martedì, Dicembre 24, 2024

Ischia, il tuo punto forte è la difesa

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Non saranno appariscenti, non daranno spettacolo come i colleghi attaccanti, ma è con i difensori che si conquistano le salvezze. Lo sanno bene gli elementi del reparto arretrato dell’Ischia Isolaverde, protagonisti in questo primo scorcio di stagione di prove sempre sopra la sufficienza (escludendo le trasferte di Catania e, in parte, di Pagani). Così, se ad inizio stagione i tifosi gialloblu si aspettavano exploit settimanali dai vari Mancino e Kanouté, settimana dopo settimana è la difesa che si è messa in mostra, palesando una solidità che l’anno scorso, quando si subivano 6 gol a Foggia e 4 a Pagani, poteva rappresentare solo una chimera. A dimostrarlo, oltretutto, sono i numeri: se consideriamo le squadre di quello che possiamo denominare “il club dei play-out”, l’Ischia è seconda solo alla Fidelis Andria in fatto di gol subiti, con i biancazzurri che sono stati battuti in 9 occasioni e i gialloblu in dieci. Numeri, questi, che non hanno niente a che spartire con quelli oltremodo negativi della Lupa Castelli Romani – che ha addirittura raccolto 21 palloni in fondo al sacco – e quelli certamente più accettabili dell’Akragas di Nicola Legrottaglie, che invece è stato “punito” in 15 occasioni. L’Ischia si ritrova così a primeggiare, guardando ai numeri, tra le squadre che si ritroveranno a lottare per non retrocedere – vedi anche Paganese, Monopoli, Melfi e Martina Franca – ma ha fatto meglio anche di compagini destinate a campionati più tranquilli come Catanzaro e Juve Stabia (che rispettivamente hanno subito 14 e 13 gol).

I SEGRETI DELLA DIFESA GIALLOBLU. L’ottimo momento della retroguardia isolana si spiega con la prova gagliarda nell’ultimo confronto con il Benevento: quando il resto della squadra, e soprattutto il centrocampo, hanno vissuto un pomeriggio di grande difficoltà, il reparto arretrato è riuscito a reggere la forza d’urto degli avanti sanniti. Una ripetizione, a tutti gli effetti, delle prestazioni superlative messe in campo a Messina, al Mazzella con la Casertana e ad Andria, quando le squadre avversarie hanno tenuto sotto pressione la retroguardia gialloblu fino all’ultimo minuto.

In questo scorcio di stagione, tranne rare occasioni, la difesa gialloblu si è dimostrata più forte delle assenze (sono venuti a mancare, in serie, Filosa, Moracci e Bruno), a conferma dell’ottimo lavoro anche in chiave difensiva di un tecnico esperto – e, quando serve, anche accorto – come Leonardo Bitetto. La differenza la fanno gli schemi, il lavoro, ma chiaramente anche gli uomini: determinante in questo senso la leadership prima di Liberato Filosa e poi di Leonardo Moracci, due che conoscono bene la categoria e che sono stati capaci, in coppia e da soli, di portare per mano una squadra formata prettamente da giovani. Tra questi spicca l’ischitano DOC Filippo Florio, spesso devastante in fase offensiva ma che si sta facendo apprezzare anche per acume tattico e per chiusure da laterale navigato. Se anche Bruno si sta confermando terzino affidabile, il vero segreto della tenuta difensiva gialloblu ha un nome e un cognome: Rino Iuliano. Non ce ne vogliano gli altri, ma da quando l’ex Messina ha conquistato la maglia “numero 1”, in difesa si respira tutta un’altra aria: il reparto è più tranquillo e sa di potere fare affidamento su un estremo difensore esperto e di grande spessore, capace di parate ai limiti dell’impossibile come quelle esibite sabato al cospetto del Benevento. Iuliano guida il reparto arretrato con personalità, come faceva il nostro Gigi Mennella, un altro portierone che con la sua esperienza ha consentito all’Ischia di centrare obiettivi spesso insperati. La speranza è che il Giaguaro di Pagani possa seguire, con la maglia gialloblu, le orme del collega ischitano.

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