sabato, Novembre 23, 2024

Pithekoussai e l’Eubea, incontro con la Storia a Lacco Ameno

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Ha preso il via, con un convegno molto importante, il ciclo di incontri “ Pithekoussai e l’Eubea tra Oriente e Occidente” in programma fino al prossimo 17 maggio a Lacco Ameno.
Tantissimi gli argomenti sul tavolo e bellissime le scoperte e le nuove prospettive svelate dai ricercatori intervenuti.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco Pascale, hanno preso la parola molte personalità importanti, tra cui: Caterina Bob Valsassina,Direttore Generale Archeologia, Belle Arti E Paesaggio, Mibact; Teresa E. Cinquantaquattro, Soprintendente Abap Per L’area Metropolitana Di Napoli; Elda Morlicchio, Rettrice Dell’università Degli Studi Di Napoli L’”Orientale”; Michele Bernardini, Direttore Del Daam, Università Degli Studi Di Napoli L’”Orientale”; Emanuele Papi, Direttore Della Scuola Archeologica Italiana Di Atene; Corrado Matera, Assessore Con Delega Al Turismo, Regione Campania; Rosanna Romano, Direttore Generale Per Le Politiche Culturali E Il Turismo, Regione Campania; Cecilia Prota, Assessore Alla Cultura Del Comune Di Lacco Ameno; Paolo Giulierini, Direttore Del Museo Archeologico Nazionale Di Napoli; Nadia Murolo, Dirigente Per La Valorizzazione E Promozione Dei Beni Culturali, Regione Campania.
Molto interesse, poi, per la relazione del dott. Nota Kourou, Università Di Atene dal titolo “Euboean Pottery In A Mediterranean Perspective” e i contributi di Bruno D’agostino, Università Degli Studi Di Napoli L’”Orientale”, con “Le Problematiche Archeologiche” e Alfonso Mele, Università Degli Studi Di Napoli “Federico II” con “Le Problematiche Storiche”.
Il convegno prevede sei sezioni tematiche destinate a illustrare i più recenti scavi condotti in Grecia e nelle aree interessate dai contatti con l’Eubea e le novità che emergono da nuovi e importanti studi condotti su Ischia e su Cuma, mettendo in luce quella fitta rete di contatti e di scambi che, lungo le rotte del Mediterraneo, metteva in comunicazione le coste dell’Oriente e dell’Occidente.
Scopo dell’iniziativa, che sarà accompagnata entro l’estate da una mostra archeologica sulla parte ancora inedita della necropoli di San Montano, alla quale collaborerà il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, è la valorizzazione dell’eccezionale patrimonio culturale dell’isola di Ischia, in passato come oggi importante crocevia di genti e di culture diverse.
Il convegno è stato organizzato da Teresa E. Cinquantaquattro (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli), Matteo D’Acunto (Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”) e Cecilia Prota, Assessore alla Cultura del Comune di Lacco Ameno (Ischia) grazie a risorse messe a disposizione dalla Regione Campania con fondi a valere sul POC Campania 2014/2020.

LA NOSTRA STORIA
Pithekoussai, terra d’incontro tra i popoli del Mediterraneo. Nella fitta trama della necropoli, già da tempo è stata messa in risalto la presenza di componenti etniche diverse: accanto ai Greci convivono genti provenienti dall’Oriente, dal mondo italico dell’area tirrenica (etrusco-laziale e campana) e dall’area adriatica. A distinguere le sepolture sono le modalità del seppellimento o l’attestazione nei corredi di elementi estranei al repertorio greco. Già G. Buchner aveva posto l’attenzione su alcune sepolture di adulti che, contrariamente alla regola riservata a questa classe d’età, erano stati inumati in posizione supina, senza alcun oggetto di corredo. Per essi, come per le tombe ad inumazione in posizione rannicchiata, che identificano individui provenienti probabilmente dalla Daunia (attuale provincia di Foggia) o dall’area compresa tra la quest’ultima e la Basilicata, si è pensato a persone poste ad un livello basso della scala sociale.
Un valore di marker etnico è stato attribuito alla ceramica d’impasto, diffusa in alcune sepolture a inumazione ubicate spesso in posizione marginale all’interno del sepolcreto. In questa casistica rientrano le tombe caratterizzate dalla fusaiola d’impasto, come la tomba
891, o dalla presenza di anforette, attingitoi o scodelle biansate d’impasto, come nelle sepolture 1005 e 755. Questi vasi, estranei al repertorio locale, rimandano alla cultura della Campania settentrionale, a Capua e agli insediamenti indigeni della mesogaia, rivelando intensi fenomeni di mobilità.
La composizione della necropoli di Pithekoussai, nella quale trovano posto, ai diversi gradi della scala sociale, Greci, Italici, Orientali, è specchio di una comunità aperta, la cui importanza e centralità nella storia del Mediterraneo affonda le radici nella fecondità delle dinamiche interculturali.

 

Foto Franco Trani

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