Per Luchino Visconti nel 40° anniversario della sua morte
Il 17 marzo di quarant’anni fa moriva Luchino Visconti. Aveva scelto l’Isola d’Ischia, e Forio, a sua seconda patria. Acquistò la Colombaia, che fu la sua Residenza più gradita, tanto che volle che lì fossero tumulate le sue Ceneri. Sono contento di aver voluto fortissimamente acquisire quella Residenza al patrimonio del Comune di Forio, ottenendone il vincolo, ex lege 1089 /39 da Giulio Andreotti, Presidente del Consiglio e Ministro ad interim dei Beni Culturali, facendo stanziare dalla Regione Campania, al tempo in cui ne ero Assessore, le risorse necessarie. Sono contento, altresì, di aver promosso, con Gigi Covatta ed altri pochi volenterosi, le iniziative magistralmente pensate e realizzate da Maurizio Scaparro, che consentirono l’esplorazione di tutto il percorso artistico e culturale del grande Regista.
Dal 1986 al 1990 con la presenza a Forio dei grandi “suoi” Artisti: da Delon a Mastroianni, a Berger, a Giulietta Simionato, ad Adriana Asti. Fino ai suoi interlocutori preferiti: Suso Cecchi D’Amico, Franco Zeffirelli, Francesco Rosi, Giancarlo Menotti, Piero Tosi, Caterina D’Amico, Jean Babilée, coreografo e ballerino sommo, Franco Mannino, suo cognato, musicista insigne, che curò le musiche di molti suoi film. Andrò in solitaria, con Anna e qualche amico sensibile, a portare una pianta delle sue preferite ortensie davanti alle sue Ceneri nel bosco della Colombaia. Con il rammarico di non essere riuscito, per l’ostracismo prevenuto di mediocri, a realizzare il sogno per il quale avevo voluto l’acquisizione della Colombaia: creare lì una Scuola Internazionale di Cinema, Musica e Teatro nel segno del grande Maestro. Per i giovani di tutto il mondo.
Avevo piantato un seme in terreno poco fertile, dimenticando che le idee camminano sulle gambe degli uomini e se quelle gambe sono fragili le idee non si realizzano. Nel nostro caso, a partire dalla famiglia Visconti, che volle smontare tutto l’arredamento della Residenza, a quelli che la hanno gestita: le gambe sono state, più che fragili, mediocri ed interessate a ben altro, incapaci di fare di quella Residenza un Centro di levatura Internazionale, coerente con la fama ed il prestigio di Luchino. Ne avrebbe guadagnato anche tutta l’Isola d’Ischia. In questo senso, ricordo ancora l’emozione che provai nell’accompagnare lì una “delegazione” di 18 Giapponesi in raccoglimento intenso davanti alle Ceneri del Grande Regista. Per non dire di quando, di recente, ho accompagnato due altri suoi grandi amici: Giorgio Albertazzi ed Umberto Orsini. Sarà capace il Comune di Forio di spendere le risorse, già stanziate, per ripristinare il bellissimo ascensore e realizzare i lavori di manutenzione della Residenza?
Verrà il tempo di uomini fattivi ed illuminati? E’ il mio augurio: Luchino Visconti ed il grande patrimonio artistico che ci ha lasciato lo meritano! E forse lo merita anche la trascurata tradizione artistica e culturale dell’Isola d’Ischia.