Clima molto caldo sul fronte dei trasporti marittimi e per la Caremar SpA nello specifico: nonostante il mancato accordo raggiunto, da domani prenderà il via, per i lavoratori della Caremar, una turnistica diversa, con sette giorni lavorativi a bordo e uno solo a casa e così via. Un cambio totale rispetto alla turnazione in vigore fino ad ora.
La comunicazione arriva dopo l’incontro svolto lo scorso 6 novembre a Roma presso la sede di Federlinea tra la Caremar SpA rappresentata da Vincenzo Ponti e Francesco Ceci assistita da Federlinea nelle persone di Michele Ruggieri, Fulvio Esposito e le segreterie regionali della Campania delle OO.SS. FILT-CGIL con Rosalba Canerelli, Salvatore Borriello e Antonio D’Auria, FIT-CISL con Raffaele Formisano e UIL TTRASPORTI con Ciro D’Alessio, in più vi è stata la partecipazione della delegazione RSA.
Nell’incontro le OO.SS. hanno ritenuto insufficienti le modifiche apportate dall’Azienda e ribadito la loro contrarietà alla turnistica proposta che, oltre a contenere elementi di eccessivo affaticamento, risulta in contrasto con le normative vigenti. Tutto ciò, sottolineano, rischia di avere gravi ripercussioni sugli attuali livelli occupazionali. Pertanto hanno proposto di adottare un altro tipo di turistica con un rapporto 2:1.
Alternativa che, a quanto pare, non è stata presa in considerazione. Da qui il mancato accordo che però non ha fermato l’adozione della nuova turnistica.
Continuano, così, le preoccupazioni nel mondo dei lavoratori marittimi della Caremar SpA con tutte le inevitabili ripercussioioni.
Seguono aggiornamenti

incominciano proprio male e c’è da preoccuparsi se la Regione resta assente da quanto accade nella Caremar: metter in essere una turnistica non concordata con i lavoratori e in contrasto con il CCNL è un atto di arroganza che esaspera le posizioni e crea danni alla mobilità!
Sveliatevi! Siamo in Italia nel 2015, l’epoca dei privilegiati e finita. In tutte le compagnie questo contratto vige da anni, per questo e anche per altro non sono in perdita. La Caremar è sopravvissuta per anni grazie ai contributi regionali pagati dai lavoratori non privilegiati con la regolare addizionale Irpef regionale. Se tutto questo fosse servito a mantenere in essere una società che offrisse un regolare servizio ci poteva anche stare, invece ormai servizi pessimi, ruberie continue di cui nessuno si è mai lamentato. Ora che finalmente un privato ci ha messo mano e cerca di allineare servizi e contratti c’è ancora chi si ribella. E di tutti gli operai d’Italia chi si lamenta?
Svegliatevi!
Siamo nel 2015 e in nessuna parte del mondo gli armatori privati si comportano “comm o mast fravecatore”
Perchè questi signori che si definiscono grandi armatori, altro non vogliono fare che intascare l’addizionale regionale che tutti quanti paghiamo! Non solo i servitori dell’armatore “mast fravecatore”! Se questi signori erano realmente intenzionati a creare una società di navigazione con servizi all’altezza dell’era in cui viviamo avrebbero dovuto comportarsi come hanno fatto altri armatori che hanno rilevato società pubbliche (Vedi Onorato Toremar) Ma mi sa che continueremo a viaggiare su navi ridotte all’osso con servizi fatiscenti ancora per molto tempo! La turnistica che stanno applicando è fuori legge e gli organi di vigilanza sono complici del “mast fravecatore”