Pasquale Raicaldo | Indimenticabile. Ha lasciato un segno indelebile, il Commenda, nella storia dell’isola d’Ischia. Intuendone le potenzialità turistiche. Investendo nel suo appeal. Ci sono Miti intramontabili. E intelligenze universali, in grado di comprendere il futuro, anticipandolo.
Perché gli investimenti alberghieri di Angelo Rizzoli a Ischia – tradotti in interventi fondamentali nei settori turismo, benessere, occupazione – ne hanno fatto l’artefice unico dello sviluppo turistico dell’isola.
E oggi, nel celebrare il quarantacinquesimo anniversario della sua morte (era il 24 aprile del 1970 quando, 81enne, scomparse), Ischia si volge al suo passato comprendendone in pieno la figura e la sua incisività sulle trasformazioni epocali del nostro territorio. E – inevitabilmente – interrogandosi sull’impoverimento della sua offerta turistica e del panorama imprenditoriale che orbita intorno al turismo. Su un’isola diventata protezionistica, che chiude le porte – preoccupata – al forestiero, immemore spesso del contributo fondamentale di chi, a cominciare dal più grande, ha dato un timbro alla sua identità.
Perché Ischia – ha raccontato Cesare Romiti – è l’isola alla quale lo legò un rapporto profondo e generoso: per amore e per passione sono sorti grazie ad Angelo Rizzoli il Centro Studi Lacco Ameno Terme, l’ospedale Anna Rizzoli, i grandi alberghi, i cinema, tante infrastrutture. Da gesti di solidarietà personale è nato un grande disegno, che ha fatto di Ischia quello che è oggi, l’isola del turismo d’arte e del benessere. Un disegno sociale, civile e scientifico, coltivato grazie a una cultura imprenditoriale che sembra ormai essersi dispersa con il passare del tempo, capace cioè di agire anche senza volontà di fare affari, senza perseguire scopi di lucro. Lo dimostra il fatto che ogni realizzazione è avvenuta al di fuori della convenienza politica e anche di qualsiasi contributo pubblico, persino della generosissima Cassa del Mezzogiorno.
Angelo Rizzoli sbarcò a Ischia nel 1950 per controllare se aveva ben investito i 50 milioni di lire prestati al ginecologo milanese e suo amico personale Piero Malcovati, deciso a rilanciare le terme isolane. E a lui si dovette la trasformazione di Lacco Ameno, dal Regina Isabella elle Terme Radium Santa Restituta, dall’acquisizione e ristrutturazione dell’Hotel Terme Manzi di Casamicciola Terme alla costruzione dell’Hotel Reginella con all’interno, addirittura, cinema e teatro per l’intrattenimento della clientela d’élite. Per tacere, naturalmente, di quel lascito che è l’ospedale pubblico, che intitolò alla moglie Anna.
Oggi Lacco Ameno e l’isola intera non vogliono e non posso dimenticarlo. Ed è anche per questo che su impulso dell’Assessore alla Cultura Cecilia Prota si svolgerà oggi la seconda edizione di “Ricordando Angelo Rizzoli”, un evento che si svolgerà presso la scuola media dell’Istituto Comprensivo Statale “Vincenzo Mennella”.
Il programma della mattinata prevede un incontro alle ore 10.30 dell’Amministrazione Comunale e della dottoressa Massimina Monti successive (oggi volontaria presso il Museo di Villa Arbusto), che ha collaborato all’ideazione ed alla realizzazione del progetto e che seguirà i ragazzi nelle fasi con i ragazzi delle classi seconde presso lo stesso istituto.
Ai ragazzi verrà illustrato il progetto e poi sarà loro consegnato un dvd contenente un documentario sulla vita di Angelo Rizzoli Rizzoli. La seconda fase prevedrà una visita guidata al Museo Rizzoli e la possibilità di raccoglier testimonianze/interviste (saranno loro a decidere come acquisirle). Poi, ragazzi avranno elementi sufficienti per la realizzazione di un lavoro sulla figura di Rizzoli e verrà indicato un tempo entro cui i lavori dovranno essere completati. Tra tutti i lavori verrà scelto quello che riuscirà meglio ad evidenziare la figura del protagonista dell’evento. Seguirà una cerimonia di consegna di una targa al miglior lavoro. Per la mattinata di oggi, durante l’orario di visita previsto per l’intero complesso museale e cioè dalle 9:30 alle 13:30, sarà possibile visitare gratuitamente il Museo Rizzoli. Un’occasione imperdibile per rituffarsi negli Anni Sessanta. Apprezzando il contributo fondamentale del Commendatore allo sviluppo dell’isola. Se siamo quel che siamo, oggi, è anche e soprattutto merito suo. Se non riusciamo a restarlo, è perché ci manca.