Parliamo di Gender. Una parola che è entrata prepotentemente nei nostri vocabolari e che racchiude in sé un mondo di ideologie e di convinzioni create per “categorizzare” il mondo intorno a noi.
Ultimamente, specialmente dopo le dichiarazioni giunte da più parti ed anche (nuovamente) dalla Santa Sede, la parola “gender” viene continuamente rimbalzata su ogni media, con varie accezioni. E’ proprio la natura stessa del termine e del fenomeno a generare un dialogo molto forte e confuso tra le parti tirate in causa. Un dialogo in cui il problema di fondo consiste, anche, nel fatto che la questione in sé non è categorizzabile, in quanto contiene al suo interno tante sfumature legate anche alla società stessa in cui viene calata.
Prende sempre più piede in Italia un concetto legato alla pericolosità dell’imposizione del “Gender” stesso e, proprio sull’onda di questa concezione per il 20 giugno è stata organizzata a Roma una manifestazione in piazza San Giovanni per protestare contro l’introduzione del ddl Cirinnà, i matrimoni tra persone dello stesso sesso e la ideologia stessa del Gender che, nelle scuole, a detta dei manifestanti, crea non pochi problemi ai bambini in formazione.
E sono tanti gli isolani che stanno, sul web, condividendo l’avviso riguardante questo incontro romano, stesso volantino che stiamo vedendo apposto sui nostri tergicristalli o lasciati nelle buche della posta. E sono tantissimi quelli che hanno compiuto anche un passo in più: organizzare una trasferta a Roma per prendere parte alla grande manifestazione in difesa dei propri figli prevista per il prossimo 20 giugno.
Ma cosa sta davvero accadendo nella società isolana e di riflesso in quella nazionale? Per fare il punto della situazione e cercare di spiegare ai più il caso è stata organizzata per lo scorso venerdì 12 giugno, una piccola conferenza presso il Grand Hotel delle Terme Re Ferdinando di Ischia, conferenza molto partecipata e che ha visto l’intervento di molte persone curiose e motivate.
Per comprendere al meglio cosa sta spingendo così tante persone a ricorrere alla mobilitazione pubblica, abbiamo intervistato uno degli organizzatori del tutto, Giuseppe Poli il quale, per grandi linee, ci ha illustrato i problemi rilevati sulla quanto mai prossima introduzione del programma relativo alla teoria gender nelle scuole italiane.
“L’evento che abbiamo organizzato – ci racconta Giuseppe Poli– è stato pensato per sensibilizzare quante più persone possibili su questo tema che per noi è fondamentale. Vogliamo sottolineare come, nel silenzio quasi totale di tutti, siano in procinto di essere approvate alcune regole che introdurranno nei programmi scolastici la teoria del gender. Noi vogliamo rivendicare a gran voce il nostro diritto, in quanto genitori, di avere la responsabilità dell’educazione sessuale dei nostri figli, non permettendo alle istituzioni di scegliere temi e modalità al nostro posto.”
La posizione assunta da chi ha aderito alla manifestazione “Difendiamo i nostri figli” è forte e netta: si è contro un programma di formazione che coinvolge bambini dalla tenera età fino ai 15 anni e che fornisce dati e strumenti che possono essere interpretati in vario modo dai bambini in età di sviluppo.
“Questa teoria del gender sarà approvata a fine mese – continua Poli – e la manifestazione è stata organizzata per il 20 per poter smuovere l’opinione pubblica e le istituzioni prima dell’approvazione. Se il disegno passerà ci ritroveremo con l’obbligatorietà dell’applicazione della disposizione e quindi nei programmi di studio, a seconda della fascia d’età, si dovranno inserire determinati argomenti che dovranno essere seguiti da tutti, non essendoci la possibilità di obiettare (come per l’insegnamento della religione cattolica).”
C’è indubbiamente molto rumore intorno a questo argomento e sono molte, anzi troppe, le forze tirate in ballo, forze anche economiche.
“Quando il governo ha iniziato i lavori per la stesura di questi programmi – ci spiega Poli – non ha interpellato le associazioni dei genitori, ma solo quelle afferenti l’area LGBT e il risultato non è affatto bilanciato.”
Pur essendo una iniziativa laica e apartitica questa manifestazione ha trovato fin da subito il completo appoggio da parte della Diocesi di Ischia “il Vescovo è stato fin da subito colpito dalla gravità di questo argomento e, sulle orme delle dichiarazioni di Papa Francesco e Kiko Arguello, ci è vicino e ci sostiene – continua Poli – in questa che è un’opera di sensibilizzazione e di riscatto del ruolo di responsabilità genitoriale.”
La velocità con la quale si evolve la società di oggi spinge inevitabilmente ad una adeguamento delle istituzioni formative che devono riuscire a fornire i giusti strumenti di interpretazione del mondo circostante ai propri alunni. Ecco, quindi, a margine della creazione del registro delle unioni civili e di molto altro ancora, che la necessità di dare ai bambini fin da subito tutte le coordinate giuste per comprendere il grande mondo che li circonda e che è a portata di click, diventa davvero impellente.
“Un progetto del genere è stato approvato ed è in vigore in Germania – ci spiega Poli – e le modalità di attuazione non sono condivise da tutti. Noi vogliamo cercare di evitare tutto ciò.”
La preoccupazione è tanta e sono già molti gli isolani che hanno aderito all’iniziativa.
“Al momento abbiamo prenotato sei autobus GranTurismo per raggiungere Roma, tutti pieni – ci racconta – e pensiamo di doverne noleggiare altri. Come anche stiamo valutando l’opportunità di contattare le compagnie di navigazione e chiedere l’organizzazione di un transfer marittimo dedicato, visto che già da ora superiamo i 300 partecipanti.”
Un esercito, quello isolano, che partirà il 20 giugno prossimo per gridare forte il proprio “no” al gender e che si unirà
Quale sarà l’evoluzione delle istituzioni formative (e non solo) che vedremo di qui a breve?
L’Italia è l’unico paese europeo a non avere neanche le unioni civili per colpa di oscurantisti come voi per i quali non ci sarebbe neanche il diritto al divorzio o all’aborto.
Che educassero i propri figli con questi approcci. Di testimonianze al riguardo l’ Italia è piena.
Ancora una volta vi dimostrate la feccia del giornalismo. Fortunatamente siete rilegati ad essere una misera testata locale che non ha nessuna importanza e mai l’avrà. Invito il signor Giuseppe Poli e i suoi esigui seguaci a farsi una vita e a non riversare le loro frustrazioni sessuali all’interno di seminari catto-fascisti.
Signori, prima di offendere, prima di capire cosa dice l’ articolo (poco chiaro), prima di parlare di coppie di fatto ecc. capiamo cosa realmente porterà questa “teoria gender” nelle scuole primarie ed a cosa andranno incontro i nostri figli. Se avete tempo……invece di cazzeggiare ad insultare…vi consiglio di leggervi il decreto sul sito del senato.it e cercare la voce “gender” per poi partire con i vostri approfondimenti…..il problema è proprio l’ approcciò che riceveranno i nostri figli nelle scuole ed in che modo. Svegliatevi gente. Tanto vi aspetto al varco, su queste pagine, quando nulla si potrà più fare perchè l’ educazione gender non è come la religione che si può scegliere se farla o no in classe…….vi aspetterò tutti quì
La fantomatica “teoria gender” non esiste, è un’invenzione degli ambienti più estremi del conservatorismo cattolico e di destra. E’ una marmellata in cui si mettono insieme, in malafede e confondendo le acque, gender studies (roba serissima, se solo si prova a guardare oltre il naso del Vaticano c’è un mondo da scoprire, sapete), rivendicazioni LGBT ed educazione sessuale nelle scuole. Questi temi hanno bisogno di chiarezza e competenze, non di strumentalizzazioni ad hoc ad opera di sentinelle in piedi, milizie di Cristo etcetera.
x Antonietta, concordo ma non capisco perchè si sono avviati sperimentazioni didattiche sulla cosa per poi ritrattare e poi riprendere nuovamente l’ argomento. Sarebbe più giusto eliminare o modificare l’ articolo in questione o magari dando la possibilità ai genitori di decidere se far partecipare i propri figli a queste lezioni. Per il resto massima libertà a tutti nel rispetto del prossimo.
l’educazione sessuale si sarebbe dovuta insegnare già do molto tempo nelle scuole primarie invece di lasciare l’argomento alla “questione morale” voluta dalla chiesa cattolica. Oggi la”teoria gender”, falsa, inesistente, infima e ASSOLUTAMENTE DISEDUCATIVA ci sorprende impreparati. A mio avviso e’ arrivato il momento di contrapporsi aprendo la mente sostenendo con convinzione le diversità tra maschi e femmine
Da anni educate i vostri figli a questa “netta” separazione tra maschi e femmine ed il risultato, specialmente a Ischia, è sotto gli occhi di tutti: famiglie a pezzi, tradimenti all’ordine del giorno, gay e lesbiche che devono nascondersi o, come tutti qui sanno, “farsi una famiglia”, ma i violenti no, quelli non devono nascondersi…
Come già detto da qualcuno prima di me, c’è bisogno di aprire gli occhi…
Chi invece difende i vostri figli dall’arroganza delle vostre imposizioni pseudo-cattoliche? Esercito, attenzione,preoccupazione, tutti paroloni che servono a gonfiare una bolla creata ad hoc per alimentare infondate teorie cospirazioniste che hanno come unico scopo quello di propagandare la famiglia del mulino bianco. Storicamente, parlerei di diseducazione sessuale e di silenzio all’interno delle scuole e della famiglia. La rigida educazione cattolica ha plasmato le giovani menti di un paesello stritolato dalla piovra romana, riempiendole di sensi di colpa, paure e repressioni. Vergognatevi !!
Il genitore dovrebbe avere tutto il diritto di decidere in che modo educare i propri figli e non tocca a noi giudicare se l’ insegnamento impartito, derivante da quella o questa corrente religiosa, si giusto oppure no. Se il genitore è responsabile e non condizionato da ideologie di nessun tipo, si può star sicuri che a vincere sarà un educazione alla cui base ci saranno sani principi di uguaglianza e libertà verso tutti e tutto. Nessuno ha il diritto di imporre le proprie convinzioni, scula in primis. Ripeto: è colpa dll’ articolo che stiamo commentando se non si capisce contro chi si debba lottare. Non sta a noi giudicare certe unioni ma non è giusto coinvolgere i nostri figli fin dalle primarie in un “gioco” educativo che li spingerebbe solo a spostare il loro orologio biologico. I bambini devono fare i bambini, giocare e giocare nella spensieratezza più assoluta. Se hanno validi genitori lo dimostreranno in futuro. Ma insegnare la teoria gender nelle scuole primarie è un emerita cazzata! E non tiriamo in ballo le religioni, di cui si potrebbe dire molto. Ragionate da genitori. Perchè se un domani i vostri figli vi torneranno a casa emotivamente disturbati la colpa sarà solo vostra. Fate i genitori ed educateli alla diversità. Ma nessuno vi deve dire come fare, indipendentemente dalle religioni che rompono solo le balle. Ognuno cresca i propri figli come meglio crede senza minare la libertà altrui. Poi se la nostra società è piena di delinquenti e perditempo non dobbiamo meravigliarcene. Sono millenni che si va avanti così.
In primis secondo un mia opinione personale bisogna tener presente l’espressione di libertà di ogni individuo.Pertanto sono convinto che credere nella famiglia non è un reato, e per tale bisogna far sentire la propria voce contro chi vuole obbligare ad educare i nostri figli secondo un metodo scientifico basato su fantomatiche filosofie e psicologie. Anche sbagliando i nostri figli vogliamo e dobbiamo educarli noi genitori a prescindre dal credo che si professi .Detto ciò, non si puo decidere e obbligare a livello dei stati centrali vedi (l’Europa con l’OMS) e la stessa nostra Italia di un qualcosa che a l’oro non appartiene, perchè fino a prova contraria i figli sono stati donati a noi tutori e non a pseudo politici o sociologi etc……allora io invito a non denigrare per creare liti o confusione serve a poco,maa chi interessa ad informarsi sui documenti pubblici che si possono trovare ovunque di cui parla questa Teoria Gender.Vi sono gia le prime testimonianze drammatiche tra europa e Italia,poi ognuno può decidere se e come educare i propri figli,pertanto chi crede fermamente nella famiglia fondata sugli articoli della nostra costituzione e vuole far sentire la propria voce c’è un opportunità il 20 Giugno tutti a Roma per dire giù le mani dai nostri bambini…..Ischia per un motivo molto serio sta iniziando a dare un segno concreto.
L’assunto principale delle teorie di genere porta a considerare il genere una costruzione psicosociale che collega la personalità e la società. Non più, quindi, il sesso biologico quale differenza tra maschio/femmina ma la costruzione culturale, comportamentale che, rivestendo il corredo biologico, da’ vita allo status di uomo\donna. Si possono condividere o meno le motivazioni dei portatori di interesse e ognuno risponde con la propria sensibilità, con i propri valori e con la propria cultura. Quello che proprio non si può condividere è l’imposizione, nel sistema educativo scolastico, di una tale teoria. La costruzione dell’identità personale e i percorsi di vita perseguiti sono certamente influenzati dalle prime esperienze di vita in famiglia e a scuola. La famiglia, gli insegnanti forniscono i primi modelli di comportamento e sanciscono le condotte relative. Se le teorie gender assumono che il genere è una costruzione sociale, quindi socialmente appresa, perché mai la scuola dovrebbe contribuire a questa “costruzione”? Credo sia più saggio rispettare la naturale evoluzione di ogni persona in base alla sua percezione delle cose del mondo. Un principio fondamentale della comunicazione è “mai dare più informazioni di quante ne servano in quel momento”. Specialmente quando non sono richieste.
La distinzione tra sesso maschile e femminile non l’ha stabilita nè il Papa nè la estrema destra con cui i partecipanti al raduno non hanno proprio niente da spartire nè presunti estremisti cattolici cui fanno riferimento certi commenti precedenti: qua sono in gioco i valori fondamentali su cui si regge l’umanità e non solo la cattolicità! Ne conosco decine di atei e agnostici che disapprovano questo spossamento del diritto dei genitori di educare i loro figli nel modo ritenuto più consono e, se veramente dovesse passare una legge di segno contrario, veramente saremmo ai livelli (questo sì!) dei metodi fascisti che imponevano le direttive negli istituti scolastici di gradimento del regime!