mercoledì, Dicembre 25, 2024

L’addio ai sarcofagi nel silenzio dell’isola

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Pasquale Raicaldo | Hanno abbandonato l’isola d’Ischia ieri, in due voluminose casse di legno, portate a mano dai dipendenti di IschiAmbiente in una lunga e silenziosa processione che assomigliava ad un funerale. Ma è stato un commiato quasi indolore quello dell’isola con i preziosi Sarcofagi del Nascondiglio di Deir El-Bahari, ospitati al Castello Aragonese dallo scorso ottobre per il progetto di diagnostica e restauro ad opera dell’Istituto Europeo del Restauro e dei Musées Royaux d’Art et d’Histoire di Bruxelles, dove i due preziosi reperti dell’Antico Egitto faranno ritorno in queste ore. Un commiato indolore per l’isola dell’indifferenza: non già quella degli studenti incuriositi ed entusiasti, che in questi mesi hanno potuto osservare meravigliati il fascino dei Sarcofagi, esposti nel modulo espositivo trasparente “Europa”; né quella dei turisti che, tra le pieghe del Maschio, si sono imbattuti in un pezzo d’Antico Egitto, quasi un corto circuito storico, certo affascinante. No, l’isola dell’indifferenza è stata quella che fino a ieri non ha colto la portata mediatica di un progetto senza precedenti, la cui seconda tranche è dietro l’angolo (e dunque il tempo ci sarebbe ancora): perché dal prossimo 15 ottobre al 30 aprile del 2016, Ischia sarà presente proprio a Bruxelles, rappresentata dall’Istituto presieduto da Teodoro Auricchio, all’interno della grande mostra “Sarcofagi sotto le stelle di Nut”. Qui, un’eccellenza del nostro territorio – anche attraverso la professionalità di Annalisa Pilato – si ritaglierà uno spazio di primo piano.
Continuando a lavorare sui due Sarcofagi, databili tra il 1078 e il 945 avanti Cristo, furono rinvenuti nel 1891 a nord del tempio di Hatshepsut a Deir el-Bahari, all’interno di una grande tomba collettiva. Reperti che contenevano le spoglie di esponenti del Corpo Sacerdotale di Amon della XXI dinastia e delle loro famiglie. Il team lavorerà garantendo link e rimandi all’isola, al Castello aragonese e alla prima fase, prevalentemente diagnostica, che ha di fatto dato il là all’asse – inedito – tra Belgio e Campania. Un progetto imponente e ricco di fascino, che però ha lasciato indifferente – ecco – una fetta consistente di Ischia. Perché se è vero che, con il Comune di Forio capofila (che ha stanziato 6 mila euro per contribuire alle spese consistenti all’interno del progetto, le amministrazioni – pur con colpevole ritardo – paiono iniziare oggi a capire l’importanza di fornire un supporto all’Istituto, da parte dell’imprenditoria – in particolare quella alberghiera – non è giunto l’aiuto auspicato, richiesto, preventivato.
Malgrado gli sforzi di Federalberghi e del presidente Ermando Mennella (decisivi dieci mesi fa per il via all’evento), un silenzio assordante sembra essersi accompagnato alla richiesta di una sponsorizzazione da parte delle singole strutture e dei singoli imprenditori. Nonostante, va detto, il ritorno promozionale in termini di immagine per la destinazione Ischia, che certo si ritaglierà un suo spazio nei  Musées Royaux d’Art et d’Histoire di Bruxelles, peraltro su un target qualitativamente e culturalmente elevato.
Perché in Belgio sarà eseguito l’intervento di restauro in diretta  da parte dell’equipe ischitana all’interno di quel tunnel di cristallo di 16 metri  altamente tecnologico, ideato e realizzato dall’Istituto ischitano. E lì, ci sarà spazio per un videototem finalizzato alla promozione delle bellezze paesaggistiche e culturali dei comuni dell’Isola di Ischia e alla distribuzione del  materiale cartaceo informativo con l’obiettivo di promuovere l’immagine turistico-culturale del territorio ischitano. Occasione ghiotta, ghiottissima. Assai più di una fiera di settore.
E’ per questo che nei giorni scorsi Federalberghi aveva chiamato a raccolta gli associati, «in considerazione dell’importanza e del prestigio  dell’evento  che  darà la possibilità di promuovere il nostro territorio isolano  in una vetrina di eccellenza». Sottolineando «la necessità del contributo di tutte le attività turistiche per «sfruttare nel reciproco interesse  questa possibilità di promozione dell’ isola e dei suoi prodotti di eccellenza turistici ed etnoenogastronomici». Anche cento euro per stella, mica erano richiesti contributi a cifre blu.
La risposta è stata desolante: un paio di contributi sporadici, e non propriamente significativi. A dimostrazione che gli hotel coltivano interessi specifici di bottega, non certo una visione unitaria d’insieme che pure potrebbe e dovrebbe essere favorita da assessorati al turismo che – ahinoi – mancano.
E così al presidente dell’Istituto Europeo di Restauro Teodoro Auricchio e al suo team non è restato che fare spallucce: restano avvolti nel mistero i motivi della tirchieria degli imprenditori (che pure destinano fondi a pubblicità e promozioni singole), mentre l’auspicio è che al Comune di Forio facciano seguito gli altri, che si affannano in ritardo e che pure avrebbero promesso un sostegno, legato alle logiche della tassa di soggiorno.
Il punto è che i tempi stringono. E i Sarcofagi che ieri hanno lasciato l’isola raggiungeranno Bruxelles in tir. In attesa che nella capitale belga arrivino maestranze isolane. Perché di fatto il progetto di diagnostica e restauro dei millenari reperti ha fatto leva su manodopera isolana (da Ecoferro ai falegnami). Muovendo un po’ di indotto, parallelamente all’esaltazione della nostra isola, vista attraverso una prospettiva nuova ed affascinante. Che qualche giorno fa ha conquistato persino Sergio Chiamparino, già sindaco di Torino (città del più grande Museo Egizio d’Italia), attuale governatore della Regione Piemonte. Per la verità, in questi mesi non sono mancate le visite eccellenti alla sede dell’Istituto, sul Castello Aragonese. Compresa quella di Vincenzo De Luca, attuale presidente della Regione Campania, illustre assente (colpa di Sommese?) nel supporto a un progetto che avrebbe meritato senz’altro maggiori attenzioni.
«Dal canto nostro – sottolinea Teodoro Auricchio – ringraziamo chi ci ha sostenuto nella prima parte del progetto, a Ischia. Dall’Arma dei Carabinieri (che anche ieri ha accompagnato la delicata fase del trasporto dei Sarcofagi, n.d.r.) al Rizzoli, da IschiAmbiente al primo cittadino di Forio. Ci aspetta in Belgio una seconda parte esaltante ma impegnativa, per la quale chiediamo all’isola uno sforzo». Un appello che – chissà – potrebbe smuovere le coscienze dell’imprenditoria, sin qui sorda. E’ anche per questo che quello di ieri aveva tutta l’aria d’essere un funerale silenzioso.

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