligenza, ha sbagliato la compilazione del questionario, o l’ha lasciato incompleto, o non l’ha rispedito, o l’ha spedito in ritardo…
Purtroppo questa dirompente denuncia, peraltro corredata da dichiarazioni di diversi sindaci, non è riuscita a scalfire la formidabile immagine che le “Bandiere Blu” si sono acriticamente conquistate nel tempo.
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Così secondo l’autore di questo testo i sindaci delle località balneari del Paese, pur sapendo che non avere assegnata la bandiera blu reca danno all’immagine della propria città, per un mero errore, dimenticanza o noia, non compilano di proposito il moduletto e tutto va bene? E così, sempre secondo questa teoria, il sindaco di una città dal mare dichiaratamente inquinato come può essere, chessò, Taranto, potrebbe compilare il moduletto, inviarlo ed avere magicamente la bandiera blu?
In altre parole, l’autore di questo articolo crede più a Striscia che all’inquinamento reale delle acque, la mancanza di depuratori, l’abusivismo edilizio che si mangia kilometri di costa ecc.?
Complimenti…
Caro Massimo Coppa,
la sua disinformazione mi colpisce. Tanti errori non possono essere frutto della sua sola ignoranza, dunque mi chiedo quale sia il suo vero obiettivo.
Dire che la FEE è un organizzazione a scopo di lucro è al limite della denuncia. Dire che sia l’Unione Europea a conferire il riconoscimento è ben oltre quel limite. Eppure basterebbe una banale ricerca in internet per sapere che ogni località viene verificata rigorosamente. Non da Fee Italia, ma dalla Capitaneria di Porto. Quindi è del Comando generale delle capitanerie di porto che si sta facendo beffe, non della Fee
I comuni inviano un questionario e molto materiale allegato, che deve essere ufficiale. Esempio: per quanto riguarda i depuratori i comuni devono inviare lo schema a blocchi degli impianti o le analisi delle acque in uscita. Per la raccolta differenziata devono inviare il MUD, documento ufficiale che può verificare con il solito rapido click di cui non sembra capace.
Potrei continuare per ore e mettere alla berlina ogni parola che ha scritto riguardo al fatto che basta compilare bene il questionario, ma mi fermo qui. Ho voluto solo dimostrare come, in tema ambientale, sia molto più facile scrivere contro qualcuno, piuttosto che verificare chi questo qualcuno sia. Il suo qualunquismo invece mette sullo stesso piano comuni virtuosi che fanno enormi sacrifici e comuni indegni.
Complimenti
Lei è liberissimo di continuare a credere alle fole di un’associazione che agisce a scopo di lucro. Comunque, premesso che Stefano Salvi non sta più a “Striscia” da dieci anni, fu tutto documentato sul suo sito. Nel 2010 un mio intervento simile fu pubblicato dal quotidiano “Il Mattino”. L’allora direttore, Virman Cusenza, mi rispose pubblicamente così: ““La ringrazio per la doviziosa spiegazione che contribuisce a sfatare un rito stantio. Più volte in redazione ci siamo chiesti quanto e se fosse giusto dare spazio alla rituale presentazione della hit parade marittima con le fatidiche bandiere blu. Ma tutte le volte ha prevalso la voglia di dare conto comunque di una graduatoria che, pur non essendo scientifica, mette in fila l’adeguamento da parte delle amministrazioni comunali alle principali regole del rispetto ambientale. Quindi, non prendiamo per oro colato il podio delle bandiere blu ma sfruttiamolo come occasione, quasi una gara, a soddisfare alcuni requisiti basilari per risultare al top dell’efficienza. La qualità dell’acqua non sarà necessariamente la migliore, però aiuta”.
incredibile! A quanto pare solo “Luciano” non ha mai nutrito dubbi sulla Bandiera Blu. Guardate cosa ho trovato: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/28/bandiere-blu-bluff-mare-pulito-non-balneabile-ecco-inghippo/639716/
Lei può credere quello che vuole, soprattutto a Striscia la notizia ( di questi tempi poi… non sarà quantomeno azzardato? ), ma resta il fatto che se l’intento è quello di fare uno spot al mare dell’isola d’Ischia ( i sindaci in questo caso la ringrazieranno e da quest’anno in poi compileranno il moduletto..) Le ricordo che in quanto ad enterococchi intestinali ed escherichia coli in Campania siamo ahimè tra i primi in Italia, e non lo dico io ma lo afferma Legambiente.
O crede di più al Gabibbo?
lei sta dicendo un mucchio di sciocchezze. Ribadisco che Salvi non è più a Striscia da dieci anni e non ci stava già più quando denunciava questo guazzabuglio delle bandiere blu. Che poi mettiamoci d’accordo: prima per anni tutti a dire che Striscia è un gran giornalismo, adesso sembra che sia una patacca. Comunque è un programma che non ho mai seguito. Poi le analisi del mare ischitano sono ottime: ci sono mari non balneabili che ricevono la bandiera blu! Se poi lei invece di leggere il mio e gli altrui articoli vuole dare solo fiato alla bocca, allora si accomodi. Certo che basta compilare un modulo! non mi interessa che i sindaci mi ringrazino, ma che procedano. Così avremo la bandiera blu e gli ingenui come lei saranno contenti
Quando non si riesce ad argomentare seriamente si ricorre all’insulto, e Massimo Coppa in questo si è rivelato un campione. Lascio ai lettori il giudizio. Per ciò che attiene alla sostanza dell’articolo, faccio presente a chi legge che secondo il Coppa non solo il sottoscritto è sciocco ma lo sono anche i sei sindaci di Ischia, i due di Capri, quello di Sorrento, di Amalfi, Maiori, Minori e tantissimi altri di ben rinomate località balneari italiane che, evidentemente solo per indolenza o mancanza di tempo, da decenni non possono fregiare il proprio comune della bandiera blu!
Pare proprio che l’unico non sciocco qui sia il Coppa.
Ed il Gabibbo, naturalmente…
Lei invece è il classico tipo anonimo che infesta internet: e’ lei a non argomentare, a non leggere, a non capire ed il suo tono, per primo, era offensivo. Si tenga la sua bella bandiera blu; io, per conto mio, la uso come carta igienica