Ci sono alcuni aspetti della vita di un amministratore pubblico che toccano più di altri.
Spesso questi sono aspetti legati agli skills del politico, al suo passato o alla sua fama.
L’intervento di Luciano Venia, ex politico o potenziale prossimo candidato, che torna sulla scena con argomenti e senza limitarsi a dire “l’hanno arrestato” o altre amenità varie, pone il sindaco di Ischia e la sua classe dirigente (ogni tanto usiamo eufemismi…), ops, gruppo di acchiattilli, davanti ad un’altra vera e amara considerazione che ho condensato nel titolo.
“Non sei neanche più il sindaco dei ciclamini” è, per Giosi Ferrandino la peggior offesa che potrei rivolgerli.
La sua cultura personale, la sua professione e il suo background, negli anni, in pendant con una bravura politica riconosciuta da molti, nel tempo gli hanno permesso di meritarsi questo riconoscimento. Sul bavero aveva indossato, con orgoglio e a tratti sfacciataggine, proprio il titolo del “sindaco dei ciclamini”.
Oggi non lo è più.
E il problema non è il porto, o la marina, non è neanche via Leonardo Mazzella o le altre non asfaltate, ma è il concetto di abbandono e di degrado che emerge dall’osservare il nostro comune.
Un senso di abbandono e di volontà zero che ormai hai iniziato ad infiltrarsi, come una metastasi, anche nel senso civico di noi ischitani. Basta alzare gli occhi, basta guardarsi attorno e questo strano senso di sconfitta che serpeggia tra molti, sembra sempre più reale.
Una realtà dalla quale vorrei tanto che il mio paese riuscisse a venir fuori quanto prima. Almeno prima che la metastasi tocchi gli organi vitali.
Lasciatemi sperare che non li abbia ancora toccati. Lasciatemi sperare che ci possa essere una vera e propria reazione.
L’appello di Luciano Venia è condivisibile, ma mi piacerebbe che Giosi Ferrandino e i suoi potessero pensare ad una vera e proprio «operazione bellezza!»
Un tempo rapido – 60/90 giorni – in cui Comune e la società civile si diano la mano e insieme mettano mano ad un progetto di abbellimento del nostro paese.
Come? Azzardo idee. Condivido con i nostri lettori, appunti mentali e qualche nota affinchè Ischia si possa rendere bella per la prossima estate. E non lo debba fare per i turisti! Ma per se stessa.
Un’iniezione di “bellezza” che possa far riprendere la nostra economia e possa dire al nostro paese: sei bella! Uno sforzo che possa farci sentire meglio.
Chissà, immagino sia possibile per il Comune di Ischia, prevedere per i prossimi 120 giorni di eliminare il pagamento dei costi di occupazione di suolo pubblico per interventi di ordinaria manutenzione. Credo che il comune di Ischia si possa impegnare a garantire tempi più veloci e più rapidi per autorizzare chi vuole migliorare l’aspetto della propria proprietà.
Piccoli ritocchi che fanno la grande differenza. Tanti piccoli interventi che permettano ad Ischia di rimettersi in forma.
Credo che Ischia abbia bisogno di sentirsi dire che è ancora in corsa e che non è ferma. Eppure, ogni giorno, siamo costretti a raccontarci di zone degradate, di rifiuti abbandonati in ogni luogo. Ci siamo talmente abituati al degrado che ormai è diventato la regola.
Un’abitudine dalla quale non possiamo venir fuori.
Luciano Venia parla della “spiaggia dei pescatori” e del degrado che è sotto gli occhi tutti. Eppure basterebbe poco per sistemare la zona. Alla Mandra, con enormi sacrifici e quando il Sindaco di Ischia ci teneva ancora al suo ruolo e alla sua fascia si è riusciti a togliere simili brutture. Erano tempi in cui Giosi poteva fregiarsi di essere “il sindaco dei ciclamini”.
C’era l’intenzione di voler lavorare per Ischia. Oggi è quella che manca! E’ tutto maledettamente relativo. Procedono con il “loro” quotidiano tra una bega e un litigio e nel frattempo il territorio e il suo decoro è lasciato a morire su una barella. Sono troppo impegnati a farsi i cazzi loro. E lo fanno tutti assieme.
Avrò sprecato altri 4000 caratteri? Sì! I nostri amministratori sapranno leggere e limitarsi a scrollarsi le spalle. Tanto a loro va tutto bene. C’è ancora chi va a mendicare “piacerini” e attenzioni. La verità, triste, è che sappiamo lamentarci solo quando ci toccano in prima persona e quando toccano i nostri propri interessi. Vabbè, evito di commentare di come qualcuno sia bravo a speculare sulla morte di una figlia facendosi icona di essere paladino della difesa di chissà quale diritto, ma è anche questo un aspetto dell’essere ischitano medio.
Sappiamo lamentarci dell’acqua chiusa la sera perché quella sera non abbiamo potuto farci la doccia eppure la sera l’acqua manca da mesi. Sappiamo lamentarci quando il vicino fa qualcosa. Sappiamo lamentarci se scopriamo, dopo anni, che esiste la tariffa residuale. Sappiamo lamentarci – spesso solo sui social –dopo aver elaborato il fatto o la notizia “secondo quello che vogliamo capire”.
L’assenza di una classe politica che sappia argomentare, che sappia riempire il dibattito di topic e di argomenti, lascia lo spazio alla distrazione. Purtroppo se l’amministrazione dorme, la minoranza si rifugia dietro l’azione di denuncia penale di Carmine Bernardo. Una modalità che va bene ad uno degli oppositori. E gli altri? Niente. E quelli che tra qualche mese ci vorranno dire “ehi, ci stiamo noi…” Niente, uguale!
L’amara verità è che Giosi Ferrandino ha scelto di non essere “neanche più il sindaco dei ciclamini” e noi viviamo in un paese che loro vorrebbero destinare al degrado. Ma diciamo no. E non ci arrendiamo.
Questa classe politica non è salvabile, darle una mano sarebbe solo un accanimento terapeutico. Giosi-Paolo-Enzo-Isidoro-Giosuè-Mollo-Montagna-ecc. fanno politica da una vita e hanno creato solo disastri, vuoi dargli ancora un’altra chance? Altro che 60/90 giorni, se ne devono andare via il prima possibile!!
I ciclamini vengono piantati regolarmente. Durano una settimana poiché nessuno li innaffia. Spreco di soldi pubblici.