“Rifiuto non conforme”, Serrara volta pagina

 
A mali estremi, estremi rimedi. E a Serrara Fontana, il più piccolo dei nostri comuni, il male più estremo si chiama raccolta differenziata. Una percentuale minima, risibile, inquietante: appena il 17,45%. Siamo lontani anni luce dal minimo previsto dalla legge, viaggiamo lontani anche dalle percentuali raggiunte dai Comuni limitrofi. Un fallimento che rischia di tradursi ulteriormente sui costi di smaltimento e sull’impatto ambientale.
E allora l’azienda che si occupa di nettezza urbana, la Giemme Ambiente, ha deciso di affidarsi a etichette adesive eloquenti: “Rifiuto non conforme”. Lasciando in strada, inesorabilmente, i sacchetti misti e quelli abbandonati nei giorni non indicati dal piano di raccolta. Il rischio, certo, è che le strade siano in questi giorni (l’iniziativa è partita ieri) un immondezzaio, l’auspicio è che i cittadini inizino finalmente a comprendere l’importanza della raccolta differenziata. Provvedendo, pena un paese insudiciato, a seguire i dettami della ditta incaricata, incrementando così quella percentuale al momento mortificante, che relega il piccolo comune collinare nei bassifondi della classifica dei cosiddetti comuni «ricicloni». E certo, ieri le vie del paese lamentavano una quantità abnorme di sacchetti con quell’etichetta rossa ben visibile, “rifiuto non conforme”, che svela in un certo senso anche l’identità dei cittadini pigri e sporcaccioni, benché la raccolta da queste parti inglobi il porta a porta, il conferimento nei cassonetti e la raccolta di prossimità. Di tutto un po’, purché i cittadini si impegnino. Ebbene, da oggi è ancor più caldeggiato farlo. In caso contrario, aspettatevi un paese stracolmo di sacchetti non raccolti. Con tanto di etichetta, naturalmente.