Pasquale Raicaldo | Forio ha stupito tutti. Quel “sì” bipartisan e convinto, quasi all’unanimità, che spiana la strada alle unioni civili e al registro che le certifica, ha varcato i confini dell’isola, certo, ma ha soprattutto scosso un territorio tradizionalmente poco propenso alle aperture, certamente conservatore, evidentemente tiepido – nei mesi scorsi – di fronte al lievitare dei Comuni che, simbolicamente, strizzavano l’occhio all’istituzione del registro. All’ombra del Torrione, si è invece materializzata la rivoluzione silenziosa, quell’atto di «coraggio» (come lo ha definito il consigliere Gianna Galasso), quella decisione storica (come l’ha definita Domenico Savio, il proponente).
«Con il voto favorevole del consiglio comunale – ha dichiarato soddisfatto Domenico Savio – è stata sancita una conquista di civiltà per il nostro paese, voto che pone il nostro Comune tra tutti i comuni più all’avanguardia in Italia nel rispetto dei diritti di equità tra tutti i cittadini. E’ stata una decisione storica – ha aggiunto – anche per il fatto che Forio è stato il primo comune dei sei dell’isola d’Ischia ad istituire il Registro amministrativo delle unioni civili».
E’ soprattutto un atto dal forte valore simbolico, in attesa che il Parlamento italiano recepisca la spinta che giunge dal basso, sollecitata dalle migliaia di Comuni che hanno – appunto – istituito il Registro amministrativo delle unioni civili, ai quali da ieri l’altro si aggiunge Forio.
Le unioni civili riguardano «due persone maggiorenni legate da vincoli affettivi coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune”» e la loro registrazione favorisce la garanzia di condizioni non discriminatorie di accesso agli interventi in diverse aree, «evitando condizioni di svantaggio economico e sociale, nel quadro generale della particolare attenzione alle condizioni di disagio economico-sociale». «Possono chiedere di essere iscritte al registro delle unioni civili due persone maggiorenni, di sesso diverso o dello stesso sesso, residenti e coabitanti nel Comune di Forio.
In paese, la popolazione è ancora particolarmente tiepida. «Erano altre le priorità», sottolineano in molti. E per la verità anche l’orientamento del sindaco Francesco Del Deo, democristiano della prima ora, sembra aver subito un inatteso scossone .«Sono un cristiano, cattolico e praticante, ma credo che, in linea con quanto indicato da Papa Francesco, non si possa più ghettizzare chi ha fatto scelte differenti. E tra gli ispiratori del registro, c’è anche la super cattolica Graziella Orlacchio. Diciamo che Forio si è voluta mettere al passo coi tempi».
Il tema ha invaso soprattutto i social network. «Il riconoscimento delle unioni civili, nel comune di Forio, rischia di generare solo confusione. – ha commentato Nicola Manna – Ammetto, che esiste una vacatio legis, per quanto riguarda il riconoscimento di alcuni diritti a delle coppie(anche dello stesso sesso) che decidono di vivere insieme, ma approvare un regolamento, non conforme alla legge nazionale, è inutile. Come è già accaduto per i comuni di Milano, Roma e Napoli, ogni unione effettuata al comune, verrebbe ricusata dallo stato centrale. Tutto questo – aggiunge Manna – ricorda un po’ la questione degli abbattimenti delle abitazioni sulla nostra isola, che qualcuno in campagna elettorale, prometteva di salvare, omettendo di dire che ci vuole una legge dello stato. Quella di ieri sera, più che una battaglia di civiltà, è sembrata una iniziativa propagandistica. Da cattolico osservante, non ho preclusione nel vedere riconosciuti alcuni diritti a coppie non regolarizzate, ma sono fortemente critico(e qui parlo a livello nazionale) nell’apertura all’ adozione di bimbi a coppie dello stesso sesso».
Al valore simbolico della notizia fa invece riferimento Lello Montuori: «Non so se l’approvazione del Regolamento sulle Unioni Civili rappresenti una rivoluzione per la comunità isolana, tenuto conto del fatto che non so quanti ischitani decideranno di avvalersi di questo strumento innovativo quanto formale. Quel che è certo è che Forio diventa a pieno titolo capofila di una ventata di novità nell’isola del provincialismo patente e che i consiglieri che hanno votato quel Regolamento e chi lo ha proposto, hanno dimostrato grande maturità e capacità di adeguarsi alle mutate esigenze di una società in rapida evoluzione. Senza timore di scomuniche.
Non volevo affatto limitare la lettura dell’iniziativa alle coppie omo. Credo che potenzialmente i fruitori del Regolamento siano molti di più. Esattamente tutti coloro che convivono a vario titolo in relazioni affettive, amicali o parentali. Cionondimeno -magari sbagliando per difetto- ritengo che pochi – omo o etero che siano- si avvarranno di questo innovativo strumento almeno nel breve periodo. Ció non mi impedisce – continua Montuori – di considerare la sua approvazione una conquista di civiltà. Forse uno dei pochi casi in cui una classe politico-amministrativa è un po’ più avanti o solo allo stesso passo della comunità che la esprime.
Anche io mi auguro che gli altri cinque comuni seguano a ruota il Comune di Forio che ha fatto da apripista. Ancora di più mi auguro che il legislatore nazionale messo da parte ogni alibi, dovuto a presunte o reali ingerenze delle gerarchie ecclesiastiche, dia finalmente al paese una legge sulle unioni civili uniformandoci ai Paesi Europei più civili ed evoluti».
«E’ un atto di profonda civiltà e con sommo piacere prendo atto che tale iniziativa è partita da Forio, mi auguro che venga fatta propria dai restanti cinque Comuni . Il paese istituzionale finalmente si mette al passo con il paese reale, avanti una distanza siderale. E la classe politica foriana è più avanti di chi l’ha espressa» commenta invece Carmelo Buono, che aveva fatto notizia qualche settimana fa con la gigantografia del suo matrimonio gay, virtuale, affissa all’esterno del suo negozio di parrucchiere.
E chissà che l’esempio di Forio non finisca con lo smuovere le acque, impaludate, a Ischia. Dove Luigi Di Vaia si è già scontrato con le resistenze dello stesso Partito Democratico. Il tutto mentre in Senato si assiste al primo sì alle unioni civili :con 14 sì, 8 no e un astenuto, la commissione Giustizia di Palazzo Madama ha approvato il testo base della relatrice Monica Cirinnà (Pd) che regolamenta le unioni civili tra persone dello stesso sesso consentendo anche le adozioni gay tramite l’istituto dello “Stepchild Adoption”. Il testo regolamenta anche le coppie di fatto tra eterosessuali. A votare sì sono stati Pd e M5s. Hanno votato contro Ncd (che sta al governo), Lega e Forza Italia.
è veramente schifosa questa decisione concernente le unioni civili e addirittura fra due persone dello stesso sesso. E’ uno scandalo. La famiglia è fondata sul matrimonio, che sorge da un contratto che congiunge due persone eterosessuali con ampia garanzìa a favore dei bambini. In sede di libera unione o addirittura di unione omosessuale si arriva facilmente alla separazione senza alcuna conseguenza legale: il che significa società di sfascio. Invece la famiglia, costituita da marito e moglie ritualmente sposati, è un palo certo a favore della società e del futuro del popolo.
@Salvatore Trani: esagerato. Se c’è qualcosa di schifoso, quello è l’evasione fiscale e la corruzione. Il matrimonio civile è il riconoscimento del legame d’amore fra due persone. Le unioni civili sono un importante passo avanti per una società più solidale e rispettosa. Perché sono questi i pilastri su cui si fonda il futuro. 🙂