Dopo settimane di stop, polemiche e disagi saranno restituite all’utenza e al personale i locali oggetto di interventi di potenziamento e modernizzazione
IDA TROFA | E’ giunto il tempo! E’ giunto il tempo di riaprire le camere operatorie dell’Ospedale Anna Rizzoli di Lacco Ameno. 60 posti letto e tre sale per interventi chirurgici d’urgenza e non solo.
La struttura dalla metà del dicembre scorso è oggetto di interventi di straordinaria manutenzione. Si è trattato del potenziamento e della modernizzazione della parte riservata agli ambienti operativi veri e propri come le sale operatorie. Tutto, dopo un decennio e più di continui lavori e attività di cantiere che hanno letteralmente minato la serenità del complesso. Lunghe settimane in cui si è dovuta gestire l’emergenza tra mille disagi ed innegabili problematiche. Limitazioni che molto spesso hanno costretto ad una massiccia richiesta di trasferimenti preso altre strutture ospedaliere in terraferma e altre volte ancora ha precipitato il presidio al centro di bufere giudiziarie e polemiche per la morte inspiegabile e prematura di alcuni pazienti. Ormai finalmente sembra fatta.
La dirigenza, con la dottoressa Maria Valentina Grossi, ha già dato ordine di effettuare le necessarie pulizie straordinarie con l’igienizzazione e la sanificazione dei luoghi nel post cantiere le cui attività sono ormai state terminate da giorni. Anche i tecnici incaricati seguiti dall’architetto Trinchilli hanno reso il necessario collaudo ed il nulla osta alla riapertura delle camere operatorie. Lo ricordiamo, due sono al piano chirurgia e una al piano ostetricia.
Un restyling completo che dovrebbe, cosi, permettere di ottenere realtà migliorative nell’ambito del lavoro ospedaliero e sopratutto chirurgico. Il primo intervento potrebbe cosi essere già eseguito mercoledì con l’inaugurazione dei nuovi locali.
Un traguardo importante per i vertici ospedalieri che puntano a creare presso il Rizzoli, nonostante i problemi logistici e quelli di gestione legati alla sanità Campana, un polo d’eccezione. Almeno questo è l’intento e l’obbiettivo dei continui investimenti in un auspicato, a tratti infinito e sterile, potenziamento strutturale e nel continuo cantierizzare nuove opere e lavori di edilizia ordinaria e straordinaria.
L’impiego di forze e di risorse fa almeno sperare che possa essere la volta buona. In ogni caso, archiviata l’inaugurazione delle nuove sale operatorie, un progetto a cui plaudire e guardare con speranza, dovranno essere affrontate tante criticità. Su tutte la mancanza di personale, degli anestesisti, degli infermieri di sala necessari a poter coprire tutti i turni previsti per le camere operatorie dei due piani. Un’emergenza evidente, da tamponare subito. Ciò per dare un senso ai lavori e alla creazione di più ambienti per operare ed effettuare interventi chirurgici.
In tal senso c’è molto scetticismo nell’ambiente ospedaliero.
Se da un lato di parla con soddisfazione dei risultati ottenuti. La realtà degli ultimi giorni fa ritenere che tutto stia andando a rotoli. Spesso il Rizzoli è senza lenzuola, farmaci e altro materiale tipo monouso. Questi ultimi molto carenti nelle dotazioni benché necessari alla quotidianità del complesso. Al contrario l’investimento di fondi interni nella creazione di altre sale operatorie o lavori troppo spesso privi di funzionalità come le porte con fotocellula scarsamente visibili e con l’apertura automatica solo da una parte e non da entrambe (si resta chiusi nei reparti!) alimentano i malumori e la disaffezione per una struttura dove in molti casi manca l’A-B-C per i ricoveri ordinari.
Complimenti a chi pensa in grande e a chi punta a dare una svolta: un nuovo volto al Rizzoli. Da giovedì, meglio anche da subito è tempo di rimboccarsi le maniche e pensare anche all’ABC della gestione. Lo impone il dovere di amministratori. Lo esige la coscienza civile.