Conclusa la fase delle verifiche del tribunale del riesame nei ricorsi fin qui presentati dagli indagati, l’attività del pubblico ministero Giuseppina Loreto continua con la convocazione nel proprio ufficio di altri testimoni che sarebbero a conoscenza di diversi altri episodi o comunque per arricchire con nuovi elementi quelli già comparsi nell’ordinanza cautelare.
Intanto il difensore del tenente della Polizia municipale Antonio Stanziola ha presentato un’istanza con la quale ha chiesto che gli arresti domiciliari venissero trasferiti da Napoli nella sua abitazione di Lacco Ameno. Come di solito accade dopo il deposito dell’istanza, gli atti vengono trasferiti al pubblico ministero per il parere. E a quanto risulta, la risposta sarebbe stata estremamente negativa. Il sostituto procuratore Giuseppina Loreto avrebbe sottoscritto un parere di “fuoco”, dicendo che non ci sono le condizioni per un suo ritorno nell’immediato sull’isola d’Ischia. Sussistendo il pericolo che una volta raggiunta la sua abitazione a Lacco Ameno, che dista alcuni chilometri da Barano, possa incontrare soggetti che direttamente o indirettamente hanno a che fare con questa inchiesta. Ed il gip Pasqualina Paola Laviano, conformemente all’indicazione della pubblica accusa, ha respinto l’istanza.
Si registra qualche malumore sulla fuga di notizie che sarebbero dovute rimanere coperte dal segreto d’ufficio. Il pubblico ministero, infatti, vuole capire come sia stato possibile che all’atto dell’arresto dello Stanziola fosse presente un estraneo rimasto per tutta la notte in attesa dell’arrivo dei carabinieri per prelevare il tenente della Municipale. Chi glielo ha detto e come era riuscito a strappare un’informazione che avrebbe dovuto rimanere segretissima?
Il pm Loreto non avrebbe alcuna intenzione di mollare l’inchiesta ed alcuni giorni fa avrebbe convocato nel suo ufficio tre testimoni. Sentiti a lungo per chiedere informazioni sulle attività inerenti la famosa “Casa bianca”, struttura ricettiva a pochi passi dalla spiaggia dei Maronti. Ad assistere il magistrato, alcuni militari della stazione Carabinieri di Barano. Tutti impegnati a sottoporre elementi già noti dell’inchiesta ai testimoni, che avrebbero risposto in modo misurato, preoccupati com’erano di non creare frizioni con il magistrato che sembrava assai determinato a tirare fuori ulteriori elementi a carico degli attuali indagati.
L’altra notizia è che è giunta l’ora dell’udienza dinanzi al tribunale del riesame per l’unico indagato rimasto in quest’inchiesta su cui i giudici della “libertà” non si sono pronunciati. Si tratta di Giorgio Vuoso. Uno degli esponenti della famosa associazione che si occupava, insieme ad Antonio Schiano, della gestione del mercatino di Testaccio. Ed avrebbe avuto un ruolo particolare allorquando comunicava molto spesso telefonicamente con lo Stanziola. Ed attualmente è sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, o meglio presso la stazione Carabinieri di Barano.
Tutta l’attenzione, comunque, è riversata sulla posizione di Antonio Stanziola. Le ultime attività sembrano proprio andare in questa direzione. Tant’è vero che si è riesumata una vecchia storia che risale a qualche anno fa, e precisamente ai rapporti che intercorrevano nell’ambito del Comando della Polizia municipale di Barano. Per capire se ci sono state omissioni, ritardi ingiustificati nel prendere delle decisioni affinché questo delicato settore della vita di Barano potesse svolgere le proprie finzioni nella massima tranquillità e nel rispetto della legge. Andando a ritroso fino a riesumare la scomparsa della pistola del comandante della Polizia municipale che l’aveva lasciata nel cassetto della sua scrivania. Tutto ermeticamente chiuso e non si capisce come sia stato possibile che sparisse nel nulla e venisse ritrovata qualche tempo dopo nella disponibilità di un personaggio che venne tratto in arresto per sequestro di persona e lesioni alla sua amante. Anche questo finirà nel calderone dell’inchiesta di Barano? E’ presto per dirlo. I militari indagano con una certa lena, visto che stanno per scadere i termini e prima di una possibile richiesta di proroga al gip, si vuole giungere ad una soluzione definitiva in modo da avere ben precisi i ruoli ricoperti dagli attuali indagati e quelli che verranno scritti prossimamente.