martedì, Novembre 26, 2024

Parte la crociata dei sindaci: “Ridateci il Regno di Nettuno”

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Pasquale Raicaldo | Ridateci il Regno di Nettuno. Stavolta proveremo a gestirlo meglio, promesso. E magari, chissà, eviteremo di trasformarlo in un territorio di scontro. Perché, in fondo, ne va del futuro del mare che bagna Ischia e Procida. E del turismo delle due isole. Ci sarebbero tutte le buone intenzioni del caso all’interno della crociata dei sette sindaci delle due isole del Golfo di Napoli toccate dall’Area Marina Protetta. Una crociata pianificata a tavolino ieri mattina, quando a Forio si sono incontrati tutti i primi cittadini coinvolti. C’erano, con il padrone di casa Francesco Del Deo, Paolino Buono, Giacomo Pascale, Rosario Caruso, Dino Ambrosino per Procida e i vice sindaci di Ischia, Enzo Ferrandino, e Casamicciola, Peppe Silvitelli.
Sia chiaro: il punto di partenza è che oggi l’organismo è commissariato su disposizione del Ministero dell’Ambiente. La sua gestione ordinaria è temporaneamente affidata alla Capitaneria di porto di Napoli. Un passaggio svilente, per un ente mai decollato, che ha naturalmente limitato la sua funzionalità nell’estate appena terminata.
E allora ieri mattina i sindaci hanno provato, dopo aver recitato il “mea culpa”, a rimboccarsi le maniche. Qualcuno avrebbe anche a messo che la guerra intestina con l’ex direttore scientifico, Riccardo Strada, abbia tarpato le ali all’Area Marina Protetta. «Ma abbiamo soprattutto provato ad essere costruttivi» ha spiegato Enzo Ferrandino. Appunto, costruttivi.
Si è così convocata, dopo l’incontro informale di ieri, un’assemblea dei sindaci per il prossimo 12 ottobre. All’ordine del giorno, la presa d’atto del commissariamento da parte del Consorzio, la nomina del nuovo consiglio direttivo (che resta comunque formalmente in vita, e al cui interno va sostituito il presidente, Donatella Migliaccio, consigliere comunale a Forio) e, soprattutto, la redazione di una delibera con la quale si proponga di riassumere la gestione del Regno di Nettuno.
Un’interlocuzione diretta con il Ministero, cui i sindaci vorranno ufficialmente chiedere di riprendere in mano l’organismo, senza magari commettere i marchiani errori del passato.
E dunque i sindaci sembrano scegliere una strada finalmente conciliante, che passa attraverso il riconoscimento di una gestione non troppo oculata ed efficiente. Scongiurando l’eventualità di un ricorso al Consiglio di stato per il commissariamento, che esacerberebbe ulteriormente gli animi e prolungherebbe i tempi. Appena un mese fa, del resto, la settima sezione del Tar Campania aveva rigettato il ricorso del Consorzio di gestione dell’area marina protetta ritenendo il commissariamento del Ministero dell’Ambiente legittimo. Contro la decisione avevano fatto ricorso al Tar il consorzio e il comune di Forio. Per il Tar – lo ricorderanno i lettori più attenti – il potere di “revoca” della “gestione provvisoria” dell’Area Marina protetta è stato esercitato in presenza dei presupposti tutti di fatto e di diritto che ne consentivano l’esercizio. Per i giudici, inoltre, non era condivisibile la linea difensiva del Consorzio e non si può far risalire le responsabilità di alcune carenze funzionali solo ed esclusivamente alla condotta del responsabile scientifico, Strada (licenziato nel mese di aprile 2015). Il Tar aveva inoltre evidenziato che gli inadempimenti e le criticità, imputate dalla difesa del Consorzio al responsabile scientifico, sussistono da alcuni anni, e la cessazione del rapporto di lavoro di Riccardo Strada è avvenuta solo nel 2015, sette giorni prima dell’arrivo dell’atto di “commissariamento” da parte del Ministero. E i giudici avevano infine sottolineato “le diverse, notevoli, carenze funzionali nella gestione dell’area, non sono imputabili al singolo soggetto, ma al Consorzio tra i comuni costituito per assicurare la gestione provvisoria”.
Differente è, certo, il procedimento con il quale Riccardo Strada si era opposto al suo licenziamento. A prescindere dal suo esito, tuttavia, l’incarico dell’ex direttore scientifico sarebbe ora scaduto. E con l’auspicato rilancio del Regno di Nettuno sarebbe una nuova procedura concorsuale a determinare il nuovo numero uno dell’organismo.
Attraverso il suo profilo Facebook, intanto, Strada non perde occasione per rimarcare l’occasione al momento persa, per le isole di Ischia e Procida, di tutelare e promuovere il proprio mare. «L’ora più buia – ha scritto qualche giorno fa – è quella prima dell’alba_  non so quanto durerà questa notte del Regno Di Nettuno ma finirà anche lei, e troveremo sicuramente il modo di proteggere e valorizzare questo magnifico angolo di Mediterraneo. Mettiamoci al lavoro… gente di buona volontà… e l’alba arriverà!».
E in seno alle associazioni che orbitano intorno al nostro mare, l’amarezza è decisamente tanta: «Oggi – ha per esempio raccontato Luisafrancesca Proto di “Un Ponte nel Vento” – ho scoperto un altro gioiello della nostra regione: l’area marina protetta della Gaiola, la più piccola del Mediterraneo mi hanno detto  custodita con il suo ufficio aperto a pubblico, una auletta per le lezioni con materiale illustrativo e reperti esposti in una bacheca. Ho pensato alla nuova sede a Forio della nostra Area Marina Protetta, a tutti i progetti possibili, all’aula che è riuscita ad ospitare un paio di incontri con le classi dei nostri ragazzi e alla figura misera che abbiamo fatto, confermata dal TAR . Non riesco ad essere ottimista».
Eppure, nel cuore dell’estate, la tavola rotonda organizzata all’Antoniana  da Goletta Verde sul futuro dell’Area marina protetta Regno di Nettuno aveva prodotto un appello forte e chiara. Con la richiesta di «ridare una governance autorevole all’area marina protetta Regno di Nettuno, attraverso un processo attivo di partecipazione che coinvolga le amministrazioni comunali, le associazioni e tutti i portatori di interesse, affinché diventi finalmente uno strumento efficace non solo di tutela del grande patrimonio ambientale delle isole del Golfo, ma anche volano economico e di sviluppo».
In quella circostanza Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette di Legambiente, aveva sottolineato che «l’Area marina protetta Regno di Nettuno rappresenta uno strumento fondamentale per lo sviluppo di questo territorio ed è ora che tutti compiano uno sforzo di ragionevolezza e buona volontà per riportare una governance autorevole a quest’organismo. Il pur importante contribuito che in questa fase sta portando la Capitaneria di Porto, non può proseguire oltre. È necessario che coinvolgere le amministrazioni per un progetto comune con tutte le associazioni locali affinché venga riscritta la “carta di principi” del Regno di Nettuno. Crediamo che sia arrivato il momento di mettere da parte le beghe e i personalismi del passato ed avviare un percorso di condivisione che parta dal basso per una nuova idea di sviluppo delle isole del Golfo di Napoli». Speriamo bene.

 

1 COMMENT

  1. IL REGNO DI NETTUNO E SOLO UN SPRECO DI TEMPO DENARO E FALLIMENTO CHE IMPEDISCE IL ERO TURISMO SAREBBE QUELLO DEI YACHT COME FANNO TUTTE LE ISOLE CAPRI PROCIDA E LA COSTIERA CHE VE
    ANCHE NON AUTORIZATE E ATTREZATE PER LA SOSRA YACHT E CROCIERISTICO LO FANNO LO STESSO PER
    FARE TURISMO ALLORA DICO HAI SINDACI E A QUESTE PERSONE DEL REGNO DI NETTUNO DI FARSI DA PARTE E PENSARE AL TURISMO RISORSE RICHE PER I FIGLI E NO A I FALLIMENTI CHE DANNEGIANO LA COMUNITA E LA CITTADINA FORIO HAI SINDACI DIREI DI ANDARE A NIZZA MONTECARLO E VEDERE COME SI FA TURISMO INCENTIVIAMO LE NAVI DA CROCIERA E I YACHT PER FARE SOLDI

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