La notizia dello sciopero indetto dai lavoratori Caremar per oggi, lunedì 7 dicembre, ha fatto in men che non si dica il giro del web, rimbalzando di sito in sito, di status in status sui vari social network.
Tante le considerazioni fatte e i pareri espressi circa la situazione a limite che evidenziano i marittimi della compagnia di navigazione che, con navi traghetto e mezzi veloci, collega Ischia e Procida a Napoli e Pozzuoli.
Una problematica, quella lamentata dai lavoratori e dai sindacati degli stessi, che tocca non solo il marittimo, con una turnistica non condivisa ed altre imposizioni nuove dettate dalla società che, pochi mesi fa, ha acquisito la Caremar, privatizzandola, ma che va a toccare in modo concreto tutti i soggetti che hanno a che fare con i collegamenti marittmi in modo diretto ed indiretto.
Un intero mondo fatto di pendolari, di studenti e di lavoratori che necessariamente devono fare la spola da e per la nostra isola che diventa, così, al centro di un grande nucleo in continua evoluzione che sta per esplodere e lo sciopero del 7 dicembre (il secondo in breve tempo, ndr) metterà a dura prova i tanti che, nonostante il periodo festivo, devono mettersi in viaggio.
Anzi, la scelta del 7 dicembre è molto delicata e va a toccare in modo deciso il turismo, con i disagi che deriveranno dalle corse in meno e dall’alto afflusso di persone che, in arrivo o in partenza, attraversaranno il golfo di Napoli per il ponte dell’Immacolata.
Ischia e Procida, come avvisa la compagnia attraverso un comunicato ufficiale, per la giornata di oggi, 7 dicembre, vivranno un lunedì nero per i trasporti marittimi con una compagnia in meno a svolgere il servizio di collegamento.
Saranno garantite solo alcune corse (come potete vedere dal prospetto), per grandi linee le prime della giornata e le ultime. Insomma, vedremo le navi ferme alle banchine e gli aliscafi ai pontili.
E l’adesione, affermano i sindacati, sarà molto probabilmente uguale a quella registrata nel primo sciopero indetto a novembre, quando aderirì il 100% dei lavoratori.