Giunge al termine, o sta per farlo se preferite, la travagliata procedura di privatizzazione della Caremar. Giovedì prossimo l’atteso e definitivo passaggio di quote della compagnia Campana. La società che fu regionale diventa a tutti gli effetti un operatore privato con il trasferimento delle azioni al gruppo Snav-Rifim. Secondo le prime indiscrezioni trapelate l’accordo sul passaggio di cantiere e la garanzia d’impiego del personale navigante in forza alla società è sui prossimi tre anni. La compagnia campana passa agli investitori privati assicurando ancora tre anni di lavoro agli equipaggi e i livelli minimi di servizo garantiti sin’ora. I posti di lavoro costituiscono una priorità assoluta, assieme agli obblighi di mantenimento dei servizi di collegamento e alla tutela dei pendolari. Per ognuno di questi obblighi, ed in caso di mancato assolvimento anche di uno solo degli stessi, è prevista la revoca del contratto di affidamento. La Snav-Rifim dovrà, dunque, garantire il mantenimento dei 300 posti di lavoro ricoperti alle dipendenze della compagnia pontina. Tutto come da pronostico eppure ci sono voluti diversi mesi prima di poter dire la parola fine al caso Caremar. Dopo più di un anno la lunga procedura burocratica, snodatasi tra le critiche di chi chiedeva che la società rimanesse in mani pubbliche e le continue rivisitazione delle procedure da parte della commissione aggiudicatrice, ha subito una improvvisa accelerata con il voto regionale consegna come da pronostico l’intero pacchetto all’armatore ginevrino Aponte con il suo colosso marittimo. Infatti tutto è stato deciso in un giro di lancette ancor prima che il nuovo governo targato De Luca si insediasse. Ciò quantunque si aspettasse la risoluzione giudiziaria del caso De Luca e quindi ancor prima che si insediasse il nuovo consiglio regionale. La partita si è chiusa tra il 24 ed il 25 giugno con i funzionari regionali ed i vertici aziendali SNAV e Medmar (Aiello e D’Abundo) impegnati già in sede notarile per creare il nuovo CdA Caremar. Un CdA di livello formato dall’Avvocato Salvatore Ravenna quota SNAV, il Dott. Francesco Cece in quota MedMar e dal Sig Ponti V. in quota Snav. La società si è aggiudica l’affidamento del servizio di trasporto marittimo per 9 anni. La gara in origine prevedeva la presentazione di un’offerta al rialzo sul valore della società, rapportato al valore di mercato, e di un’offerta al ribasso sui contributi statali, fissati a 19 milioni di euro annui. La società vincitrice ne chiede 10, a fronte dei 13 milioni chiesti dalla seconda in graduatoria Alilauro. La Regione Campania risparmierà, in tal modo, secondo le stime degli esperti, 9 milioni di euro annui. Per il trasferimento del 100% pacchetto azionario, e l’acquisizione totale della Caremar, la Snav pagherà invece 6 milioni di euro, cioè la stessa cifra stabilita all’interno del bando come base d’asta. Scacco matto, si può dire, dell’armatore e titolare della Snav, Gianluigi Aponte, alle 9 compagnie marittime, destinatarie un anno fa dell’invito alla presentazione delle offerte di gara. L’imprenditore campano sempre un anno fa era sceso in campo anche per l’affidamento della Laziomar, assegnata qualche poi al gruppo armatoriale D’Abundo, la cui società capofila è, ancora una volta, la Snav. Ora, come diceva qualcuno a pensar male si fa peccato ma molte volte ci si azzecca! Siamo forse di fronte al concretizzarsi di un accordo elettorale. L’etica avrebbe imposto almeno una concertazione politica dopo l’insediamento del neoeletto consiglio. Un’ipotesi più che plausibile.
IDA TROFA
Ma come il contratto di servizio prevede 9 (nove) anni di contributi da parte dello stato, mentre i livelli occupazionali sono garantiti solo per 3 anni??? Ho qualche dubbio….
De Luca sta pagando “i debiti” elettorali, come giustamente recita l’articolo. Lo sanno tutti che è stato sostenuto dagli armatori per la sua elezione. Quindi, di che scandalizzarsi?
Prepariamoci a rincari mai visti ,si e’ materializzato il piu’grande monopolio mai visto nel golfo di Napoli