La storia della mensa al Balsofiore di Forio ieri ha vissuto un’altra giornata campale che la comunità non dimenticherà e che passerà alla storia come un altro passo falso della preside De Vita.
Ieri mattina, infatti, dopo la mediazione (mal riuscita) di lunedì, si sono vissuti altri momenti di confronto e di scontro. La preside, questa volta presente, ha dapprima iniziato a colloquiare con i genitori per poi, ad un certo punto, affiggere un cartello arancione che annunciava come la segretaria non accogliesse più nessuno.
Gli animi di agitano fino a quando, dopo un congruo periodo di tempo, si torna a dibattere e la preside ha un faccia a faccia con i genitori. Da questo faccia a faccia, soprattutto legato all’obbligatorietà della mensa, dalle parole si passa ad una videochiamata con il sindaco di Forio Stani Verde.
Al telefono Verde ha chiarito due concetti in particolare: la mensa non è obbligatoria e il comune non ha nessun obbligo di pasti da garantire alla ditta aggiudicataria dell’appalto. Queste parole hanno segnato un vero e proprio spartiacque nella vicenda che poi è evoluta in una serie di incontri singoli tra i genitori e la dirigenza per addivenire ad una soluzione transitoria e che consenta il ritiro degli studenti e il rientro dopo la pausa mensa.
La preside, incassato l’ennesimo passo falso come la DADA e quello che vi racconteremo tra poco, nel rilasciare il permesso al ritiro ha scritto: “Si precisa che la sottoscritta non condivide la scelta di ritiro dello studente durante l’ora in questione perché la stessa è parte del percorso educativo del bambino scelto dai genitori al momento dell’iscrizione e demanda agli stessi la responsabilità della scelta”.
Una precisazione che non fa altro che certificare quanto sia stata poco oculato tutto l’agire di questi giorni e come la decisione assunta sabato mattina sia stata errata e poco ponderata. Una scelta che, tra l’altro, ha tradito anche la lunga tradizione della scuola Balsofiore di Forio.
La mensa a Forio, giusto per dirlo anche alle nuove “maste di festa” della scuola foriana arrivate da Barano (dove ringraziano per la liberazione), è una istituzione che è andata avanti per ben 17 anni. I bambini di Forio, infatti, hanno iniziato a mangiare a scuola nel lontano 2007. Non un giorno fa. 17 anni fa. Una gestione sicuramente con alti e bassi, con intromissioni della politica e con qualche difetto ma che non ha mai visto la scuola dover essere presidiata dalle auto della Polizia e dei Carabinieri per contenere l’ordine pubblico. Per fortuna, dovremmo dire, è storia passata.
Quello che, però, non dimentichiamo e che crediamo sia utile al completamento della notizia sono i particolari che hanno visto come protagonista la preside De Vita. A due mesi dal suo arrivo a Forio la stessa preside mise nero su bianco una dettagliata denuncia contro la preside Maria Conti e, nel lungo testo di accuse, una grande percentuale era dedicata proprio alla gestione del servizio mensa.
La denuncia partita dal Balsofiore era data 31 ottobre 2022. La cosa bella è che con la data 2 giugno 2023 la Procura della Repubblica di Napoli ha redatto il dispositivo con cui venivano archiviate tutte le accuse contro la Preside Conti.
Un dettaglio importante che, alla luce dei fatti di questi giorni, pone tutta la vicenda sotto un riflettore particolare: perché la Preside a tutti i costi voleva che la mensa diventasse obbligatoria quando non lo è? C’è un retropensiero? Ci sono altre motivazioni? Non lo sappiamo, ma siamo convinti che gli adulti di Forio abbiano rimediato una pessima figura nei confronti di quei bambini che gli sono affidati e ai quali non potranno mai chiedere scusa.
Vito Iacono: “Chi ha concorso con false o erronee comunicazioni condizionando la libera scelta delle famiglie?”
“Condizionare la libera volontà genitoriale – ci ha detto il consigliere Vito Iacono -, esercitare ogni forma di pressione, quando vi è un cantiere aperto a fronte di una pubblica gara non si può e non si deve fare. Proporre forme o formule di prova non previste dal capitolato non si può e non si deve fare per condizionare o favorire la scelta della potenziale utenza non si può e non si deve fare. Poi altro è quello che accade nelle singole abitazioni dove fino a ieri si è spiegato ai propri figli che era meglio tornare a casa per il pranzo ed oggi si cambia idea a fronte di una gratuita lusinga che mortifica e svilisce il proprio ruolo ed anche la credibilità nei confronti dei propri figli e che potrebbe anche non riguardare chi è giustamente fuori da quelle dinamiche familiari se questo non alterasse in maniera determinante l’esercizio di un pubblico appalto pagato da tutti i cittadini, anche da quelli che non hanno fogli a scuola. Chi ha concorso con false o erronee comunicazioni condizionando la libera scelta delle famiglie a aderire al servizio mensa che viene erogato nell’ambito di un pubblico appalto, chi ha mediato per alimentare i proventi di quel pubblico appalto, deve rispondere alla propria coscienza, per quanto mi riguarda, su altri profili di responsabilità non sta a me indagare. E comunque – conclude Iacono – ancora oggi attività motoria in classe dopo aver spostato sedie e banchi, ormai siamo al grande fratello con i bimbi costretti nello stesso ambiente a fare di tutto. Ma questo al primo cittadino/papà nessuno lo ha detto e lui non ha chiesto scusa per queste gratuite violenze e disagi”.