Responsabile dei sei anni di attesa, titolato da meno, protagonista della svolta. Giovanni Legnini, il commissario Giovanni Legnini è l’uomo che è riuscito a cambiare il senso della ricostruzione post sisma ad Ischia. Lo ha fatto grazie alla sua esperienza, grazie alle sue conoscenze, grazie alle sue capacità e, anche, grazie alla sua determinazione. Con il piglio più del politico che del tecnico ha risposto alle nostre domande nel post conferenza di confronto con le istituzioni e la cittadinanza radunata nella nuova sede del consiglio comunale di Casamicicola Terme presso il Concento dei Passionisti.
Sono trascorsi sei anni dal terremoto dell’isola d’Ischia, per Giovanni Legnini, un po’ di meno, ma il peso e la responsabilità non cambiano. Bisogna dare risposte ai cittadini.
«Assolutamente sì. Penso che questa ricorrenza, nel mentre denuncia ritardi e difficoltà, ci consegna in termini concreti una condizione per la quale è possibile che ci sia una svolta, è necessario che la si determini. Siamo intervenuti nell’ultimo anno su tutti i temi più scottanti: i condoni, le procedure amministrative, il dissesto idrogeologico, le opere emergenziali. Adesso, con il piano dell’Autorità di Bacino e il piano di ricostruzione della Regione Campania, si dovrà completare questo ventaglio. Intanto molte cose si possono e si devono fare, abbiamo programmi, cronoprogrammi, impegni, risorse finanziarie per iniziare e ce ne vorranno delle altre per completare gli interventi sufficienti per poter determinare questa svolta».
Commissario, leggendo il rapporto pubblicato in queste ore, emerge ancora il dato della sfiducia. I cittadini non hanno ancora compreso che si può delocalizzare, che lo Stato interviene, che possono scegliere anche perché esistono una serie di opzioni che possono garantire i diritti dei singoli.
«È esattamente così ed è il dato che più mi preoccupa. I cittadini spesso, e lo verifico quasi quotidianamente, si pongono in una situazione d’attesa. Ma se non c’è il progetto, se non c’è la domanda, se non c’è la proposta di ripristino, recupero, ricostruzione, delocalizzazione, se non arrivano le carte sul tavolo del Commissario e dei Comuni, quindi dei sindaci, il loro problema non si risolve. Il rapporto ci racconta esattamente questo. Noi adesso abbiamo in istruttoria nella struttura commissariale tre progetti per la ricostruzione privata, ne potremmo esaminare cento nei prossimi due-tre mesi se arrivassero».
Affianco alla ricostruzione privata, però, tutto l’impegno della ricostruzione pubblica dove c’è solo il ritardo dei sei anni.
«Assolutamente, lì non c’entrano nulla i cittadini, anzi sono parte lesa. Anche questo aspetto della ricostruzione pubblica, gli edifici e le opere danneggiate dal sisma e quelle dalla frana, abbiamo un ventaglio di procedure semplificate, di risorse stanziate, di cronoprogrammi approvati: se ha un valore il rapporto che io oggi ho presentato, oltre a quello della completezza, della trasparenza su come è stanno le cose, è proprio quello di consentire ai cittadini, ma anche a voi dei mezzi d’informazione, di controllare chi non fa le cose».
Le chiedo una risposta sincera, pur comprendendo il ruolo istituzionale: il piano consegnato dall’Autorità di Bacino ci sembra ignorare tutti gli sforzi che sta facendo il commissario, nel senso che gli interventi, le risorse e tutto quello che c’è da fare pare che, per chi non è sull’Isola, non abbiano valore
«Avremo modo di chiarirlo con l’Autorità di Bacino nell’ambito di rapporti istituzionali corretti e leali, ma non c’è dubbio che questo è un anello mancante. Il legislatore che cosa ha detto sei mesi fa? Prima il commissario fa il piano per mettere in sicurezza Casamicciola e poi gli altri comuni dell’Isola, successivamente l’autorità di bacino aggiorna il piano di assetto idrogeologico. Va da sé che bisogna tenere conto di quello che è stato programmato: se io realizzo una briglia, un muro, una vasca, un intervento corticale quel territorio è sicuro o non è sicuro? Può tornare ad essere sicuro? A questi quesiti il piano di autorità di bacino deve dare una risposta».
Lo firma lei il piano?
«Il ruolo del Commissario è stato assolto, cioè quello del piano e degli interventi urgenti per ridurre, mitigare il rischio idrogeologico. L’Autorità di Bacino deve disciplinare il grado di pericolosità e l’utilizzo del suolo, ma lo deve fare tenendo conto del piano del commissario. Questo è il punto di ricongiunzione. Avremo modo di farlo, dobbiamo farlo pensando ai cittadini che vogliono sapere la sorte della loro casa, della loro area e del territorio dove sono nati e hanno scelto di vivere. Dobbiamo dirgli se possono rimanere o andare via. La risposta a questa domanda, in ultima istanza, deve darlo, per legge, il piano di ricostruzione che si fonderà su questi due pilastri: piano del commissario che c’è ed è pubblico ed è in fase di attuazione e piano dell’Autorità di Bacino che solo adesso ha visto la luce e va notevolmente perfezionato. Sono d’accordo con il sindaco di Casamicciola, oggi ne abbiamo parlato con i cittadini: facciamo e fate le osservazioni, chiediamo le integrazioni e anche le modifiche che servono affinché sia un piano che garantisca sicurezza, ma anche il soddisfacimento dei diritti di chi soffre da tanto tempo».