Se Ciro Pinelli e Eugenia Alexandra Di Meglio non avessero, più volte, offerto il famoso “chilo” di pane ad Antonio Stanziola oggi, forse, avrebbero qualche pensiero in meno. Ma lasciamo da parte, per un po’, il coinvolgimento in “Free Market” e i capi d’accusa ai quali dovranno rispondere davanti al giudice e affrontiamo, invece, i problemi nati con il comune di Barano.
Dal 24 luglio, quindi ben prima dell’arresto di Antonio Stanziola, per la “Bottega del Pane” sono iniziati i dolori. I maligni amici de “Il Dispari” raccontano di una denuncia, dettagliata, da parte di un potenziale concorrente o di qualcuno a cui la “Bottega” aveva calpestato i calli. Una denuncia che, purtroppo per Pinelli e Di Meglio, si è rilevata, fino a questo momento, fatale.
Un’attenzione particolare questa per il piccolo forno di Piedimonte che è stato anche oggetto di domanda da parte del GIP e del PM a Stanziola in carcere durante l’interrogatorio di garanzia.
P.M. Una domanda: per il panettiere Pinelli lei ha firmato qualche autorizzazione per il suo negozio?
STANZIOLA – Questo non me lo ricordo, ma può darsi di sì. Ma non gliel’ho fatto certamente pesare, Pinelli prima stava a Via Piano.
PM – Le ho chiesto se ha mai firmato qualche autorizzazione. Ovviamente, se ha firmato l’autorizzazione, lei ritiene che sia tutto in regola?
STANZIOLA – Dottoressa io… che autorizzazione ho firmato?
P.M. – Glielo chiedo?
STANZIOLA- No, autorizzazioni non ne ho firmato a Pinelli, perché non dovevo firmarle io.
E Stanziola è stato sincero. Se proprio qualcuno doveva firmare qualcosa doveva essere il comandante Ottavio Di Meglio, ma Pinelli questo problema non se lo è posto proprio. Ma lasciamo stare l’inchiesta “Free Market” e leggiamo insieme il procedimento disposto dal comune di Barano.
«E’ evidente che l’attività di panificazione presente a Via Vittorio Emanuele che, in virtù di quanto riportato nelle rispettive dichiarazioni, risulta gestita dai coniugi Eugenia Alexandra Di Meglio e Ciro Pinelli, è abusiva essendo priva di qualsivoglia titolo abilitativo (S.C.I.A. con relativi allegati) all’avvio dell’attività. Tanto premesso, tenuto conto della mancata presentazione di apposita SCIA per l’apertura di un nuovo esercizio di panificazione che rende abusiva l’attività in questione; che l’attività di vendita, condotta dal Sig. Pinelli, di cui alla SCIA pervenuta a mezzo pec il 3 dicembr 2013 risulta sospesa da oltre un anno rilevato altresì la mancanza dell’autorizzazione della competente Azienda Sanitaria Locale in merito ai requisiti igienico-sanitari, dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera nonché del certificato di agibilità dei locali, quest’ultimo requisito indispensabile per l’esercizio di qualsiasi attività sia essa produttiva e/o commerciale nonché la mancata dimostrazione della disponibilità dell’immobile; verificato che la mancanza di titoli abilitativi è stata contestata dal Comando Polizia Municipale con verbale del 22 ottobre 2015 (Stanziola è stato arresto il 9 ottobre, ndr); dispone (omissis) l’immediata chiusura dell’attività in questione, in seguito alla contestazione del Comando Polizia Municipale; l’applicazione della sanzione di euro 15mila (omissis) per esercitare l’attività in modo del tutto abusiva senza le prescritte autorizzazioni di Legge. Di tale ultima sanzione rispondono solidamente entrambi i coniugi vista la contraddittorietà delle dichiarazioni rese che tendono ad indurre in errore questo Ufficio; la revoca del titolo amministrativo per l’apertura dell’esercizio di vicinato di cui alla SCIA presentata dal Sig. Pinelli in data 3 dicembre 2013 e conseguentemente la chiusura dell’attività ai sensi dell’articolo 57 commi 9 e 10 della Legge Regionale 1/2014.» Fin qui la parte conclusiva del procedimento verso il quale potrà essere presentato ricorso al TAR.
LE BUGIE DEI PINELLI.
Un aspetto importante che abbiamo solo riportato è quello che vede i coniugi Pinelli bugiardi (l’applicazione della sanzione di euro 15mila (omissis) per esercitare l’attività in modo del tutto abusiva senza le prescritte autorizzazioni di Legge. Di tale ultima sanzione rispondono solidamente entrambi i coniugi vista la contraddittorietà delle dichiarazioni rese che tendono ad indurre in errore questo Ufficio). Ma leggiamo come i dirigenti del comune di Barano sottolineano questo aspetto: «Il giorno 23 ottobre alle ore 16.30 presso il comando della PM si presentava la Signora Eugenia Alexandra di Meglio che dichiarava: «per quanto riguarda la produzione la stessa viene svolta in un locale attiguo per il quale credevo non fosse necessaria alcuna autorizzazione avendo spostato l’attività dall’originario locale sito alla via Piano di questo comune presso l’attuale locale sito alla via Vittorio Emanuele. Tale errore nasce dal fatto che era convinta bastasse il solo requisito di abilitazione personale e non quello del locale. Preciso che il pane viene prodotto da sempre da mio marito Pinelli Ciro. Per tale locale non è in mio possesso altra documentazione ad eccezione di quella prodotta e presente agli atti del Comune”… (omissis). “Tali dichiarazioni non collimano con quanto dichiarato dal Sig. Ciro Pinelli nella comunicazione n. 6254 del 21 settembre 2015 (“Il sottoscritto Pinelli Ciro, omissis, nella qualità di titolare della ditta individuale omonima, omissis, comunica che per l’attività di parola il titolare è lo scrivente e non la propria consorte di Meglio Eugenia Alexandra”).