Accade anche questo ad Ischia! Dopo cinquant’anni di matrimonio, si separano a causa dei rumori. Una separazione solo notturna. Il motivo è la intolleranza dei rumori e della inciviltà di chi affolla la strada sottostante la propria stanza da letto. Parliamo della signora Antonietta Mazzella, moglie del preside Nunzio Albanelli. La signora è sull’orlo della disperazione. E’ stata costretta a chiedere ospitalità ad una parente che abita sì ad Ischia, ma lontano da quest’inferno.
Marito e moglie stanno conducendo da anni, una sacrosanta battaglia contro i rumori molesti prima del Valentino, poi dell’Ecstasy, contro il sovraffollamento di giovani che si assembrano sul Corso e passano da un marciapiedi all’altro tra il vociare alto, gli schiamazzi, le eruttazioni e i vomiti di chi non riesce a sopportare l’overdose di birre. Gli Albanelli hanno scritto e fatto di tutto, hanno parlato con tutti, con gli inutili amministratori, tra l’altro responsabili diretti di quello che succede oggi per aver permesso opere in contrasto con i vecchi piani (per esempio, quelli che prevedevano un parcheggio dove oggi sorge il Valentino) e ampliamenti a sorpresa, come quello sotterraneo che ha visto unificare il vecchio locale Charlie col Valentino. Hanno invocato l’intervento dei Carabinieri, del Commissariato di P.S. ma unanime è stata la risposta: è tutto autorizzato! A pochi metri di distanza, come se non bastasse, altri due focolai di devastanti rumori: la nuova Pizzeria di Pantaleo, con tanto di Kebab e vendita di birre anche ai minori, spesso teatro di scontri pericolosi, il Parco Giochi nei pressi del Cinema Excelsior e l’Emmenovis, subito dopo il cinema. Tutti qui, a formare il grande quadrilatero dei rumori. In pieno centro abitato, sotto le finestre di chi avrebbe diritto a dormire, sotto le stanze da letto di chi dovrebbe andare a lavorare il giorno dopo una nottata d’inferno. E come se non bastassero rumori e schiamazzi, oltre il blocco del tratto di Via Francesco Sogliuzzo, al mattino l’impatto con scene disgustose è fisso, soprattutto il sabato e la domenica: la strada viene abbondantemente bagnata per ripulirla dai vomiti, dalle urine e a volte, anche da evacuazioni di vario formato e notevole fetore. Il tutto in uno spazio di appena trenta metri che trasformano un pezzetto del Corso in un vero e proprio cesso a cielo aperto. E poi, rifiuti in gran quantità per gli operatori ecologici costretti a rimuovere, entro le nove del mattino, carte, bicchieri, bottiglie, avanzi di pizze e panini, indumenti d’ogni tipo, qualche profilattico, fazzolettini, lattine di bevande varie e chi più ne ha più ne metta in questa discarica del divertimento notturno. L’esasperazione degli abitanti della zona (pochi quelli che la manifestano a gran voce mentre gli altri mugugnano silenziosi), è evidente e comprensibile ed ha raggiunto e superato ogni limite. Nel lontano ’98 il sottoscritto, candidato alle amministrative, inserì nel proprio programma elettorale lo spostamento dei locali in questione fuori dal centro abitato. Si registrarono varie reazioni. Qualcuno disse che la proposta colpiva il diritto dei giovani di divertirsi. Ma poi si scoprì che era candidato in altra lista.
Una situazione analoga si ha pari pari, in un diverso luogo d’Italia, Rovereto. Qui sorge lo Smart lab, centro giovani voluto dal Comune. Eccessivamente rumoroso. I residenti sono esasperati: dopo le proteste verbali e scritte all’amministrazione comunale, dopo gli interventi della circoscrizione Nord, dopo le richieste di insonorizzazioni e di maggiori controlli, ecco il ricorso al tribunale civile. Sono stati alcuni residenti della zona a chiedere un’azione dell’autorità giudiziaria per una valutazione sulla rumorosità del centro giovani.
Nessuno, lo dicono gli stessi residenti, vuole fare chiudere lo Smart lab: si chiede, piuttosto, un’analisi dell’inquinamento acustico sia delle emissioni della musica durante i concerti e le serate organizzate dai gestori sia del vociare e degli schiamazzi anche a notte fonda di chi, una volta uscito dal centro giovani, si ferma a chiacchierare all’esterno a voce alta rendendo impossibile il sonno a chi ha le finestre di casa poco distanti. Incredibile, sembra di parlare del Valentino e dell’Estasi di Ischia. E’ proprio vero che tutto il mondo è paese!
Non è la prima volta che lo Smart lab finisce sotto accusa. In primo luogo per il rumore impossibile da sopportare, dicono i residenti, soprattutto d’estate quando si vorrebbero tenere le finestre aperte ma i frequentatori chiassosi tirano tardi… E non bastano i doppi vetri per tenere lontani i rumori. Poi la somministrazione di superalcolici nel bar interno: il Comune favorisce le campagne antialcol e al centro giovani, è stata l’accusa, si servono alcolici (ma l’assessore aveva assicurato che sarebbero stati annacquati…) con gradazione ben oltre la birra o il vino.
Quindi la sporcizia nel giardino e nel parco confinante: è una schifezza, aveva fatto notare il presidente della circoscrizione Nord, c’è puzza di orina e di vomito, tutt’intorno bottiglie, bicchieri e cartacce. Sarebbe il caso di proporre un gemellaggio fra Rovereto e Ischia! Proteste ripetute, controlli effettuati come assicurano le forze dell’ordine e impegni del Comune per far rispettare la civile convivenza tra chi giustamente vuole divertirsi e chi altrettanto giustamente, chiede di non passare le notti in bianco. Prima una denuncia, poi un esposto e ora un ricorso al tribunale civile.
Appena si è diffusa la notizia del ricorso, la rete si è scatenata con i commenti più disparati e con le minacce non tanto velate, per prendere di mira l’amministrazione comunale, per denunciare la mancanza di spazi per l’aggregazione destinati ai giovani, per sottolineare come Rovereto sia diventata una città di vecchi: “A sti vecchi- tuona uno dei commenti- facciamo capire che ci siamo anche noi, che il coprifuoco c’era nella seconda guerra mondiale: da allora sono passati 70 anni”.
Non c’è speranza che si trovi una soluzione? “Io- dice Antonietta Mazzella fra amarezza e rassegnazione- intorno alle tre del mattino, esco di casa e mi incontro con la signora Franca che abita a piano terra e insieme gustiamo il primo caffè del nuovo giorno, sperando che il nuovo giorno sia diverso”. Ma i giorni e le notti non cambiano. E non cambia neppure Ischia. In fondo, perché dovrebbe cambiare? La gente ha preso d’assalto alberghi e ristoranti. La soddisfazione è alle stelle. Feste, farina e botti dappertutto, ogni settimana. Chi dovrebbe prendere in considerazione l’esasperazione di chi, come gli Albanelli, hanno chiuso occhio quando si sono trasferiti per qualche settimana, presso la figlia che insegna in Valtellina?
p.s. Abbiamo usato una foto generica presa dal web. Nessun riferimento ai protagonisti di questa storia!
In effetti la situazione è imbarazzante… Passi per la musica ad alto volume fino alle 2 di notte, come da legge, ma gli schiamazzi continuano tranquillamente fino alle 6 di mattina e a niente vale chiamare le forze dell’ordine che comunque non passano. Per lo più poi sono ragazzini e ragazzine che urlano, colpiscono portoni, cartelli e insegne, vagano ubriachi alle 6 di mattino e non avranno più di 13-14 anni, mentre ragazzi più adulti si comportano in maniera civile.
Ma secondo voi gli appartenenti alla attuale classe politica hanno la sufficiente intelligenza per capire che certe discoteche devono essere delocalizzate? Non c’è più uno come Enzo Mazzella.. e comunque bisognerebbe fare i conti coi “fratelloni” del Valentino che non sono certo gli ultimi arrivati..
solo quando gli ischitani patiranno veramente la fame si decideranno a prendere a calci nel sedere l’intera classe politica attuale, per ora la crisi ha colpito solo una minoranza della popolazione.