Parte il countdown: 14 giorni per presentare osservazioni alla Iasuozzo, ma l’avviso è stato pubblicato sul BURC
GAETANO DI MEGLIO | “Con istanza acquisita al protocollo d’Ufficio con il n. 0895467 del 23/12/2015 da ultima integrata con nota prot. n.0164682 del 08/03/2016, il Comune di Forio con sede in Piazza Municipio,9 Forio – P. IVA 01368590632, nella titolarità della c.d.m. n. 135/08, integrata e modificata dalle c.d.m. n. 15/10, n. 96/10 e n. 50/15 con validità al 31/12/2020, ha chiesto alla Regione Campania, Direzione Generale per la Mobilità, Unità Operativa Dirigenziale 5, l’autorizzazione prevista dall’art. 45 bis C.N., ad affidare alla Società Marina del Raggio Verde s.r.l. con sede in Piazza Municipio, 9 Forio, l’attività di gestione delle aree a mare e di alcune aree a terra, per una superficie totale pari a mq. 51.209,30. Tali aree rientrano nell’ambito della citata c.d.m. n. 135/08 e ss.mm.ii.; la gestione sarà fino al 31/12/2020”
Così la dottoressa Lorella Iasuozzo mette la parola fine alla querelle sul porto di Forio.
Quello che doveva un essere atto di “normale amministrazione” considerato il modus operandi di gestire la materia presso le altre concessioni è diventato un vero e proprio caso belli a Forio.
Un casus belli che è divampato sulla litigiosità delle parti in causa, ma soprattutto nell’assoluta incapacità comunicativa ed esplicativa della maggioranza di Francesco Del Deo che è stata letteralmente massacrata da un’opposizione fin troppo demagogica che ha trovato terreno fertile nell’imbarazzante ignoranza dei consiglieri comunali.
Rappresentanti istituzionali influenzati da articoli di giornali, da voci di paese, da proteste e da mini riunione dal sapore quasi nullo. La Iasuozzo, dirigente regionale, dopo aver tergiversato a vantaggio del consigliere comunale di Forio Vito Iacono, conferma la richiesta del comune protocollata lo scorso 23 dicembre e integrata lo scorso 8 marzo affidando fino al 31 dicembre 2020 la concessione a Marina del Raggio Verde.
Capitolo chiuso. Forse.
IL PORTO E’ DEL COMUNE, MA….
Dal 23 dicembre ad oggi, a Forio, si è parlato solo del porto e della sua futura gestione. Una gestione che dopo mesi di discussione resta in mano a chi dovrà gestirla fino alla prossima scadenza della concessione, il 31 dicembre 2020. E, senza mezzi termini, il porto di Forio sarà gestito dalla società mista di cui l’ente di Via Genovino è socio di maggioranza al 51%. Una società mista, la Marina del Raggio Verde che viene gestita ad uso e consumo del socio minoranza, la Marina di Forio, che detiene il 49% delle quote societarie.
L’ente guidato da Francesco Del Deo, nonostante le quote e la posizione di maggioranza, da anni ha abdicato a qualsivoglia controllo della società se non quello cosiddetto “analogo” ma che di fatto non significa nulla.
NELLE MANI DI DONATO DI PALO
Il porto, oggetto del desiderio di molti, continuerà a stare nelle mani di Donato Di Palo, uno dei soci che compone la componente privata. Di Palo, oltre ad essere un imprenditore edile dalle larghe ramificazioni, è anche l’uomo più odiato di Forio perché, con la realizzazione del Porto ad opera di Nicola Monti, uno dei più prolifici (ovviamente ad uso e consumo proprio) politici della classe dirigente foriana, sono stati fatti “fuori” tutti i vecchi gestori dello scalo turistico all’ombra del Torrione. Donato, che è l’amministratore della srl, opera liberamente come vuole soprattutto grazie alla totale assenza (se non connivenza) della maggioranza di Francesco Del Deo che, ignara finanche della natura giuridica con cui si gestisce il porto, fa la parte del pungiball in consiglio comunale e, quando non è interessata per fatti privati (vero consigliera Orlacchio?), si astiene dal voto in consiglio comunale con motivazioni a dir poco assurde.
LA MAGGIORANZA DORME?
Valutata l’assoluta incapacità amministrativa, è quanto meno strano che la maggioranza di Forio non abbia una sua voce all’interno della partecipata che gestisce il porto. L’amministratore è del socio privato, il CdA rappresenta Nicola Monti e la maggioranza? E il popolo di Forio? Ah, come solito: “non pervenuto”. Tra 13 giorni, Francesco Del Deo dovrebbe nominare il nuovo direttore del porto. Già, perché lo scorso anno anche la direzione era ad “appannaggio” del socio privato. DA quest’anno, invece, si cambia. Secondo quanto sussurra radio banchina ci troveremo un ischitano importato a capo dello scalo foriano e, questa volta, dovrebbe essere espressione del Comune ma di gradimento del privato. Così, cambiamo per non cambiare.
LE BORDATE DI VITO IACONO
Lasciando perdere le richiesta assurde partorite da Domenico Savio che possono esser realizzate solo in una lontana Russia che esiste solo nella mente del consigliere comunale e del figlio, la vera spina nel fianco di Del Deo sono state le interrogazioni di Vito Iacono.
Iacono, scrivendo alla Iasuozzo, a Cantone e al governatore Vincenzo De Luca evidenziava che “La concessione del Porto di Forio non è un affare per il Comune e non risponde a logiche di pubblico interesse” e ancora “Come è possibile legittimare circostanze secondo le quali un Ente affida ad una società la gestione di un’area di altissimo valore strategico in termini di sviluppo ed occupazione e consente alla stessa Società tempi così remoti per la “contropartita” riferita alla realizzazione degli investimenti? È da puntualizzare che gli investimenti sono parte sostanziale del bando ad evidenza pubblica e “non presentano carattere accessorio” nella volontà della stazione appaltante, non fosse altro per le garanzie fideiussorie che il bando prevede a tutela del rispetto di quanto previsto. È inquietante che l’arch. Lamonica parli di società affidabile e dotata dei necessari requisiti quando il suo stesso Ufficio Ragioneria, come anche il Collegio dei Revisori dei Conti nel tempo e con atti Ufficiali riferiti ai vari bilanci consuntivi e previsionali dell’Ente, ha dato evidenza delle criticità riferite alla mancata presentazione dei bilanci nei termini e nei tempi previsti, delle continue perdite di esercizio e delle mancate corresponsioni dei canoni annuali. E non giova la circostanza che non ci sarebbero contenziosi giudiziali coinvolge l’Ufficio e l’Ente a ben altri livelli di responsabilità. Come non rappresentata posizione di privilegio, almeno in termini di responsabilità contabile, il fatto che la Società è partecipata al 51% dal Comune di Forio”
LA CONFUSIONE
Da tutto il dibattito che si è sviluppato in questi giorni sono emersi diversi fattori che accendono più di una luce su quello che sia il rapporto tra i soci di maggioranza e quelli di minoranza nella gestione del porto. Problemi che meritano di essere affrontati, soprattutto in consiglio comunale, magari chiedendo al Presidente del CdA o all’amministratore di relazionare al civico consesso ma invece si preferisce fare diversamente.
15 GIORNI DI FUOCO
Via libera alle osservazioni. “che entro 15 giorni dalla data di pubblicazione del presente Avviso sul BURC, possono essere presentate osservazioni alla Regione Campania, Direzione Generale per la Mobilità, Unità Operativa Dirigenziale 5, Centro Direzionale di Napoli, Isola C/3, Napoli.” Come tutte le concessioni demaniali, da ieri è partito il countdown. 15 giorni per presentare osservazioni all’ufficio regionale. Ovviamente si potranno presentare solo osservazione, per eventuali ricorsi, infatti, c’è bisogno essere “aventi diritto”. Ce ne sono? Vedremo…
l’imprenditore fa solo il suo lavoro ha scritto bene lei direttore che abbiamo un amministrazione di venduti e incapaci attaccati solo alla poltrona dovevano essere il nuovo ma si sono dimostrati la razza peggiore che poteva esserci persone inutili consiglieri comunali senza ne arte ne parte senza coglioni senza sapere quello che votano il piattino di Del Deo e del volpino ha funzionato alla grande
E il consigliere di opposizione “pasionario” e “quasi dimissionario” che dice??
Il Dispari almeno ci mette al corrente della situazione, ma non è compito solo di un giornale fare l’opposizione a certi gravi fenomeni di degrado.
L’isola pare immersa in uno squallido gioco delle parti in cui molti politici hanno scheletri nell’armadio, e si limitano a prendere truffaldinamente i voti di chi invece vorrebbe veramente il cambiamento. Sono dei grandi attori di teatro, non c’è che dire..
oltre alla condotta che ci porta il metano, ne farei costruire un’altra che dovrebbe rifornirci quotidianamente di “coscienza”: una cosa di cui gli ischitani sono ormai quasi totalmente sprovvisti.
Molti concittadini sono compromessi: la casa abusiva da difendere, il parente assunto in una partecipata o in un ufficio comunale, la piccola o grande evasione fiscale, il favore chiesto al vigile afinchè ti tolga la multa, l’occupazione di qualche metro quadro di suolo pubblico in più.. altri invece si accontentano di costruirsi un personaggio sui social network, e contribuiscono fattivamente al solito “divide et impera” che ovviamente avvantaggia i peggiori dell’isola (che si sono da tempo alleati coi peggiori della terraferma).
Un enorme torpore nel quale ci stiamo mangiando la ricchezza prodotta nei decenni passati, senza pensare invece a rinnovarla costantemente.
Non conosco il sig. Gigi,ma condivido pienamente la sua analisi sulla società civile isolana.
Sig. Gigi lei parla degli ischitani ma perche’ lei di dove e’? Cosa fa lei nella vita? Cosa fa per cambiare le sorti di questo paese? Ci illumini….
Sig. Francesco: 1) né io né alcun mio familiare è stato mai assunto negli uffici comunali o nelle società partecipate (e quindi nessuno di noi è stato raccomandato) 2) non abbiamo mai costruito abusivamente 3) non siamo titolari di concessioni pubbliche (tipo gli stabilimenti balneari) 4) non abbiamo attività che occupano il suolo pubblico 5) non abbiamo mai chiesto favori di qualunque tipo ai signorotti della politica locale 6) non evadiamo nè abbiamo mai evaso il fisco.
E quindi non siamo ricattabili in alcun modo.. le pare poco?
Io non devo illuminarla per niente: non ci può essere alcun Superman che spieghi agli ischitani cos’è l’onestà e il rispetto reciproco, nè posso farlo io che certamente non ho il physique du rôle adatto a fare il politico (e la sua reazione sta a dimostrarlo..).
Gli ischitani devono salvarsi da soli guardandosi allo specchio e decidendo che è finita un’epoca e deve cominciarne un’altra: il ciclo di sviluppo iniziato 50 anni fa con Rizzoli è finito da un bel pezzo e non lo si vuole capire.
Quando gli ischitani manderanno a casa l’attuale classe politica (che è interessata solo alle mazzette dei lavori pubblici e alle assunzioni clientelari).. quando la smetteranno col ‘virus del mattone’.. quando la smetteranno di chiedere favori per sé o per i propri familiari, e pretenderanno per esempio che si facciano regolari concorsi pubblici per qualunque assunzione.. quando la smetteranno di buttare gli imgombranti per strada.. quando pretenderanno dai vigili urbani di non certificare false residenze per i forestieri e di non chiudere gli occhi sugli abusi edilizi (prendendo mazzette o meno).. quando pretenderanno che ogni dirigente e impiegato e operaio pubblico faccia bene il lavoro per il quale è pagato.. quando smetteranno di vendere l’isola al forestiero che porta soldi sporchi (lo so che “pecunia non olet”, ma il fetore di certi soldi si sente lontano un miglio).. quando capiranno che il turismo è l’unica ‘industria’ che abbiamo, e quindi Ischia deve tornare ad essere un’isola e non somigliare ad una città.. quando pretenderanno che i soldi della tassa di soggiorno finanzino un marketing serio, e non certi spettacolini di piazza osceni che accontentano solo gli istinti bassi di certi elettori e non certamente i turisti..
potrei andare avanti a lungo, ma se da quell’orecchio non ci sentite è solo tempo perso.
non ho capito perché li vogliono cacciare, ma ve lo ricordate prima il porto? qualcuno le ha lette le carte? io si e ho capito che il comune non ci ha messo una lira, tutto a carico del privato, ma veramente immaginate che i foriani che tanto sbraitano lo facciano per il bene del paese… tutti quelli che alzano la voce in pubblico chiedono sottovoce qualcosa per se stessi (dal direttore del porto fino all’ultimo ormeggiatore) allora meglio non riappropriarsi dal porto ma far il possibile per far uscire dal porto la politica.
hai letto le carte? e allora tre sono le cose o le hai lette sottosopra o lei non e’ foriano o e qualche zerbino dei Di Palo
Le carte le hanno lette tutti i pontili sono stati acquistati con i soldi dei foriani solo l’investimento elettrico e’ stato fatto da Sig. Orofino poverino l’ unico che ci ha rimesso soldi e faccia. Un grande imprenditori invischiato con dei cafoni dell’entroterra napoletano. L’investimento da 2 milioni di euro dove sta? E i soldi in nero? Ma ci faccia il piacere
E allora sig Francesco la sfido pubblicamente a dimostrare che i pontili sono stati acquistati con i soldi dei Foriani. Evidentemente ha letto male, io non sono nessuna delle tre categorie che ha individuato neanche un lecca… del grande imprenditore Orofino che non mi pare proprio abbia mai messo la faccia e comunque io non giudico le persone dividendoli tra Cafoni dell’entroterra come scrive lei e grandi imprenditori napoletani… Sarebbe appena il caso di tenere in considerazione chi fa le cose e chi invece è solo abituato a lamentarsi e a denunciare a qualsiasi costo… il vero male di quest’isola abituata a non fare a non lavorare a non sudare perché tanto in un modo o nell’altro si campa.
Comunque si legga le carte, tutti quelli che parlano evidentemente compreso lei e la maggior parte dei politici, non lo fanno e continuano a parlare!!!