mercoledì, Gennaio 15, 2025

De Siano ai domiciliari, martedì decide la Giunta, poi voterà il Senato

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Ci siamo. Il destino di Domenico De Siano appeso a un filo. O meglio: al parere del Senato. L’iter che porterà al verdetto sull’eventuale nulla osta alla misura degli arresti domiciliari disposta dal Gip di Napoli è avviato. Lo scorso 18 gennaio il presidente di Palazzo Madama, Pietro Grasso, aveva inoltrato alla Giunta delle elezioni e delle immunità la richiesta di autorizzazione, con tanto di accurata documentazione, trasmessa dalla magistratura. Ora toccherà alla Giunta, guidata da Dario Stefano, decidere se dare il disco verde all’esecuzione della misura cautelare con un parere non vincolante che sarà sottoposto al voto dell’Aula.
E la Giunta si riunirà martedì prossimo, dopo un primo incontro propedeutico nel quale erano stati concessi a De Siano dieci giorni di tempo per presentare la sua difesa. Il tempo, ora, è scaduto. E pochi giorni dopo la conferma da parte del Tribunale del Riesame della misura degli arresti domiciliari disposti dal Gip, la “palla” passa al Parlamento. L’immunità di De Siano potrebbe dunque vacillare: l’inchiesta prende le mosse da fatti accaduti quando Domenico non era ancora senatore (era però consigliere comunale di Lacco Ameno e di consigliere provinciale ) e si riferisce, in particolare, a tre gare d’appalto per la raccolta dei rifiuti: Forio, Lacco Ameno e Monte di Procida. Sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti, presunte connivenze tra l’amministrazione del comune di Forio e la società Ego Eco, incaricata del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti assegnato mediante procedura negoziata: anomalie riscontrate anche a Lacco Ameno e per le quali cruciale sarebbe il ruolo di Oscar Rumolo, fedelissimo di De Siano.
A suo carico, sei ipotesi di reato firmate dal gip Claudia Picciotti: associazione per delinquere in relazione “all’assegnazione/aggiudicazione di appalti e commesse per la gestione della raccolta dei rifiuti”, concorso in corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (tre capi d’imputazione) perché, con altre persone, “si facevano dare e/o promettere da Ciummo Vittorio, titolare e gestore della Ego Eco srl, svariati beni ed utilità”. Tra questi, “la somma complessiva di 30 mila euro, consegnata in tre tranche”; “l’assunzione di diverse persone, presso i diversi cantieri della società Ego Eco”; e la somma di “5 mila euro a titolo di sponsorizzazione della squadra di calcio di Lacco Ameno”. De Siano, secondo l’accusa, avrebbe anche fatto pressioni per “l’aggiudicazione prima ed il mantenimento poi” dell’appalto “per l’affidamento del servizio di raccolta integrata dei rifiuti” alla Ego Eco, benché priva di due requisiti essenziali e nonostante l’avvenuta impugnativa dell’aggiudicazione definitiva da parte dei contro interessati.
La Procura gli contesta poi due ipotesi di reato per concorso in turbata libertà degli incanti.
Non ci sono impedimenti all’utilizzo delle intercettazioni a carico di De Siano, acquisite dalla Procura di Napoli nel corso delle indagini: come detto, all’epoca De Siano non era senatore e la garanzia riconosciuta dalla Costituzione ai parlamentari non si applica retroattivamente ma opera solo dal momento dell’elezione.

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