Il fascicolo è stato assegnato a Graziella Arlomede del pool mani pulite della procura partenopea
Mentre l’isola d’Ischia attende con ansia notizie sul futuro della Sanità, e in particolare della Salute Mentale (dopo la soppressione della Sir), un’inchiesta della Procura della Repubblica di Napoli sulle procedure di selezione dei direttori generali delle Asl della Regione Campania riapre il doloroso capitolo della gestione di un comparto cruciale. Proprio così: nel mirino finisce la giunta guidata da Stefano Caldoro, già più volte contestata sull’isola per il connubio con Giuseppe Ferraro, contestato per la decisione di trasferire i servizi psichiatrici da Villa Orizzonte a Villa Stefania.
Il fascicolo – a quanto apprende il portala Retenews24 – è stato assegnato a Graziella Arlomede del pool mani pulite della procura partenopea: si indaga per abuso di ufficio e falso in atto pubblico. I magistrati avrebbero acceso i riflettori sull’ultimo avviso pubblico della Regione Campania, un bando finalizzato a stilare l’elenco degli idonei a ricoprire l’incarico di direttore generale. La lista (462 idonei) che aveva avuto il via libera dall’esecutivo regionale guidato da Stefano Caldoro con la delibera n. 317 del 08/08/2014 è finita nel mirino dei pubblici ministeri. La giunta regionale avrebbe poi dovuto scegliere tra gli idonei i manager delle Asl. Ma tra i 462 professionisti figurerebbero – secondo la procura – aspiranti manager privi di titoli e requisiti, ma che sarebbero risultati, comunque, idonei (dopo la verifica degli uffici regionali) grazie , forse, alle necessarie coperture politiche. Nel corso dell’istruttoria da parte degli uffici di Santa Lucia erano state già segnalate alcune irregolarità che però non furono prese in considerazione. Il primo giugno in Regione Campania c’è stato l’avvicendamento con l’arrivo di Vincenzo De Luca al posto di Stefano Caldoro. La prima ipotesi, valutata dal neogovernatore, è stata di riaprire i termini per le domande, ma con l’intervento della magistratura diventa tutto più complicato. Di qui, dunque, la soluzione di un possibile annullamento tout court del bando.