lunedì, Dicembre 23, 2024

Caremar, altre 48 ore di passione. Lunedì e martedì sciopero dei lavoratori

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Il lungo e turbolento inverno della Caremar sembra non volere finire mai. E mentre si cerca una soluzione alla vertenza dei quattordici bigliettai licenziati in seguito al mancato rinnovo dell’accordo tra la compagnia e la Travel and Holidays per Ischia, Casamicciola e Napoli, torna a fare capolino l’insoddisfazione, non troppo latente, dei lavoratori e dei sindacati, che protestano ormai da mesi per la nuova turnistica e continuano a dirsi preoccupati, chiedendo a gran voce la salvaguardia dei livelli occupazionali.
Una insoddisfazione che sfocia nell’ennesimo sciopero, annunciato – dopo le nostre indiscrezioni – dalla stessa Caremar con una nota sul suo sito ufficiale. La compagnia rende noto all’utenza che la segreteria nazionale del sindacato Or.S.A. Marittimi ha proclamato uno sciopero di 48 ore del personale navigante, per i giorni di lunedì 15 e martedì 16 febbraio. Uno sciopero che potrebbe avere riflessi sulla regolare programmazione dei servizi marittimi. Per maggiori dettagli – spiega la Caremar – l’utenza sarà informata presso le biglietterie di scalo i giorni dell’astensione. La compagnia rende comunque noto che saranno garantiti i servizi essenziali.
I motivi alla base dello sciopero sono sempre gli stessi, nodi irrisolti da tempo sul tavolo delle complesse trattative: la turnazione è ormai insostenibile per i lavoratori marittimi a causa dei ritmi di lavoro troppo stressanti e con margini di riposo minimi. Ma Or.S.A. Marittimi chiede anche “vitto adeguato per tutti e condizioni di vivibilità migliori a bordo delle navi”.
Come nelle precedenti circostanze, tuttavia, lo sciopero non sembra assolutamente mettere d’accordo tutti i sindacati: Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti paiono preferire la strada del dialogo e, come raccontato dal Dispari, già lo scorso 3 febbraio hanno di fatto ripreso le trattative volte “a discutere e concordare una prima bozza di accordo inerente alla definizione della contrattazione di livello per il personale marittimo e amministrativo di Caremar”. E ci sarebbe un’ipotesi di accordo integrativo su cui discutere nei prossimi incontri. Una bozza che avrebbe raccolto e tenuto conto di alcune proposte sindacali, particolarmente significative e riguardanti le condizioni di disagio e di logistica. La salvaguardia dei livelli occupazionali esistenti alla data del 31 ottobre 2015 è la conditio sine qua non perché i sindacati depongano le armi.
Questa spaccatura tra le sigle non è certo passata inosservata: Orsa Marittimi ha già chiamato alle armi per lunedì e martedì i lavoratori iscritti al sindacato, senza risparmiare passaggi caustici nei confronti di chi ha optato per il dietrofront, dopo aver indetto lo sciopero.
“Marittimi Caremar – è l’appello inoltrato con una nota – non abbiate paura di scioperare e scendere dalle navi, pur sempre rispettando i servizi minimi garantiti. Allorquando si verificassero intimidazioni, minacce di licenziamenti, chiamate immediatamente le autorità costituite, Capitaneria di porto e Carabinieri, e denunciate. Noi come sindacato saremo al vostro fianco: uniti si vince”.
Intanto, però, lunedì e martedì i disagi non mancheranno per pendolari e turisti. E chissà che il week end non porti il governatore regionale Vincenzo De Luca ad assegnare la delega ai Trasporti, che si preannuncia appannaggio di Mario Casillo, personalità politica particolarmente vicina all’isola d’Ischia.

3 COMMENTS

  1. Questa è la nuova versione caremar :marittimi con turni assurdi, naviglio in condizioni pessime, servizi a terra inesistenti biglietterie aperte a singhiozzo e la regione che sborsa 10 milioni ogni anno tace

    • A TUTTI I LAVORATORI CAREMAR, PERCHE’ LO SCIOPERO.

      “IL LAVORATORE E’ UN UOMO,HA UNA SUA PERSONALITA’,

      UN SUO AMOR PROPRIO, UNA SUA FEDE RELIGIOSA, E

      VUOLE CHE QUESTI DIRITTI SIANO RISPETTATI DA TUTTI E,

      IN PRIMO LUOGO, DAL PADRONE”. DETTO DA

      DETTO DA GIUSEPPE DI VITTORIO

  2. Fin quando i sindacati saranno rappresentati da personaggi come Ernesto Garzia, che chiama “padrone” il datore di lavoro (la scuola di Marx), i diritti dei lavoratori andranno a rotoli.

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