Pensioni e stipendi propri, dei propri figli e dei familiari, risparmi ed immobili di famiglia, imprese ed auto si sono trasformati in una perdita di oltre 30 milioni di Euro per le 160 persone col vizio del gioco, ora assistite dall’ASL Napoli 2 Nord. “Ognuno dei nostri assistiti si è giocato quel che aveva e quel che riusciva a recuperare da familiari, amici e soci – dice Giorgio di Lauro, direttore del Dipartimento di Dipendenze Patologiche dell’ASL Napoli 2 Nord – Alcuni hanno perso fino a 2 milioni di euro, altri solo i 12 mila di cui disponevano. In ogni caso, la dipendenza dal gioco ha generato tragedie familiari. Divorzi, abbandoni, fallimenti di imprese, in alcuni casi perfino vagabondaggio. Il problema è molto più ampio di quello che si immagina e nei paesi della nostra ASL assume toni davvero drammatici”
L’utenza del centro della ASL di competenza anche della nostra Isola, è composta per l’89% da giocatori classificati come “malati” e dall’11% da giocatori che hanno “un grave problema” ma che non sono ancora entrata nella spirale della dipendenza vera e propria. Anna Grazia Mautone, Responsabile terapeuta del Centro per le Dipendenze Comportamentali è chiara nel rivendicare il ruolo importante dell’iniziativa dell’azienda regionale: “Il nostro centro ha avviato le attività nel 2012 e, nell’arco di pochi mesi, è diventato un punto di riferimento per moltissimi giocatori. I pazienti che arrivano da noi il più delle volte hanno già perso tutto: patrimonio, lavoro, famiglia ed affetti. È una tragedia che attraversa la nostra provincia in modo silenzioso, ma che sta devastando intere comunità”. La presa in carico dei pazienti presso il centro prevede un percorso di recupero psicologico, l’inserimento in gruppi di autoaiuto e l’affiancamento di legali che aiutano i giocatori a valutare le proprie condizioni debitorie. I pazienti vengono indirizzati al centro dai familiari o vi arrivano attraverso il passaparola. Dice ancora Di Lauro “Abbiamo assistito a casi in cui il gioco d’azzardo ha innescato anche altre forme di dipendenza. Dal gioco si è passati all’alcol e, in alcuni casi anche alle droghe. Occorre considerare il gioco d’azzardo non come un passatempo o un divertimento, ma come un grave disturbo del comportamento, capace di devastare le vite di migliaia di persone. La passione per il gioco diventa vera e propria malattia, quando aumenta progressivamente la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare e la somma spesa nel tentativo di recuperare le perdite in un escalation senza ritorno.” Il problema dello slot, delle scommesse sportive e di questa merdaccia statale che sta imbrattando le vite di molti di noi, putroppo non riesce ad essere preso il verso giusto. Certo, la contraddizione più forte è che tutto viene gestito, garantito e protetto dallo Stato Italiano. Una piaga sociale che, ognuno di noi, ha potuto in qualche modo toccare anche in maniera indiretta tramite un conoscente, un amico, un collega di lavoro. I sindaci, nonostante abbiano poche facoltà nel merito, potrebbero, o meglio dovrebbero, far cartello contro le macchinette mangiasoldi e contro gli imprenditori che ci lucrano su. Dovremmo, sinceramente, iniziare a considerare i gestori di sale slot e similiari dei veri e proprio spacciatori di morte. Ad ogni malato, quello che l’ASL cura come abbiamo letto sopra, dovrebbe corrispondere un “pusher” specializzato e autorizzato. Putroppo siamo ancora lontani dall’essere una società che riesca ad indignarsi, a reagire e a dire no. Ognuno vive la propria vita, magari coltiva nel segreto la vergogna di un familiare affetto dal “gioco compulsivo” e tace, sperando che un giorno, il malato possa rinsavire. Ora abbiamo un dato certo: 30 milioni di euro solo nella nostra ASL. Almeno 1 milione di euro al mese nella nostra isola d’inverno e ben altre cifre considerevoli in estate. Vogliamo smetterla di girarci dall’altro lato e provare a fermare questa strage? Come al solito, noi ci siamo.
libera impresa e ragioni di stato sono peggio dell’ebola. Perchè lo stato non riduce le forme di gioco che gli fanno incassare miliardi di euro? Caro direttore Di Meglio perchè non proponi un referendum per azzerare le tante forme di gioco che ogni minuto, 5 minuti , ogni ora e ogni giorno del giorno stanno uccidendo tanti deboli che credono che con il gioco si possa risolvere qualunque problema?