sabato, Dicembre 28, 2024

Raffaella Mascolo: diventa di ruolo la prof che ha “battuto il sistema”

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Il suo volto è ben noto sia a noi isolani che ai tantissimi precari della scuola che hanno identificato in lei la paladina dei diritti del popoloso mondo dei docenti non di ruolo.

E’ Raffaella Mascolo, una donna dolce e riservata con un temperamento fermo e deciso, docente precaria isolana che è riuscita a scardinare un sistema macchinoso e fermo.

Lo scorso 26 novembre (ecco il nostro articolo) era balzata agli onori della cronaca la notizia della sentenza emessa dai giudici di Lussemburgo, in Rue du Fort Niedergrunewald: la Corte di Giustizia europea si è pronunciata dopo il ricorso della docente e la decisione del 2 gennaio 2013 del giudice Paolo Coppola del Tribunale di Napoli di rimettere gli atti alla Corte, condannando la normativa italiana «contraria al diritto dell’Unione» perché «non esistono criteri oggetti e trasparenti» per giustificare la mancata assunzione del personale» con oltre 36 mesi di servizio, definendo le procedure illegittime.

Da quelle sentenza sono passate varie settimane ed è arrivata, proprio in questi giorni, la sentenza del giudice del lavoro Paolo Coppola che, attraverso il documento 521/2015, ha accolto il ricorso della nostra docente precaria Raffaella Mascolo, atto patrocinato dai legali Anief De Michele e Galleano, procedendo alla sua immissione in ruolo con acclusa ricostruzione di carriera.

Il precariato è quindi alle spalle della prof. Mascolo, che è diventata, di ruolo a tutti gli effetti e con il riconoscimento degli arretrati.

La nostra professoressa ha, di fatto, abbattuto quello che sembrava essere un muro insormontabile, facendo da apripista per un vero e proprio esercito di precari che potranno, ora rivolgersi a un tribunale del lavoro e vedersi riconosciuti i propri diritti.

lei, la professoressa Mascolo, che oggi insegna all’Istituto Nautico di Forio e che incarna lo spirito battagliero di un’intera generazione di insegnanti, rigorosamente precari. E che oggi hanno diritto ad assunzione e arretrati: per ottenerli, potranno rivolgersi a un tribunale del lavoro. Un esercito di 250 mila professori, insomma, che allo Stato italiano potrebbero costare 2 miliardi di euro.

E scrive il portale “Desk”: la sentenza sulla docente di Ischia arriva a distanza di cinque anni da quando l’Anief denunciò “il danno prodotto ai precari italiani, costituendosi in Corte Costituzionale, cui seguirono migliaia di ricorsi presentati nei tribunali del lavoro italiani, che si vanno a sommare alla miriade di denunce pervenute alla Commissione Europea, proprio per l’incompatibilità della normativa nazionale rispetto alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio del 28 giugno 1999 relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato”, spiega il sindacato, che ha sempre sostenuto “l’illegittimità dello Stato italiano nel rinnovare i contratti a tempo determinato per provvedere alla copertura di posti vacanti nella pubblica amministrazione: ciò è avvenuto senza ragioni oggettive e con il solo scopo di lucrare un risparmio di spesa in danno di un’intera generazione di lavoratori. Già nel 2011 arrivarono congrui risarcimenti danni a favore dei precari ricorrenti, con indennizzi fino a 30 mila euro”

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