Il cuore di Ischia batte per la Palestina. E l’isola risponde presente all’appello del comitato “Ischia per la Palestina”, che si rimbocca le maniche – con la spinta propulsiva di Michele d’Ambra e Brigida Di Costanzo – organizzando una serata per raccogliere fondi a sostegno del centro per l’infanzia “Amal al Mustaqbal” (Speranza nel Futuro), che rischia la chiusura. Una serata che ha preso forma lo scorso 5 gennaio all’interno della sede dell’associazione Luca Brandi, sulla banchina olimpica, impreziosita da cuscus e specialità d’impronta araba, innaffiate da vino rosso. Una serata attraversata, soprattutto, dal racconto, anche fotografico, di una realtà complessa, che Michele e soprattutto Brigida hanno toccato con mano nel corso dei loro viaggi a Gerusalemme. “Le ore scolastiche – hanno spiegato i due – sono, per i bambini, momento di formazione e spensieratezza: elementi fondamentali per la crescita, soprattutto per chi vive in un contesto drammatico come quello palestinese. Il centro è stato ideato e tenuto in piedi fino ad oggi dagli stessi abitanti del campo profughi di Aida (Betlemme), in cui si trova, per fornire un istruzione di primo grado a tutti i bambini del posto”.
Il campo profughi di Aida è situato nell’area nord di Betlemme, in West Bank, e dista sette chilometri circa da Gerusalemme. E’ stato fondato nel 1950 dall’esilio di decine di famiglie palestinesi, effetto della nascita dello stato di Israele nel 1948. Gli abitanti del campo provengono da 17 villaggi distrutti nell’area a nord di Gerusalemme e a Sud di Hebron. Inizialmente è stato dichiarato zona franca con la promessa per cui i rifugiati sarebbero potuti ritornare nelle loro case alla fine del conflitto israelo-palestinese. La quotidianità di chi lo popola, in condizioni spesso difficili, è appesa ad un filo.
Il centro Amal Al Mustaqbal, al quale andranno i fondi raccolti, si trova in mezzo al campo profughi: aperto dal 1989 dopo la prima intifada, è nato dall’ esigenza di garantire un istruzione ai bambini durante la rivolta. E’ ndipendente rispetto al circuito della cooperazione internazionale ed autogestito. Inizialmente chiamato Aida school, ha preso il nome Amal dalla fondatrice uccisa successivamente alla sua fondazione da parte dell’esercito israeliano.
I giovani del campo profughi a seguito della seconda intifada hanno iniziato attivamente a partecipare all’attività dandogli il nome Al Mustaqbal, per l’appunto Speranza di un futuro. Da quel momento il centro ospita attività come asilo nido, corsi di danza dabka, corsi di yoga,corsi di lingue e un giorno al mese diventa punto di assistenza sanitaria gratuita per tutti gli abitanti del campo. Rappresenta, inoltre, un riferimento per la difesa della tradizione culturale palestinese, con particolare attenzione alla memoria dei villaggi originari.
Nella serata ischitana, in particolare, il video della preghiera corale dei bambini dell’asilo ha intenerito la folta platea che ha risposto all’appello. E la risposta dell’isola non si è fatta attendere: raccolti circa mille euro (chi vuole ancora contribuire può farlo telefonando al 3336591382), con un contributo consistente da parte degli amici di Chiara. “Abbiamo apprezzato molto lo sforzo degli ischitani per assicurare a questi bambini un altro anno, e magari di più, di scuola e giochi” hanno commentato i referenti del comitato. E non finisce qui, scommettiamo?
Si spera non comprino armi…..