giovedì, Settembre 12, 2024

21 Agosto. Fabio Ciciliano: “Bisognerà accettare che alcune case non saranno mai più abitabili”

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Si doveva fare. E’ questa la sensazione che è emersa dalla cerimonia civile che si è svolta ieri pomeriggio al comune di Casamicciola per ricordare il Terremoto del 21 agosto 2017. L’assenza di Enzo Ferrandino (rappresentato dall’assessore Adriano Mattera), Stani Verde (rappresentata dalla più inadeguata alla situazione, la consigliera comunale Marianna Lamonica) e di Dionigi Gaudioso (rappresentato dal vice Raffaele Di Meglio) è il carattere distintivo di come l’evento di ieri, il ricordo del terremoto del 2017, sia solo un problema di Casamicciola e, in parte, di Lacco Ameno.
Come abbiamo già scritto ieri, tuttavia, questi sette anni non ci hanno insegnato nulla. Non ci hanno insegnato a reagire, ad agire e, anche, a manifestare. La giornata di ieri (contaminata purtroppo ancora, da narrazioni personali che, di fatto, non aggiungono nulla al racconto) è trascorsa come un normale giorno di agosto. Casamicciola, ancora una volta, ha fatto spallucce davanti ai propri danni, ai propri drammi e alle proprie ferite. Ma abbiamo ben capito che, in verità, quello che ora conta è il “contributo” e, magari, la preoccupazione di dover disattendere ad impegni già presi dopo le conseguenze degli interventi del Prefetto Di Bari. Tuttavia, però, oggi siamo chiamati a raccontare quello che abbiamo visto. Per le valutazioni e le considerazioni avremo altro tempo.

Ciciliano: “I terremoti di per sé non sono letali. Sono le costruzioni scadenti in zone sismiche a provocare le vittime”

Le parole del Capo Dipartimento della Protezione Civile, il dott. Fabio Ciciliano, ci riportano con i piedi per terra e, forse, anche con una durezza che avrebbe potuto calibrare meglio.

Benvenuto ad Ischia al capo dipartimento della Protezione Civile, il dott. Fabio Ciciliano. Questa mattina ha avuto l’opportunità di sorvolare le zone ammalorate sia dal sisma sia dalla frana. Una ferita che a Ischia si sente molto. Forse questa è la ricostruzione più piccola d’Italia, sicuramente, ma anche quella più complicata e che può rappresentare una sfida anche per lei, in considerazione del nuovo incarico ricevuto da poco, a cui facciamo anche gli auguri.
“Grazie. Per me è stato un piacere tornare qui, perché ho ricordato ai sindaci che il mio primo lavoro da medico chirurgo l’ho svolto all’ospedale di Lacco Ameno, Anna Rizzoli. Ho sorvolato il territorio insieme al commissario Legnini e ho visto lo stato dei lavori di messa in sicurezza, che stanno procedendo con rapidità e competenza. Il territorio è particolarmente fragile, non ho bisogno di dirlo io, è evidente. Bisogna continuare a monitorarlo e a proteggerlo. Ci sono però alcune situazioni che sono francamente inaccettabili, come ho visto durante il volo: all’interno degli alvei, degli impluvi, ci sono dei manufatti e dei palazzi che sono stati costruiti forse in passato, ma che sono ancora lì e che costituiscono un rischio oggettivo, reale, attuale, che bisogna affrontare insieme al commissario straordinario Legnini”.

Oltre a questo, avrà letto sicuramente e avrà condiviso con il commissario Legnini quella che è l’imponente macchina che il Dipartimento ha autorizzato. Si parla di 400 interventi pubblici per un piano che metta in sicurezza in particolar modo il Comune di Casamicciola con un determinato numero di interventi e tanti altri invece che riguardano l’isola d’Ischia. Come lei saprà, la nostra isola è sempre al centro di questi eventi catastrofici che sono diversi nella storia anche recente, senza andare troppo in passato. Aveva già avuto modo di poterne ragionare, già sapeva che magari su questa piccola isola avrebbe trovato un impegno così importante da parte del Dipartimento?
“Prima di tutto, l’isola non è così piccola, ci sono altre isole minori molto più ridotte di dimensioni e di popolazione, che presentano anch’esse diverse criticità. E poi, come dico sempre, i terremoti di per sé non sono letali. Sono le costruzioni scadenti in zone sismiche a provocare le vittime. Quindi, bisogna essere chiari: il territorio è fragile di natura, e bisogna imparare a conviverci. L’uomo ha il dovere di mettere in sicurezza il territorio per garantire alle generazioni future una vita serena e sicura, che al momento noi non abbiamo. Perché fare una ricostruzione significa usare le risorse di tutti per rimediare a delle situazioni che forse si potevano evitare con una migliore pianificazione del territorio”.

Ci sono da sette anni senza casa oltre 1000 persone. A questi sfollati si aggiungono quelli della frana. Lei ha percepito una stanchezza tra la popolazione a causa delle lunghe attese e purtroppo anche degli eventi catastrofici che si sono susseguiti.
“Dobbiamo fare altro tipo di ragionamento. Per quanto riguarda l’evento del 2017, che è l’elemento sismico, dobbiamo considerare che nel 2022 si è verificato l’elemento idrogeologico e che solo a maggio di quest’anno è stato approvato il PAI, come mi hanno riferito i sindaci. Quindi, anche se è passato molto tempo, dobbiamo partire da maggio per valutare le situazioni. Poi, le persone che da anni non vivono più nelle loro case, è ovvio che non sono contente di questa condizione. Non conosco nel dettaglio le realtà di ciascuno, ma per alcuni potrebbe essere possibile il rientro, per altri la delocalizzazione, per altri ancora, come vi ho detto prima, bisognerà accettare che alcune case non saranno mai più abitabili”.

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