martedì, Novembre 26, 2024

26 novembre: due anni dopola tragedia di Casamicciola

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Gianluca, Valentina, Michele, Francesco, Mariateresa, Salvatore, Eleonora, Nikolinka, Mariateresa, Maurizio, Giovanna, Giuseppe. E ancora Gianluca, Valentina, Michele, Francesco, Mariateresa, Salvatore, Eleonora, Nikolinka, Mariateresa, Maurizio, Giovanna, Giuseppe. E ancora Gianluca, Valentina, Michele, Francesco, Mariateresa, Salvatore, Eleonora, Nikolinka, Mariateresa, Maurizio, Giovanna, Giuseppe.
Sono questo i nomi delle 12 vite che il fango dell’Epomeo ci ha strappato via, con la sua violenza indescrivibile e che oggi, ricordiamo. Li ricordiamo con i fari spenti. Con il capo chino perché, forse, non abbiamo neanche il coraggio di alzarlo. E, sicuramente, non abbiamo neanche il coraggio di gridarli forte.

Abbassati i riflettori dello scorso anno, primo anno dalla tragedia, quando sfilarono a Casamicciola Ministri e Governatori di Regione, quest’anno il loro ricordo, intimo per i familiari e pubblico per la comunità, sarà ridotto ad una cerimonia prevista per le 15.00 quando il sindaco Giosi Ferrandino ed il Commissario straordinario alla Ricostruzione on. le Giovanni Legnini deporranno una corona di fiori al Celario e, alle 17.30 con una Santa Messa celebrata dal Vescovo di Ischia e Pozzuoli, Mons. Carlo Villano.

Finisce qui il ricordo di Gianluca, Valentina, Michele, Francesco, Mariateresa, Salvatore, Eleonora, Nikolinka, Mariateresa, Maurizio, Giovanna, Giuseppe. Resta nelle lacrime dei parenti, degli amici e, per un attimo, nei titoli di qualche giornale locale o di qualche take ANSA. La tragedia di Ischia, al pari di tante altre tragedie minori d’Italia (tutte quelle in cui qualche politico nazionale non trova l’occasione per una speculazione o per qualche altra uscita), va in soffitta e resta ai territori. La contingenza con la fine dello stato di emergenza (che può durare al massimo 24 anni e verso il quale si attende qualche decisione del Parlamento), l’avvicinarsi della scadenza della nomina del Commissario Legnini (speriamo che la Meloni non cedi all’amichettismo che la sinistra le imputa e premi il merito!), le vicine elezioni regionali (con De Luca in lite con il PD e con qualche altra manovra da tenere al riparo di grandi riflettori), hanno dettato questo modo light di ricordare le nostre 12 vittime. In un misto tra sentimenti di assuefazione all’italico modo di dimenticare e la conferma che dimentichiamo presto (troppo presto!) i nostri guai trascorreremo un anonimo 26 novembre.

Ritorneremo sotto i riflettori nazionali per le solite baggianate sull’abusivismo edilizio e troveremo (poco) spazio in qualche talk da seconda serata che, forse, manderà qualche vecchio servizio in onda. Ma dopo due anni, in qualche modo, se non abbiamo imparato il valore del ricordo collettivo e delle sue manifestazioni, abbiamo almeno la consolazione (relativa, sia chiaro!) che la macchina dello Stato si sta muovendo. Potrebbe andare meglio, ci potrebbero essere meno infiltrazioni locali, potrebbe essere più libera da legacci territoriali ma si muove. I dati confermano una certa attività anche se, come cantava Tullio De Piscopo, con un “andamento lento”, ma si procede verso quello che l’anno della verità, il 2025, almeno per la ricostruzione pubblica.

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