Massimo Coppa | Un pezzo di storia d’Italia è ufficialmente in vendita: questo pezzo si trova sull’isola d’Ischia e, precisamente, a Casamicciola Terme.
E’ la Villa Parodi Delfino, ex Villa Zavota, storicamente meglio nota come “Hotel Bellavista”, l’albergo situato tra la Sentinella e La Rita, in una posizione cruciale da cui – come testimonia il nome – si gode uno splendido panorama marittimo, verso settentrione, e si può apprezzare la maestà del Monte Epomeo guardando verso meridione.
Qui Giuseppe Garibaldi venne a riposarsi durante la sua “vacanza” ischitana, dove giunse per praticare le cure termali allo scopo di lenire i dolorosi postumi della ferita subita in Aspromonte.
Ebbene, questa splendida magione è diventata uno degli articoli più lussuosi del patinato catalogo di “Lionard”, una “exclusive real estate”, cioè un’importante agenzia che tratta solo immobili di lusso, esclusivi, e che ha sede a Firenze. E certamente la tenuta che ospitò Garibaldi lo è. Il prezzo supera i dieci milioni di Euro, come informa il sito Internet della Lionard, ma di più – su questo – non è dato sapere. Ufficialmente definita “villa di lusso con piscina”, la scheda tecnica ci informa che ha una superficie coperta di 1.800 metri quadrati, suddivisi tra la “villa padronale” (1.500 metri quadrati) ed una dependance (300 metri quadrati); a fare da cornice ad una costruzione così imponente c’è la tenuta esterna di 7 ettari, con una piscina ed un agrumeto piantato negli anni Cinquanta del Novecento.
La posizione è soleggiata e la vista, come detto, è panoramica: insomma, un immobile da sogno.
Tuttavia non è facilissimo da vendere, specialmente di questi tempi: infatti l’inserzione data ormai dal mese di giugno. Eppure la Lionard è certamente l’agenzia giusta per questa “mission impossible”: come nota il “Sole 24 Ore”, essa ha un catalogo con “1.218 proprietà immobiliari in vendita in Italia, per un terzo in Toscana, con valore medio di 6,08 milioni di euro (di cui 206 oltre i dieci milioni).
La villa è in stile ottocentesco ed è composta da due piani. Ci informa l’avv. Nino d’Ambra nel suo impareggiabile libro “Garibaldi, cento vite in una”, che nell’Ottocento era un albergo “di proprietà del liberale Saverio Zavota”, da cui il popolare appellativo di “Villa Zavota”. Qui, il 23 giugno del 1864, arrivò l’”Eroe dei due mondi”, stanco del chiasso infernale di Piazza Bagni, che gli impediva di riposare. Garibaldi era arrivato ad Ischia il 19 giugno insieme al figlio Menotti, ai medici Albanese e Basile e ad altri componenti del suo entourage, e si era inizialmente sistemato presso l’abitazione di Luigi Manzi, attigua alle famose terme omonime esistenti ancora oggi. E proprio in quelle terme avrebbe dovuto curarsi, usando anche altre sorgenti dell’allora celeberrima “Piazza de’ Bagni”, a cui doveva aggiungere delle “stufe” di vapore da farsi presso il “San Lorenzo”, tra Lacco Ameno e Forio. Ma a Piazza Bagni era impossibile riposare: uno stuolo di ammiratori, questuanti e bande musicali lo importunava continuamente. Da qui la decisione di trasferirsi nella parte alta di Casamicciola, all’albergo “Bellavista”, dove Garibaldi trovò finalmente un po’ di quiete. Il soggiorno ischitano dell’eroe risorgimentale italiano si concluse il 19 luglio 1864.
Agli inizi del ventesimo secolo il senatore milanese Leopoldo Parodi Delfino acquistò la villa e la tenuta, facendone il proprio “buen retiro”. Grande innamorato di Ischia, il senatore creò la Viril, una società che aveva lo scopo di valorizzare l’isola: fu dunque una specie di Angelo Rizzoli ante litteram. Ma nel 1945 morì ed il suo progetto, peraltro avversato da forze politiche locali, morì con lui, anche se diede comunque frutti attraverso Rizzoli, che lui conobbe ed a cui trasmise le sue idee e la sua passione.
L’Enciclopedia Treccani ne parla in questi termini: “Parodi Delfino racchiuse nella sua personalità il merito di essere stato, in un’epoca socialmente ed economicamente difficile per l’Italia, uno dei protagonisti del suo sviluppo, avendo rivestito cariche di politico, di banchiere e di industriale; e di essersi distinto – in campo industriale – in una fase del Paese, quella dei primi anni del Novecento, in cui le prime figure imprenditoriali erano per lo più prive di un background culturale e guidate dal solo spirito di iniziativa e dal rischio di impresa. Insieme a pochi altri, quali Pirelli e Falck, Parodi Delfino apparteneva invece alla nuova tipologia di imprenditori, quella degli imprenditori-manager che avevano alle spalle famiglie importanti, appartenenti all’élite borghese già riconosciuta e che erano arrivati nell’ambiente industriale con una adeguata preparazione culturale, in molti casi corredata da studi compiuti all’estero”.
Fu Marina Parodi Delfino, conosciuta alle cronache mondane come “Mimosa”, a scegliere di vivere a lungo nella tenuta casamicciolese, divenendone di fatto una sorta di castellana. Il dott. Nicolino Barbieri, ex sindaco di Casamicciola, fu il medico personale ed un grande amico di Mimosa, scomparsa nel 2009. La vita di questa donna, apparentemente lussuosa e scintillante, fu caratterizzata da molte amarezze: nata nel 1927, personaggio del “jet set” internazionale, a soli 19 anni sposò in Brasile un imprenditore-playboy, Baby Pignatari (di origine aristocratica italiana, nato a Napoli), ma il matrimonio finì già un anno dopo. Lei tornò in Italia col figlioletto, Giulio Cesare Leopoldo. Il matrimonio fu annullato otto anni dopo. Si risposò quindi con il principe Ferdinando Del Drago. Suo figlio morì di cancro, a 47 anni. Mimosa fu pilota acrobatica di aereo e motociclista, ruoli inusuali per una donna dei suoi tempi.
Come detto, Mimosa Parodi Delfino ha vissuto a lungo nella villa di Casamicciola, e qui morì. Fu una gran benefattrice, anche verso la comunità isolana: grazie ad una sua donazione il Comune poté acquistare il terreno dove sorgerà il campo sportivo, ed ogni anno regalava borse di studio a studenti meritevoli casamicciolesi.
Nel 2001 Domenico Di Meglio la intervistò e realizzò quella che fu, forse, l’unica sua esternazione volontaria sui media. La oramai principessa Parodi Delfino ricordò che, con suo padre, “sbarcati a Casamicciola, dove ancora non esisteva il porto, anziché ritornare a bordo, alloggiammo alla pensione Morgera, che era l’unica struttura turistica ricettiva allora esistente. (…) La ricerca di mio padre terminò appena vide questa casa dove ancora io vivo. A quel tempo era quasi un rudere, a causa del terremoto che aveva quasi distrutto Casamicciola nel 1883. (…) La posizione era splendida, in alto sul mare, aperta ai venti vivificanti del golfo e caratterizzata da tre bellissimi pini. Mio padre ne fu conquistato. Aggiungeva fascino alla casa l’elemento storico legato al soggiorno in queste stanze di Giuseppe Garibaldi, che venne a ritemprare le sue forze dopo le ferite riportate in Aspromonte. L’opera di ricostruzione non fu né facile né breve, ma portata avanti da mio padre con la costanza e l’entusiasmo che lo contraddistinguevano e che avevano fatto di lui un grande realizzatore sul piano industriale. Noi, i suoi figli, siamo restati attraverso i decenni, fedeli al suo impegno, aiutati anche da alcuni disegni del fabbricato quale era prima del terremoto. In origine c’era un piano in più, che non abbiamo realizzato. Tra l’altro fu possibile ricostruire, sulla base di questa documentazione, il piccolo Belvedere a colonne e a cupola che si affaccia sull’abitato e che forse giustifica il nome della località, detta appunto la ‘Sentinella’”.
E ricordando l’impegno e l’amore del sen. Parodi Delfino per Ischia, aggiunse: “Mio padre voleva dare un contributo importante a quest’isola meravigliosa. Si dette da fare per unificare i sei Comuni in uno solo, predispose i progetti per lo sviluppo turistico di Ischia. Pensava ad uno sviluppo urbanistico incentrato su ville nel verde, un campo di polo, una funivia per collegare Lacco Ameno alla vetta dell’Epomeo. Fece analizzare le acque termali dell’isola. La guerra bloccò tutto… Questi progetti li regalò ad Angelo Rizzoli”.
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Un pezzo di storia della nostra isola che viene venduto…sarà un bene o sarà un male.?chissà. ..ma sta di fatto che non acquista valore solo perché vi ha soggiornato Garibaldi. ….anzi ne perde…in virtù di cio che ha combinato insieme al conte Camillo Benso al sud….milioni di meridionali uccisi in nome Dell unità d italia…in nome di mettere sotto un unico padrone le nostre beneamate terre…mi fermo e non continuo…per maggiori informazioni basta solamente documentarsi perbene. .in fondo si sa….la storia la scrivono i vincitori…
Il “Mattino” di oggi, 22 ottobre, riprende questa notizia che io, Massimo Coppa, ho scoperto, senza citare né me, né il “Dispari” (la cui edizione cartacea ha pubblicato questo articolo martedì 20 ottobre)… E dire che, al di là delle considerazioni di correttezza deontologica, il “Mattino” ed il “Dispari” escono in tandem ad Ischia!
Egregio Massimo Coppa…essendo lontano dalla mia isola da 21 anni per questioni lavorative nn ho opportunità di comprare il mattino. .in tandem cn il dispari…ma leggo solo e costantemente in maniera quotidiana il Vs giornale…la mia era una pura e semplice riflessione personale dovuta ripeto solo ed unicamente a fatti storici mai citati nei libri di storia o quantomeno fatti a cui ..per motivi che nn conosco..è stata data poca rilevanza…a mio avviso!!!!..cmq nn era una polemica nei confronti di nessuno ma se esiste la possibilità di potersi fermare e riflettere sui fatti storici accaduti…perché nn farlo ..in fondo ciò che ci distingue dagli animali e la ragionevole consapevolezza della nostra intelligenza!!!!!…vi auguro buon lavoro
a rafvillani: ma infatti il mio commento non era legato al suo; era una precisazione che mi sembrava giusto fare, ma non aveva alcun riferimento con l’opinione da lei espressa
Ottimo articolo. Credo che Giuseppe Garibaldi soffrisse piu’ che altro di dolori reumatici – piu’ che per la ferita d’aspromonte – ne parla spesso nelle proprie memorie: certi giorni aveva la schiena completamente bloccata, al punto di non poter ne’ camminare ne’ salire a cavallo.
Saluti. Angelo Paratico