Carissimi fratelli e sorelle della Chiesa di Ischia,
«Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betania, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo» (Gv 12, 1-3).
Questa pagina del Vangelo – lo ammetto – mi piace in modo speciale! Ad essa penso spesso e, soprattutto, nei giorni che immediatamente precedono la celebrazione della Pasqua!
Non so bene perché, ma mi colpisce in modo particolare! O meglio, forse un po’ penso di averlo capito!
La liturgia ce la propone sempre all’inizio della Settimana Santa: esattamente nella Messa del lunedì santo, “sei giorni prima della Pasqua”. E mi sembra che così, approfittando dell’indicazione cronologica riferita da Giovanni, la Chiesa voglia come venirci incontro ed indicarci in che modo vivere i giorni più santi dell’anno e con che animo disporci a fare Pasqua!
Intanto va detto che anche gli altri vangeli parlano di un’unzione di Gesù da parte di una donna. Matteo (26, 6-13) e Marco (14, 3-9) riferiscono che sia avvenuta a casa di Simone il lebbroso e due giorni prima di Pasqua, ma sempre a Betania. Luca (7, 36-50) invece non dice di quale città si tratti e precisa che la donna sia stata una peccatrice, presentatasi all’improvviso in casa di un fariseo, anch’egli di nome Simone, per incontrare Gesù. Tutti però parlano di una cena o comunque di un banchetto! Si tratta di incontri diversi o dello stesso, raccontato con sfumature differenti? Le ipotesi sono varie ma, in verità, non vorrei qui affrontare tale questione.
Vorrei piuttosto, partendo dal racconto di Giovanni, fermarmi a riflettere con voi sui gesti di Maria! Sì, i gesti! Perché Maria – l’avrete notato – non parla! Non dice una parola! Il suo è il silenzio di chi adora! Un silenzio che mi ricorda tanto quelli dell’altra Maria: la Madre! Non parla ma compie gesti eloquentissimi; gesti che parlano e dicono più di tanti altri discorsi: «Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo»!
Che cosa dicono quei gesti di Maria? Vi dico ciò che dicono a me! Innanzitutto mi parlano di un amore esagerato! Maria vuole esprimere al Signore tutta la sua riconoscenza per la Sua presenza, per ciò che Gesù ha fatto e per ciò che sta per fare! Per questo fa una cosa esagerata; una cosa che chi non ama non può capire e perciò ritiene spropositata!
Sente infatti che il Signore l’ha amata così: in maniera sovrabbondante, eccedente! E vuole, per quanto possibile, rispondere a quell’Amore! Perciò quella unzione, con nardo purissimo, assai prezioso e in quantità smisurata: per acquistarlo erano necessari trecento denari; quasi la paga di un anno di lavoro!
Luca aggiunge altri particolari interessanti: «stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo» (7, 38). Sono gesti che dicono stupore per un amore immeritato, amore grande capace di rimettere in moto l’esistenza e riaccendere la voglia di ricominciare; e parlano di nozze e d’intimità, sanno di festa e di adorazione! «Inebrianti sono i tuoi profumi per la fragranza, aroma che si spande è il tuo nome: per questo le ragazze di te si innamorano» (Ct 1,3). Sarà risuonato anche in Maria di Betania, donna attenta alla Parola, questo versetto del Cantico dei Cantici? Penso di sì!
Dentro il contesto di una cena, anticipo di quella con i suoi, la sera prima di morire, si compie così un incontro che è quasi una liturgia: memoria di salvezza e annuncio di novità! Maria è immensamente grata a Gesù! E glielo vuole dire!
La sua gratitudine è per quanto ha fatto nella sua vita e per aver strappato dalla morte il suo amico Lazzaro. L’incontro con Lui ha acceso nel suo cuore l’amore! Ed ella, al pari di suo fratello, ora si sente davvero viva! Lazzaro è icona di ciò che Gesù è venuto a fare per noi: rimetterci in piedi, ridarci la Vita, risuscitarci! Ma tutto ciò è frutto dell’Amore di Colui che ci “ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore” (Ef 5, 2). Sì, quella vita, Maria lo intuisce, è frutto della Croce! La Vita nasce dalla morte! Per questo il suo gesto di ungere Gesù è profezia della Pasqua! Maria ha colto bene il senso di ciò che sta per accadere e vuole dire a Gesù, che va a Gerusalemme a morire per noi, con gesto tenero e insieme delicato, tutta la gratitudine per quella vita consegnata alla morte per noi, per quell’amore «sino alla fine» (Gv 13, 1): “Grazie Gesù perché non ti sei tirato indietro!”.
«Nell’offerta del Figlio, – diceva l’allora cardinale Ratzinger – si rivela, come già nell’unzione di Betania, una smisuratezza che ci ricorda l’amore generoso di Dio, la “sovrabbondanza” del suo amore. Dio fa generosamente offerta di se stesso» E aggiungeva: «Se la misura di Dio è la sovrabbondanza, anche per noi niente dovrebbe essere troppo per Dio» (Via Crucis 2005).
Quel profumo assai prezioso è, pertanto, figura di Gesù, Amore che si dona, che si spande e non si ferma e che profuma! Fino a profumare anche la nostra vita!
«E tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo». Quella casa, prima abitata dall’odore della morte, ora è piena di profumo! È il profumo di Gesù! La vita ha vinto sulla morte!
Afferma Sant’Agostino: «Chi era la donna che entrò nella casa con il profumo? Di chi recava l’immagine? Non era forse l’immagine della Chiesa? Di che cos’era immagine quel profumo? Non era forse l’immagine del buon odore di cui dice l’Apostolo: noi siamo in ogni luogo il buon odore di Cristo?» (Sul Salmo 21 – Esposizione II).
Carissimi, vorrei che dal profondo del nostro cuore nascesse forte la voglia di dire a Gesù: “Grazie! Hai dato la vita per me! Grazie perché mi risusciti! Grazie per la tua misericordia! Grazie perché – come dice Papa Francesco – con te davvero tutto cambia!”.
Vorrei che le nostre case si riempissero del profumo di Gesù, che le nostre vite, le nostre famiglie e le nostre comunità odorassero di Vangelo! Vorrei che le nostre case profumassero di fede e di preghiera, che in esse si respirasse la gioia della fraternità, la festa del perdono e della misericordia, che odorassero di gratitudine, di compassione e tenerezza; e che quel profumo fosse contagioso per altri, per tanti, per tutti!
Che sia vera Pasqua! Che sia vera risurrezione!
+ Pietro, vescovo