[intro]Le polemiche per Erri De Luca. L’arresto di Mister Cpl. Il cantante che si esibisce per la figlia del boss…[/intro]
Pasquale Raicaldo | se fosse una maledizione? Nel dubbio, i papabili cittadini onorari di Ischia (e comuni limitrofi) farebbero forse bene a declinare il pur lusinghiero riconoscimento. Ma se due indizia fanno una prova, il terzo è assimilabile a una sentenza: la cittadinanza onoraria di Ischia non è quel che si suol dire un portafortuna. O, guardandola da una prospettiva certo inquietante (benché non inedita), l’amministrazione comunale non sceglie con la dovuta cura i personaggi ai quali attribuire l’onorificenza. E se la cittadinanza onoraria allo scrittore Erri De Luca, che proprio domenica è atteso ad un intervento sull’isola nell’ambito del Festival internazionale di Filosofia, non fu accolta con un plebiscito (e intanto l’autore di “Tu, mio” è impelagato in un delicato processo per presunta istigazione a delinquere), è un altro concittadino illustre, oggi, a doversi giustificare.
Si tratta del cantante Sal Da Vinci, ormai isolano d’adozione: nell’ottobre del 2011 il consiglio comunale di Ischia gli assegnò le chiavi della città in virtù del «contributo dell’artista per la promozione e la qualificazione dell’immagine di Ischia, valorizzando le sue bellezze naturali e culturali»: l’opposizione non fu d’accordo. Ecco, in queste ore il suo nome è comparso tra quello degli artisti che, il 9 novembre 2010, si esibirono, in un noto locale di Pozzuoli per il matrimonio della figlia di Marco Mariano, boss dell’omonimo clan del centro storico di Napoli. I particolari delle nozze della figlia di Marco Mariano, particolarmente sfarzose, sarebbero contenuti in un’informativa dei carabinieri prodotta nell’ambito di indagini sulle attività illecite della camorra nel centro di Napoli.
Ora, intendiamoci: Sal Da Vinci non è coinvolto in nessuno dei fatti di camorra citati e – come ha avuto modo di chiarire – all’epoca si concedeva al cosiddetto circuito delle cerimonie e aveva un manager diverso da quello attuale che non gli disse per chi doveva esibirsi ma solo dove.
«Non sono indagato – ha spiegato il cantante a Repubblica – e non ho alcun avviso di garanzia. Mi hanno dato in pasto al tritacarne dei social media. Una gogna assurda. I miei figli sono spaventati: si domandano papà chi sia veramente, mia madre piange, mio padre si rivolta nella tomba. Scrivono che sarei andato a cantare alla corte di un boss, gratuitamente e per essere protetto. Ma chi cavolo lo conosceva a questo? Le versioni contrastano tra loro, parlano di posti diversi, sbagliano anno, mese».
Epperò, qualcheduno ieri ha storto il naso, rafforzando dubbi e perplessità su quell’onoreficenza che andrebbe pesata, valutata, conquistata.
Poi, c’è l’altra faccia della medaglia: non vorremmo che portasse, come si suol dire, sfiga.
Ma il rapporto causa-effetto è certamente più inequivocabile in un altro caso, quello certamente più famigerato. Il riferimento è, naturalmente, a Roberto Casari, mister Cpl Concordia. Finito in manette per la sospetta corruzione nell’ambito dell’inchiesta sulla metanizzazione della nostra isola. Il processo partirà a Modena il prossimo 25 novembre e per la Procura Casari si serviva della sua posizione per avvalersi «indebitamente delle risorse materiali e finanziarie della società Cpl peil raggiungimento dei fini criminosi». Investendo «incarichi di consulenza del tutto fittizi in quanto totalmente privi di concreta utilità economica rispetto alle attività dell’impresa». E giù con la celeberrima «stipula di due fittizie convenzioni per gli anni 2013 e 2014 con l’Hotel Le Querce di Ischia – albergo di proprietà della famiglia del sindaco Ferrandino Giuseppe » , con l’esborso di 165mila euro all’anno, cifra calcolata come spropositata dagli inquirenti. E ancora: la «assunzione da parte della Cpl di Massimo Ferrandino, fratello di Giuseppe, quale consulente della società, nonchè l’assunzione di numerose altre persone presso la stessa Cpl».
E si tratta certo della cittadinanza onoraria più discussa: già all’epoca in molti, a cominciare dall’opposizione, ebbero da ridire su un’onorificenza assegnata singolarmente a un imprenditore che certo avrebbe tratto il suo profitto dalla metanizzazione di Ischia. «È un orgoglio – disse invece Giosi – assegnare una cittadinanza onoraria così importante a chi ha realizzato la metanizzazione dell’isola d’Ischia con un’opera non comune, portando un’energia pulita ed economica», disse il sindaco nonostante le polemiche sollevate dalla minoranza».
Ebbene, qualche mese fa il Consiglio comunale di Ischia ha sospeso la cittadinanza onoraria a Roberto Casari: a fronte della richiesta di revoca avanzata dalla minoranza, insomma, Ischia ha optato per un prudente congelamento. La maggioranza in consiglio comunale aveva infatti respinto la richiesta dell’opposizione, che chiedeva la revoca della cittadinanza sottolineando “il grave danno d’immagine arrecato da Casari all’isola”, e votando, quasi all’unanimità, per una soluzione più prudente. “Siamo feriti nell’orgoglio per quanto avvenuto negli ultimi mesi – aveva spiegato Enzo Ferrandino, consigliere di maggioranza – ma non possiamo ergerci a giudici. E allora, in attesa di un verdetto chiaro di colpevolezza o, viceversa, di innocenza, non possiamo che attendere, con un gesto di civiltà e sobrietà in linea con la necessità di essere, sempre e comunque, garantisti”.
Fortissima fu la levata di scudi della minoranza: “Le sospensioni si danno a scuola, siamo delusissimi. – commenta Ciro Ferrandino – Ischia ha perso una grandissima opportunità, optando per una misura inutile che svilisce l’istituto della cittadinanza onoraria. La revoca, un atto forte e concreto, avrebbe invece consentito alla nostra comunità di riscattare la pessima figura nazionale. E’ per questo che in cinque abbiamo votato per questa soluzione, ritenendola opportuna a prescindere dalle vicende giudiziarie che riguardano Casari. E interpretando il sentire comune dell’intera comunità di Ischia”.
Ma quel che è certo è che è gli intrecci tra i vip e le cittadinanze onorarie, da queste parti, producono pruriti e allergìe d’ogni tipo. E non v’è dubbio che d’ora in avanti Ischia peserà con cura le cittadinanze onorarie e – chissà – anche gli orgogliosi beneficiari conteranno fino a tre prima di accettare e, con un sorriso a trentadue denti, posare con le scomode chiavi della città. Viste le polemiche dei precedenti e le vicissitudini, più o meno giustificate, dei nostri illustri concittadini.
Tra i quali, beninteso, non mancano esempi fulgidi e, per così dire, illibati.
Dallo scultore Arnaldo Pomodoro, cittadino onorario dal 2003 «per la disponibilità e la sensibilità che l’artista ha dato, con la mostra alla Torre del Guevara, alla nostra terra e in virtù della manifesta visibilità che l’isola d’Ischia», al premio oscar Ken Adam, dal magistrato Angelo Di Salvo all’architetto Sandro Petti, passando per Catello Maresca, a cui il Comune di Ischia ha manifestato in tempi non ancora sospetti, con l’onorificenza, «sentimenti di stima e di riconoscenza per la meritoria opera di repressione della violenza quotidianamente perpetrata dalle organizzazioni criminali in ampia parte del Paese oltre che nella nostra regione». Poi, certo, ci sono anche i casi di Vincenzino Montella e Licia Colò: very important person, ma davvero ambasciatori dell’isola in Italia e nel mondo? La minoranza storce il naso, come con Vicedomini e Cavallaro. Ma questa è certamente un’altra storia.
Per carita’,lavatevi la bocca prima di parlare di erri De Luca,la cui presunta imputazione e’risibile rispetto alle istigazioni a delinquere di personaggi anche politici comeBossi e Salvini.Magari fossero tutti come De Luca i frequentatori assidui della nostra isola!!