Amministrazione scriteriata. Opere senza controllo nè controllori. Dubbi anche sulla variante del Fango approvata in Giunta senza tenere conto del codice degli appalti
IDA TROFA | Davvero, narrando le gesta dei nostri amministratori pubblici ci si imbatte in realtà e questioni tra l’assurdo e il faceto, tra l’incredibile e il penalmente rilevante. Realtà che sono sotto gli occhi di tutti e che, a volte, tanto sono assurde, non si riescono a vedere.
A Lacco Ameno i lavori per l’esecuzione della ormai famigerata fogna cittadina del Corso e finora di via Casamonte, continuano a riservare colpi di scena. Da giorni, mesi, la ditta incaricata opera sulle strade cittadine, è da un po’ che i lavori sono passati in via Stufe San Lorenzo. Il tratto sopra “San Montano” per intenderci. Ebbene, pensate un po’ lo scavo e la posa in opera delle condotte è stato eseguito per l’intero tratto nel comune di Forio! Si, salendo dal centro, da Piazza Restituta, il lato destro della strada ricade nel comune di Forio, ci sono gli stradari e le maioliche sui civici, quelle inconfondibili di Forio.
Mentre il lato sinistro di Via Stufe San Lorenzo risulta di pertinenza del comune di Lacco Ameno.
Così, senza che nessuno batta ciglio si scava, si interra e si posano le condotte per milioni di euro destinati a Lacco, ma spesi nel comune di Forio. Auspichiamo che il sindaco di Forio Francesco Del Deo, l’Ente che egli rappresenta, ma sopratutto che Giacomo Pascale e il comune di Lacco Ameno facciano chiarezza su questo, che appare un incredibile pastrocchio. Soprattutto per il sindaco De Deo che ha l’obbligo di vigilare sullo stato dei territori da lui amministrati.
Pensate se qualcuno si rituffasse, speriamo senza conseguenze, nelle trincee incustodite dei cantieri. A via stufe ci sono scavi e profondità da capogiro. Il sindaco è responsabile anche penalmente dell’incolumità pubblica. Secondo la Cassazione risponde di omicidio colposo qualora abbia omesso di adottare un’ordinanza o comunque qualsivoglia altro atto e/o comportamento impeditivo dell’evento dannoso.
Ciò per incidenti avvenuti durante l’esecuzione di lavori edili, in carenza di idonee misure in grado di preservare la sicurezza della circolazione e l’integrità delle persone. Secondo la Suprema Corte, innanzitutto vi è la responsabilità dell’appaltatore dei lavori; in particolare incorrono nel reato di omicidio colposo gli amministratori dell’impresa di lavori che non si sono curati di predisporre idonee transenne ostative alla circolazione o un idoneo servizio di segnalazione del pericolo anche a mezzo di lavoratori incaricati. Vi è poi anche la responsabilità del committente, ma solo nell’ipotesi, esclusa nella fattispecie concreta, in cui il committente si sia ingerito nella esecuzione dei lavori.
Ebbene possiamo dire che il comune di Lacco Ameno si sia ingerito nella esecuzione in ogni modo possibile.
Agli atti pubblici dell’Ufficio Tecnico di Lacco Ameno c’è infatti anche la determina numero 34 del 5 novembre con la quale il Capo dell’UTC Gaetano Grasso autorizza il subappalto alla ditta Impiantistica meridionale srl da parte della Ici Costruzioni del’Onorevole Patriciello. Ai lavori fatti nel comune di Forio con i soldi di Lacco Ameno si palesa un altro incredibile pezzo di magia amministrativa.
Si tratta del mini appalto a fronte dei milioni di euro introitati grazie ai POR , ma indubbiamente sostanzioso per i beneficiari che di fatto di divideranno grosso modo a metà la torta dell’affaire fognario lacchese. Una subappalto per un totale complessivo di 1.059.000 euro. Spartizioni in parte compensate con la lievitazione consistente dei costi alla base dell’appalto passati con un nuovo quadro economico a 2457.107,67 euro a fronte degli iniziali 1.906.011,20 € in sede di gara. La ICI in sede di gara aveva offerto un ribasso del 2,75% che determinava un importo contrattuale sul prezzo a base d’asta di € 1.880.973,61, di €1.829.246,84+€25.037,59 di oneri per la sicurezza e pertanto un importo complessivo di 1.854.284,43 oltre IVA al 10%. Stabiliti i prezzi e il dafarsi la Ditta aggiudicataria in settembre comunicava la sua disponibilità a terminare i lavori in soli 90 giorni a fronte dei 330 offerti. Concordato il tour de force e ufficialmente per evitare che la consistente contrazione, prima face, sia ,oltre che apparire eccessiva ingenerando una scarsa qualità delle lavorazioni o addirittura una non corretta esecuzione delle stesse. In una rispondendo alle perplessità dell’Autorità garante degli appalti pubblici e con l’altra foraggiando i soliti impresari noti che beneficheranno del subappalto. La spesa è stata impegnata nel Bilancio riequibrato 2014,lo stesso che il Ministero dell’Interno ha Bloccato in attesa di chiarimenti.
Eppure questa variante è del tutto illegittima, parimenti abusivi sono i lavori che la riguardano. I lavori infatti seguono un iter, partendo dalla Regione e finendo al finanziamento con la aggiudicazione della gara. Ora viene fermate l’intervento oggetto di questo iter, si blocca in parte Via Casamonte e si intervenite a monte della griglia sulla via Provinciale Lacco Fango senza nessun fondamento legittimo.
Insomma si fanno economie di spesa investendo su un tratto non previsto e che tra l’altro era già oggetto di un appalto precedente e diverso ai tempi di Tura Irace Sindaco. Vengono fatte opere, un affidamento diretto con una delibera in giunta contravvenendo al codice degli appalti
Su Via Fango, tra la casa di Carmine Monti e Michele De Siano, non c’è alcuna legittima dello scavo e nonostante questo una donna ha rischiato la vita. Su quella strada c’è l’impiego dei soldi pubblici per un cantiere già precedentemente appaltato. La Regione Campania si è espressa in merito alla variante Pascale?
E’ stata siglata una convenzione? Al termine dei lavori, atteso che la Regione Campania non è stata avvertita, saranno rendicontate opere che non sono oggetto della convenzione. Cosi nell’ambito dei rapporti verranno erogati i fondi?
In tutto questo la dottoressa Marcella Montesano, dando un parere di legittimità amministrativa alla Variante Pascale ne è al corrente? Si è posta il dubbio di quanto stava avvallando? Il codice degli appalti pubblici a Lacco Ameno è stato completamente strappato. Sono stati presi 200mila euro di danari della comunità e affidando i lavori ad una ditta di comodo senza fare l’appalto. Le autorità dovrebbero intervenire sul tratto all’incrocio incrocio tra via Barente e via Provinciale Lacco- Fango e altezza via Casamonte.
Se esiste una norma e una logicamente in questo tratto è in essere un vecchio appalto. Una parte è stato realizzato e una parte no. La ditta affidataria fallì, ebbe un contenzioso con il comune. Perchè i lavori non sono stati affidati alla seconda classificata di quell’appalto legittimo? Perchè non sono stati chiamati loro a completare i lavori?
Perché apportare una variante in Favore della ICI e sue ditte subappaltatrici con una semplice delibera di Giunta? I lavori sulla via Provinciale non recano alcun passaggio ufficiale.
La giunta Pascale ha fatto una delibera come un vero proprio appalto diretto sull’intero importo lavori. Un passaggio ammantato dalle tante ombre che inoculano il dubbio sulla liceità dei cantieri. Cantieri, lo dicono i fatti tra i più pericolosi che la storia del territorio abbia mai registrato.
ma quali controlli basta che se magna!!!!!!