In queste pagine abbiamo chiesto ad un panel di addetti ai lavori se la decadenza dell’architetto Ciro Cenatiempo dal consiglio comunale sia stata più una “rappresaglia politica” o “un’affermazione di legalità”. Le opinioni in merito, ovviamente, non hanno avuto nessun esito sconvolgente. Le parti in campo sono ben chiare: da una parte Giosi Ferrandino, dall’altra, tutti gli altri.
Personalmente credo che i morti in guerra ci debbano stare per forza. E tra Giosi e Gianluca è guerra. Rappresaglia politica? Si certo! Affermazione di legalità? Si certo. Ma ad oggi, e sono trascorse poco meno di 48 ore dal consiglio comunale, nessuno ha rivendicato nulla. Né Gianluca Trani, né Giosi Ferrandino. Il limite politico di certi “baby” votati in gran massa è proprio questo. Quando si deve parlare si tace, quando si deve tacere, invece, si parla. E il ricorso è una magra consolazione. Molto magra.
Il sindaco di Ischia, che sta continuando a disegnare la sua vendetta contro Gianluca Trani, arrivato al terzo atto in attesa del quarto e ultimo atto con la sfiducia da presidente del consiglio comunale, continua la sua marcia verso la composizione della compagine politica che sarà chiamata ad affrontare le urne per il “dopo Giosi”.
Una marcia che non lascia dietro nessuno e trascina tutti avanti come un carro armato. Forte della spaccatura e delle divisioni dell’’opposizione, il sindaco di Ischia continua a dettare le regole della politica locale senza che nessuno gli ponga il bastone tra le ruote, più di tanto.
Il pressing “denunciativo” di Carmine Bernardo prosegue e, tra un’incriminazione e l’altra, non riesce a scalfire più di tanto la corazza del primo cittadino di Ischia. L’arresto, la gogna mediatica, la pressione politica, la pressione giudiziaria, Woodcock, il gip Amelia Primavera e tutta lo scandalo CPL sembrano una storia passata. Si, possiamo stare qui a ricordarci delle interrogazioni, dei contratti vuoti per pieno all’hotel di famiglia, di Poggioreale e di tutto quello che è accaduto, ma alla fine, dobbiamo ammettere che la politica ischitana sta ancora nelle mani di una sola persona. Lui. E, siccome l’intero sistema politico della maggioranza lo tiene in sella, lo legittima, gli dan man forte, lo sostiene e lo segue, dobbiamo prenderne atto. Non è una questione di “tifo” o di partigianeria: è una semplicissima constatazione dei fatti.
Ci piaccia o meno, ci dia fastidio o meno, ci faccia stare allegri o meno, chest’è! Poi, certo, possiamo scrivere e dirci tutti i particolari dal 30 marzo ad oggi, ogni giorno, ma non cambiamo il risultato.
Il grave danno per il paese, non è tanto la condizione di apparente “non operatività” del primo cittadino o la sua assenza da alcuni eventi istituzionali o meno e neanche dall’avere una giunta monca e con nessuna proiezione vicina per il suo completamento, ma l’interesse principale ad alimentare i cortili di piccoli personaggetti (cit.) (anche se io amo acchiattilli) in cerca di autore. Perché l’unico scopo è quello di creare le condizioni per vivacchiare sul clientelismo di bassissima lega (Massimo Trofa, si vede approvare il permesso a costruire in sanatoria numero 12, giusto per un esempio…)
La giunta resta ferma. E con la “cacciata” di Ciro Cenatiempo si inizia a preparare l’arrivo ad Ischia di Antonio Piricelli. Uno di quei consiglieri comunali che, nonostante sia stato dedico ad interventi di parva materia (tra ricordi ufficiali o poco altro), non lascia tanto spazio agli altri e che sa muoversi in quanto a “piaceri”. Un arrivo che Giosi attende sia per capire il suo posizionamento sia per analizzare bene le sue richieste. Basta il revisore dei conti o Antonio per giurare fedeltà a questa “causa” alzerà il tiro? L’impegno, infatti, non è quello di dover amministrare il paese ma chiudere il cerchio per le prossime liste o possibile coalizioni in vista delle prossime elezioni. E’ questo l’oggetto delle tante discussioni. Discussioni che vengono amplificate e rese ancora più complicate dalla necessità di trovare esponenti politici dell’altro sesso. Esponenti che siano capaci, affidabili e pronte a sporcarsi le mani. E’ questa la vera colpa di Giosi Ferrandino. Quella di anteporre gli interessi di inutili acchiattilli a quelli del paese. Di anteporre, non tanto l’ascesa politica (le mire di successo non sono un male assoluto), bensì la permanenza di stato a tutti i costi.
E’ questo lo scacchiere dove ognuno sposta le sue pedine con la differenza che c’è un giocare contro tutti e, spesso, il tutti è solo sinonimo di confusione.
Uno scacchiere di merda, mi si passi il termine senza filtro, che non giustifica nessuno. E se dalla minoranza, più di far rumore non si può fare (leggi anche il p.s., ndr), dalla maggioranza, invece, è arrivato il tempo di darsi una mossa. I lavori pubblici sono finiti nel dimenticatoio e non sappiamo se entro il 31 dicembre saranno conclusi o meno? Ombra futura di dissesto? Il depuratore è un grande boh! Natale? Si, una ricorrenza cattolica e consumistica che affronteremo come sempre, alla “viene tenne”! Programmazione turistica? Veramente stanno decidendo se è più convenevole mettere una donna in giunta e fare la lista o mettere uno “scafesso” alla presidenza di una partecipata e fare il candidato. Dubbio amletico che vale la pena il destino di un paese. Fiere turistiche, mobilità terrestre, trasporti marittimi, tassisti e ancora tutto quello che dovrebbe fare un’amministrazione e che, invece, quella di Ischia non fa: sono argomenti di un’agenda politica di qualche altro amministratore. Di un altro paese. Di un altro comune.
p.s. La minoranza, oltre a far rumore, potrebbe unirsi. Potrebbe mostrare di essere diversa. Potrebbe iniziare a creare quell’alternativa che non può essere Domenico De Siano o qualche altro nome che esce dal cilindro un mese prima del voto. La minoranza potrebbe incidere. Davvero. Ma non lo fa.