IDA TROFA | Lo stato d’indigenza nel nostro paese dovrebbe essere oggetto di un costante monitoraggio per la grande rilevanza del fenomeno che incide notevolmente sulle dinamiche sociali, economiche e politiche. Specialmente se parliamo di una realtà con velleità di sviluppo e sfruttamento turistico. Una realtà che, unitamente alla immigrazione, rappresenta uno dei fenomeni con più larga incidenza sulla comunità.
Non si tratta solo di buon senso, ma sopratutto di umanità! A Casamicciola Terme la situazione, in questo senso, appare alquanto atipica ed articolata. E’ stato, è e, infine, sarà il complesso del Pio Monte della Misericordia in via Salvatore Girardi, lo è diventato il Capricho che fu “de Calise”: riferimenti e punti d’appoggio per quanti non hanno più un posto dove stare, vivere, dormire nelle notti fredde invernali e in quelle calde ed asfissianti d’estate.
Lo stabile, al centro di una intricata querelle sulla proprietà tra la Marina Mercantile, che ne rivendica il titolo, e il comune, che si dice proprietario, da mesi è divenuto un vero e proprio centro di ricovero, sporco e degradato nelle viscere, tirato a lucido lì dove l’occhio batte.
In tutto questo tira e molla, in cui per anni è stato coinvolto anche il privato gestore per il relativo pagamento dei canoni di occupazione, si è insinuato l’abbandono il degrado la deriva. E’ infatti proprio con l’addio del Privato, la Calise snc che si registrano i primi segni di una indecente devastazione.
In questo ambito, come ago della bilancia, si pone, dunque, la situazione abitativa per importanza e livello di criticità, anche perché, in termini più generali, esso coinvolge direttamente le politiche comunali. In sostanza qui c’è gente che si muore di fame, non ha soldi per vivere e non si tratta più solo di immigrati, ma, troppo spesso, si tratta di cittadini nati e cresciuti a Casamicciola (in questo caso) ma che non sanno più come vivere se non di espedienti. Che fine hanno fatto le case popolari, chi sono gli aventi diritto? A chi sono state date e perchè? Perché ci sono casamicciolesi che vivono nel Capricho. Prima era fuori, sotto ai balconi e negli scantinati ora anche dentro dove dimorano e vivono diverse persone.
La questione che spesso gli ischitani credono lontana dalla realtà isolana, riveste invece un ruolo di sempre più cogente attualità.
Spesso questa persone restano senza lavoro, senza una casa, senza prospettive e si riducono a vivere nelle aree dismesse ed abbandonate dei comuni. E’ proprio il caso Casamicciola Terme.
In questi giorni tra tutti gli “abusivi” che razzolano per il paese, spunta almeno qualcuno che ha davvero bisogno e che forse ha insito nel suo status di povertà e di necessità i soli titoli per avocare il diritto alla fruizione di quegli spazi, di quello che fu una volta il “Capricho de Calise”.
Tra i tanti “abusivi”, che hanno preso possesso, usato ed abusato del locale più in del territorio, c’è almeno qualcuno che lo usa per gli scopi ed i fini sociali, umanitari per cui era sorto, senza scopi di lucro o sfruttamento.
Alcuni venditori ambulanti di origini asiatiche hanno, infatti, ripulito e sistemato un’area interna dello stabile al coperto, sistemando tutto l’occorrente per mettere su una modesta abitazione, altri addirittura casamicciolesi e qualche napoletano con problemi di tossicodipendenza hanno realizzato letti di fortuna ,letti e tutto l’occorrente per trascorrere qualche notte di sonno decorosa, in uno stabile praticamente abbandonato, buono solo per essere sfruttato da chi ne ha la convenienza.
Una situazione abitativa, quella dei tanti immigrati che pullulano sul territorio, che resta indissolubilmente collegata al difficile equilibrio delle politiche pubbliche sulla casa, di per sè totalmente assenti sull’isola d’Ischia per poter anche prevedere interventi sull’immigrazione. Lo dimostra l’assalto al Pio Monte, lo conferma la nascente baraccopoli di Piazza Marina.
Casamicciola possiede i suoi campi nomadi addirittura in pieno centro .Senza tetto, cittadini indigenti avvinti dalle difficoltà della vita.
Sono loro, forse, gli unici ad avere bisogno di solidarietà ed aiuto dalla comunità, ma non è certo infrattandosi di soppiatto in questo rudere in divenire, impupazzato per fingere interventi ed azioni, che lo si può fare. Questa non è solidarietà o sostegno, questo è disinteresse degrado, sfruttamento del bisogno. E’ stata, poi, fatta la domanda per la custodia. Stando ad alcuni racconti, infatti, i soggetti che attualmente occupano lo stabile sarebbero stati autorizzati verbalmente a risiedere nel Capricho. Una sorta di cambio merci. Costoro dormono e si riparano nell’immobile (questo non per tutti, ma solo per alcuni cittadini in difficoltà) ed in cambio assicurano una guardiana minima, la pulizia ed il controllo delle struttura diurna e notturna.
Tutto con tanto di richiesta scritta a svolgere tale ruolo di volontario della guardiania al Capricho. Inoltre sarebbe stato consentito loro di usufruire delle docce del Campo Sportivo a Pietra di Bue per l’igiene personale e la pulizia.
Interventi tampone, palliativi a fronte della totale assenza di politiche per la casa ed il sostegno ai soggetti bisognosi. La soluzione indegna e disumana consentiteci la considerazione a fronte di un problema, l’indigenza e la povertà, creato ed alimentato dalla malapolitica.