giovedì, Gennaio 16, 2025

Procida: ecco il villaggio preistorico di Vivara

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Una lingua di terra di nemmeno mezzo chilometro quadrato nel Mar Mediterraneo. In tanti nemmeno la conoscono, schiacciata com’è tra le più note Procida e Ischia. Eppure sembra che nel XVII secolo a.C. l’isolotto di Vivara – ancora interdetto alle visite – fosse uno dei porti più attivi del Mediterraneo. Ciotole, vasi, piastre, frecce, lame per la caccia e attrezzi per la filatura della lana lo testimoniano: molti di questi manufatti provenivano dalla Grecia micenea.

Sono 40 anni che i ricercatori dell’Università Suor Orsola Benincasa, guidati dall’archeologo Massimiliano Marazzi, lavorano sul passato preistorico dell’isola. E hanno scoperto che sul pianoro di Punta Alaca c’era un villaggio esteso. Il fermento vulcanico del Golfo di Napoli ha fatto sprofondare negli anni case, viottoli e capanne sempre più in basso sotto il livello del mare. 14 metri per la precisione. Ma l’archeologia subacquea ha permesso di ricostruire in 3D quello che doveva essere l’insediamento di Vivara all’epoca. Gli esperti di rilevazione tecnologica guidati da Leopoldo Repola hanno fatto rivivere al computer la Vivara della preistoria. Scendeva verso il mare e guardava verso Capri, Procida e Ischia con il suo castello aragonese.

Un’anteprima per vedere più da vicino le scoperte archeologiche di Vivara ci sarà lunedì 7 settembre al Palazzo della Cultura di Procida. Un’occasione – quella del progetto Terra – per dare nuovo lustro culturale a un’area finora rimasta sommersa dal tempo e dall’acqua.

[corriere del mezzogiorno]

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