Pasquale Raicaldo | C’è un pontile che deve andare giù, a Ischia, quanto prima. Una vergogna circondata da manifesti pubblicitari e fotografie dell’isola, in attesa che venga demolito. Un anno e mezzo fa, il sindaco Ferrandino diffidò la Regione: sbrigatevi, noi qui facciamo turismo. Ecco, il pontile fatiscente è ancora lì.
Ce n’è un altro, invece, che funziona: il pontile 2. L’unico al quale attraccano gli aliscafi. Ma ieri, mentre diluviava, bisognava fare in fretta: correre, evitando di inciampare. Qualche mese fa, tutt’altra storia: sotto i raggi cocenti del sole, chi sventolava i giornali a mo’ di ventaglio e chi grondava sudore, nelle ore di punta. Perché lì, su quel pontile, manca una pensilina. E manca da tempo immemore, malgrado ci sia una compagnia – Alilauro – che ha invitato più di 20 note alla Regione Campania, proponendo di installarla a sue spese. Altro dettaglio, neanche troppo piccolo: di sera, quel pontile non è illuminato. E per concederne l’agibilità, prorogando un atto provvisorio, l’allora comandante della guardia costiera, Raffaele Muscariello, fece un coraggioso atto di fiducia. Per ora disattesa.
Sono le storie delle infrastrutture portuali a Ischia, quasi non fosse – questo – il nostro biglietto da visita. E c’è chi, come il vice sindaco Enzo Ferrandino, sprizza ottimismo dopo gli ultimi incontri: prima di Natale dovrebbe partire l’opera di demolizione del Pontile inagibile. Dal quale qualche mese fa si staccò, pensate, una trave di legno.
Mentre tutto ciò accade – e mentre molto non accade – si muove qualcosa al di là del mare, nel piccolo porto di Mergellina, al momento non servito da aliscafi. Ed è da lì che Salvatore Lauro e la sua compagnia vorrebbero ripartire per dotare Napoli di una struttura modera ed efficiente. Anche in questo caso, a quanto pare, a proprie spese. Da settembre, Alilauro ha sospeso le corse da Ischia per il porto di Mergellina. Ora, con un investimento di 500 mila euro, vorrebbe adattare lo scalo rifacendo il look ai pontili e, soprattutto, all’area antistante. Per farlo, ha presentato al Comune di Napoli, all’Autorità Portuale, alla Regione Campania e alla Soprintendenza la richiesta di autorizzazione per l’intervento di “riqualificazione funzionale” dell’area. «Completamente a nostre spese», spiega l’ex senatore. Ma l’okay ancora non arriva e dunque bisognerà attendere, anche in questo caso. Quanto? Difficile a dirsi. Quel che è certo è che Lauro ad oggi è concessionario dell’utilizzo di un pontile d’attracco fermo e dell’area biglietterie in virtù di un accordo di durata quadriennale. E che vorrebbe estendere la concessione a dodici: così, certo, l’investimento per la città di Napoli avrebbe un senso anche imprenditoriale, perché d’altronde nessuno – malgrado il periodo – è Babbo Natale.
Intanto, tuttavia, i rendering mostrano l’appetibilità di un progetto che da un lato restituirebbe al pubblico decoro Mergellina, al momento off-limits, e dall’altro decongestionerebbe il traffico di corse e di utenti diretti al Beverello: non sono del resto pochi gli ischitani e i pendolari che trarrebbero indiscussi benefici dal porto B, imbarcandosi o approdando a Mergellina. Una Mergellina 2.0, con tanto di area ristoro e con l’installazione di un tavolato in legno, coperto da tende ombreggianti, per la sosta dell’utenza e di un punto ristoro al servizio dei viaggiatori. “Del resto, la nostra storia di armatori è cominciata qui e ci sembrerebbe poco intelligente se le istituzioni non appoggiassero il rilancio di questo porto strategico, anche in virtù della sua vicinanza alla metropolitana e della comodità per l’aeroporto di Capodichino”.
Secondo il progetto dell’armatore, andrebbero creati due “gate”: uno, quello principale, essenzialmente dedicato all’imbarco e allo sbarco delle unità di linea in servizio nel Golfo di Napoli; l’altro, il celebre Pontile Saint Tropez, per le gite turistiche, sulla scia dell’ormai famoso “Batò muscio”, iniziativa lanciata proprio da Lauro per consentire un tour costiero da Mergellina all’isola di Nisida passando per Posillipo e per dimore storiche come Palazzo Donn’Anna, Villa Rosbery e Castel dell’Ovo. Per il pontile Saint Tropez (già peraltro sequestrato nell’ambito di un’inchiesta di Corona e Woodcook (tra i concessionari vi erano diverse persone con precedenti penali), Lauro ha chiesto la concessione. E aspetta al varco, speranzoso.
«Se arrivasse l’okay di chi di dovere – sottolinea – la nostra idea di una piccola rivoluzione nei collegamenti marittimi, con l’acquisto di unità più veloci ed ecocompatibili, potrebbe diventare realtà». Magari.