La notizia tanto attesa dai tifosi (e non solo) è finalmente arrivata. L’Ischia Calcio tornerà ad allenarsi in pianta stabile sull’isola dopo un lungo periodo “di esilio” ai Camaldoli e dopo le tante polemiche nate da questa scelta. Adesso, così, niente più comparsate bisettimanali tra il Rispoli e il Mazzella, niente più sedute di allenamento nel freddo camaldolese del “Kennedy”, impianto sportivo gestito dai D’Auria. L’anomalia di una squadra di un’isola che lavora in terraferma è ormai giunta agli episodi finali, e questo grazie all’esito positivo dell’incontro di ieri mattina a Napoli tra i vertici societari e i rappresentanti dei tifosi. Accordo raggiunto, manca solo qualche dettaglio e le ufficialità del caso. Ma il più è ormai fatto.
L’INCONTRO. Ieri a Mergellina, da un lato la delegazione formata da Enrico Scotti, Leonardo Sasso e Aldo Marena, la cui “giornata gialloblu” è iniziata alle 8.00 di mattina, terminando poi alle 18.00 inoltrate; dall’altro l’Ischia Isolaverde era rappresentata dal presidente Luigi Rapullino, dall’amministratore Vittorio Di Bello, dal socio Lucio Pellone, dal dg Mario Aiello e dal consulente amministrativo Giancarlo Senese. Come si evince dalle reazioni di entrambe le parti, l’incontro – l’ultimo di una lunga serie – è stato assai proficuo, tendente a ricreare quell’entusiasmo che la società, la squadra e la piazza meritano dopo un periodo di magra non solo sul piano dei risultati, ma anche sul piano delle presenze allo stadio Mazzella. L’intenzione di entrambe le parti, così, è quella di riportare l’Ischia nel suo territorio, e per questo i tifosi si sono detti pronti a garantire iniziative tendenti a supportare la società. I supporter hanno messo sul piatto interventi legati a cartellonistica, reperimento contributi, organizzazione dei campi d’allenamento e dello stadio. In questo senso ci sono ancora dettagli da definire, e non a caso la riunione è stata aggiornata alla giornata odierna, ma l’impressione è che ormai si tratti di una mera formalità. Tanto che si fa sempre più concreto l’ingresso nel Cda di un rappresentante dei tifosi, chiaramente dopo il pagamento della quota dovuta: inizialmente il nome che era stato proposto dagli stessi supporter è stato quello di Enrico Scotti, ex dirigente dell’Ischia ai tempi della Serie C, ma la posizione del geometra con studio nei pressi di Corso Vittoria Colonna non è cambiata («Ho chiuso con il calcio, voglio continuare a fare il tifoso», ha dichiarato). A rappresentare il tifo gialloblu nel consiglio di amministrazione ci sarà Leonardo Sasso, punto di riferimento e memoria storica dei supporter isolani.
ADESSO COSA SUCCEDERÀ. Nelle prossime ore dovrebbero essere definiti tutti gli aspetti del ritorno dell’Ischia Isolaverde sullo scoglio, con tanto di conferenza stampa che potrebbe coincidere con la presentazione del nuovo allenatore (a meno di clamorose sorprese). Adesso, chiaramente, aldilà dell’aspetto legato al soggiorno – la squadra sarà ospitata presso l’Hotel Paradise a Casamicciola – ci sarà da sciogliere il nodo riguardante i campi in cui i gialloblu svolgeranno gli allenamenti. È ormai nota la situazione legata al campo Rispoli, nel pomeriggio utilizzato dalla Nuova Ischia e dalle tante scuole calcio che insistono sul territorio: fatta esclusione per il venerdì pomeriggio, momento che dovrebbe essere riservato ai gialloblu, per il resto Armeno e compagni potrebbero utilizzare la struttura di Via dello Stadio negli orari mattutini, come già capitava ai tempi di Agenore Maurizi. In alternativa, non sono da escludere le ipotesi che portano al “Monti-Di Meglio” di Casamicciola, già utilizzato nel periodo natalizio, o alle altre cinque strutture che insistono sul territorio isolano. Di questo aspetto e di altri si parlerà nel “secondo round” di oggi pomeriggio, con i tifosi ormai consapevoli di avere vinto una battaglia lunga mesi. Per loro, adesso, è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche: bisogna ricreare entusiasmo intorno ad una squadra e una società contestate fino all’altro ieri. Ma, soprattutto, bisogna riportare gente allo stadio: perché, dopo una battaglia così dura, vedere il Mazzella con meno di mille spettatori sarebbe una vera sconfitta.