domenica, Dicembre 22, 2024

Ma non è un privilegio se il posto è pensato per viabilità e sicurezza

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Lello Montuori | Resto sempre stupito dalla capacità di stupirsi degli ischitani di cui, per carità, non mi sento migliore.
Ieri, oggi e forse anche domani – non oltre, perché poi accadrà un altro fatto sconvolgente- il tema è diventato il posto auto riservato con tanto di strisce gialle e chiesa stilizzata, nella strada di una delle frazioni alte del Comune.
Il clamore suscitato dalla grande notizia e dalla foto dà ragione -ahimè- ai professionisti dell’informazione locale, quelli che hanno contribuito a creare il caso.
Perché come sempre noi ischitani più guelfi e ghibellini dei fiorentini del trecento, amiamo dividerci su questioni di particolare interesse pubblico disvelando una straordinaria capacità di indignarci all’occorrenza.
Mi chiedo se non sia il caso di cominciare a indignarci dell’indignazione.
Premetto, non a mia discolpa ma giusto per non essere della verità solo timido amico, di aver appreso dell’esistenza di quel posto riservato dagli articoli e dalle foto che oramai da ieri circolano in rete.
Come me, credo che anche e più di me, chi in ragione della carica doveva esserne informato
– non per curiosità cittadina ma perché deputato all’indirizzo e al controllo sulle attività di TUTTI gli uffici e servizi dell’ente – non abbia saputo nulla se non quando il caso era montato.
È questo è sempre un errore del quale fare ammenda. Nel merito rilevo che novelli glossatori del Codice della Strada e dei suoi articoli discettano di autorizzazioni alla sosta, di illegittimi privilegi dei canonici, di posti per disabili e di posti auto delle forze dell’ordine, pare unica eccezione consentita in nome di un Codice che viene letto con ermeneutica uguale uguale a quella degli amici Testimoni di Geova – non me vogliano- quando interpretano i versetti della Bibbia con traduzione del Nuovo Mondo. Poichè capisco appena un po’ di diritto amministrativo e molto poco di Codice della Strada, se non per aver superato l’esame per la patente oramai 22 anni fa, non mi sento di improvvisarmi professore di segnaletica orizzontale e non mi unisco al coro degli esperti. Mi permetto tuttavia di dire questo. Senza timore di smentita. Il Comune è deputato alla cura di interessi pubblici. La viabilità è un interesse pubblico. La collocazione di una Chiesa in un incrocio è un fatto di cui tener conto per tutelare la viabilità e la sicurezza. La Chiesa è frequentata, con buona pace di chi non ci va e non ci vuole andare e della laicità dello Stato intesa sempre a proprio uso e consumo. Le auto siano esse del Parroco, degli sposi a un matrimonio, di un defunto mentre si svolgono le esequie, creano grave intralcio alla viabilità. È compito dell’Ente limitare i disagi e i pericoli sia per chi va in Chiesa sia per chi semplicemente passa in quella strada. Quindi – in astratto- se si decidesse di regolare la sosta in quel tratto di strada consentendola esclusivamente al Parroco che officia, all’auto degli sposi o al carro funebre, non solo non si commenterebbe alcun abuso ma si starebbe semplicemente curando un interesse pubblico che è obbligo dell’ente perseguire. Ciò vale ovviamente non solo per il Culto cattolico ma per qualsiasi edificio di culto o luogo di aggregazione quando per la sua ubicazione necessiti di un’area di sosta riservata. Per questo esistono aree di sosta per i medici in zone ospedaliere, aree per lo scarico delle merci nelle zone portuali e commerciali, aree riservate per avvocati e magistrati in prossimità dei tribunali, e così via. Perché chi è investito di un munus pubblico – e un Parroco che piaccia o meno, lo è per legge dello Stato – non gode di un privilegio per se stesso ma si presume che svolga una funzione che lo Stato considera di interesse pubblico. Perciò prima di stracciarsi le vesti interpretando un Codice che nessuno di noi ha mai davvero letto, lasciamo perdere il posto riservato, il Parroco e la Chiesa. Altrimenti potremmo ricordarci di più illustri precedenti rimasti incensurati dai Catoni allora distrattissimi. Quando, per venire incontro alle esigenze – ripeto lecite e quanto meno collettive, se non pubblich e- si è cambiato in corso d’opera il progetto di Piazza Trieste per non privare la Parrocchia di un’area di sosta riservata.

5 COMMENTS

  1. Eccellente difesa. Bene articolata ma è sfuggito all’Autore come penso di definire che significa curare “un interesse pubblico”. Quale sarebbe la definizione di “interesse pubblico”? Sinceramente non la colgo e doveva essere presentata.

    Naturalmente concordo “che è obbligo dell’ente perseguire” questo “interesse pubblico” ma io non lo vedo e rispetto chi ha una visione diversa. Penso che al di là delle opinioni tutte legittime s’intende resta il fatto che soluzioni sul tema della viabilità se ne possono applicare e diverse s’intende ma si è scelta quella peggiore: “posto auto riservato con tanto di strisce gialle e chiesa stilizzata”.

    Invito ad una riflessione mirata.

    non stato definito lasciamo perdere il posto riservato, il Parroco e la Chiesa

  2. “Nella Vigna sì,di Vigna Clara !!” Esclamò un negoziante a Roma mentre Papa Benedetto XVI pronunciava queste parole.

  3. Preoccupiamoci tutti di far notare tutto quello che è fuori posto con esposti e quant’altro, che serva a tutelare veramente tutta la comunità e non solo di vedere il pelo rispetto alle tante travi che quotidianamente si incontrano sul nostro territorio

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