martedì, Dicembre 24, 2024

Mirabello Mattera, da Panza a Nassyriah: “Io, isolano con l’archeologia nel sangue”

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21 anni, è nel sud dell’Iraq per una missione con un team di ricercatori

Francesco Schiano | Ci sono ragazzi e giovani della nostra isola che silenziosamente ma caparbiamente si fanno strada nella vita e fanno onore oltre che a se stessi anche al proprio paese e alla propria famiglia, mettendo al centro della propria esistenza degli ideali concreti da portare avanti con umiltà e passione. E’ il caso di Mirabello Mattera, 21 anni, di Panza. Mirabello sta per iniziare il terzo anno del corso di studi triennale in scienze archeologiche all’università di Roma- La Sapienza con ottimo profitto. Si dal primo anno Mirabello ha scelto di indirizzarsi verso quella che è la sua vera e propria passione, l’Archeologia del vicino Oriente antico (Libano, Siria, Egitto, Anatolia,Mesopotamia) con particolare attenzione per l’ambito mesopotamico nelle sue fasi storiche e protostoriche. La materia in questione è chiamata Assiriologia.
“Dopo il liceo – ci racconta Mirabello – la mia scelta era ricaduta su questa università perché, in Italia,è una delle poche che offre tale corso di studi e possiede diversi scavi in oriente (anche se purtroppo la maggior parte di questi son chiusi per ovvi motivi)”.
In questi giorni, e fino al prossimo 15 ottobre, Mirabello si trova nelle vicinanze della odierna città di Nassyriah, nel sud dell’Iraq per partecipare (unico tra gli studenti della triennale) ad un’importantissima missione archeologica diretta dall’archeologa Licia Romano insieme a Franco D’Agostino, professore di Assiriologia della Sapienza di Roma: “Noi alloggiamo vicino al sito archeologico di Ur ma non scaviamo proprio qui, il nostro sito si trova nelle vicinanze di Nassyriah e anticamente doveva comunque essere un centro che gravitava nell’orbita economica di Ur. Cronologicamente il sito dove stiamo procedendo con gli scavi è datato alla fine del Protodinastico III e all’inizio dell’età Accadica (2400 a.C. circa) e il nostro lavoro qui è fondamentale dato che per questo periodo di transizione si conosce davvero pochissimo, ma in generale in Mesopotamia le informazioni sono alquanto scarse, basti pensare che la maggior parte dei siti mesopotamici sono scavati solo nella loro sezione templare quindi giusto del 4-5 % sul totale di tutta la città”.  Un lavoro di cui essere fieri ed orgogliosi dunque ma che per molteplici motivi non è affatto facile, in una zona segnata da grossi conflitti e con temperature atmosferiche davvero proibitive: “noi iniziamo i lavori verso le 5.00 del mattino e veniamo scortati sullo scavo dalla polizia per ovvi motivi di sicurezza,poi quando torniamo dallo scavo (verso le 11.00 circa, dopo tale orario scavare è impossibile per il troppo caldo) il pomeriggio ci occupiamo della documentazione: disegno della ceramica, topografia, studio degli oggetti ecc”.  Mirabello ci tiene a precisare che spesse volte l’immagine che i mass media ci trasmettono dell’Iraq è piuttosto diversa dalla realtà vissuta: “Posso dire che l’atmosfera qui non è affatto tesa come si sente dai mass media, dopotutto il nostro lavoro qui vuole anche mostrare alle persone quel lato positivo dell’Iraq che esiste, ma che ormai è oscurato dalle distruzioni dell’Isis”.  Sono davvero tante le emozioni che Mirabello sta vivendo e sta regalando anche alla sua famiglia in questi giorni; Mirabello si sente profondamente innamorato di quei luoghi dove sente di essere profondamente a suo agio: “stando qui provo certamente una sensazione bellissima, una volta arrivato non appena ho intravisto la Ziqqurat di Ur dal finestrino della macchina quasi mi ero fatto prendere dalla commozione ,ancora non potevo credere di essere lì. E’ estremamente gratificante arrivare sullo scavo e riportare alla luce reperti, strutture e materiali che studio da quando sono all’università. In effetti è questo l’ambito per il quale ho scelto di dedicare i miei studi e il mio tempo Quindi anche se il lavoro è impegnativo non ne sento affatto il peso grazie alla forte passione che mi motiva ad andare avanti. Dopo tutto è questa la culla della civiltà e poter dare il mio contributo alla ricerca, seppur da studente, per poter ricostruire gli albori della nostra storia è per me un grande privilegio”.  Il sito sul quale Mirabello sta lavorando in questi giorni non è mai stato oggetto di indagini archeologiche né di scavi clandestini: tuttavia, alcune attività recenti hanno causato degli stravolgimenti sulla sua superficie. In alcune zone sono, infatti, presenti diverse fosse dovute ad attività militari che raggiungono a volte i 3 m di profondità rispetto alla superficie. Inoltre, il sito è attraversato in direzione Nord-Sud da diverse trincee lunghe e poco profonde per la posa di tubi per il trasporto di gas e petrolio. Una prima ricognizione in superficie ha permesso di individuare in diversi punti la presenza di fornaci per la lavorazione della ceramica.
Nei settori Sud-Est e Sud-Ovest si distinguono con certezza densi nuclei di insediamento, formato da una fitta rete di ambienti, strade e spazi aperti. In particolare, nel settore Sud-Est è visibile un edificio di grandi dimensioni formato da stretti vani attorno ad un’ampia corte interna, circondata apparentemente da un grande spazio aperto. Non c’è dubbio che si tratti di una costruzione ad uso istituzionale, forse un tempio o un palazzo.
Il settore Nord-Ovest è quello che è maggiormente disturbato dalle attività moderne: per tutta la sua estensione, infatti, sono presenti grosse fosse che impediscono una lettura precisa dei dati di superficie.

A Mirabello va il nostro plauso e un grande in bocca al lupo per quello che sarà il suo futuro, che di certo sarà ricco di quell’entusiasmo e quella passione che anche in questi giorni ci sta trasmettendo.

 

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