sabato, Gennaio 18, 2025

All’imbarco per Ischia protestano magistrati, medici e insegnanti

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Rimasti a terra per il tutto esaurito del catamarano Alilauro. Su richiesta del giudice Immacolata Cozzolino interviene la Capitaneria di porto ordinando la conta dei passeggeri. Alla fine si scopre che erano ancora disponibili tredici posti e il gran numero di pendolari in attesa di imbarcarsi può raggiungere l’isola d’Ischia

PAOLO MOSE’ | Magistrati, medici, insegnanti e ufficiali giudiziari hanno rischiato di non raggiungere l’isola d’Ischia per mancanza di posti disponibili sull’aliscafo in partenza dal Molo Beverello alle 7.35. E’ nata una protesta per aver messo a disposizione un aliscafo di dimensioni contenute in un orario molto trafficato per il numero di pendolari che ogni mattina si imbarcano per raggiungere i posti di lavoro sull’isola. E’ nata una ferma protesta che ha visto il giudice Immacolata Cozzolino, magistrato dirigente della sezione distaccata, chiedere spiegazioni in ordine al mancato imbarco di viaggiatori che hanno abbonamento e che inspiegabilmente il comandante si è rifiutato di accogliere a bordo. Una situazione che si è aggravata dopo che la Caremar ha soppresso inspiegabilmente la corsa che partiva dal Beverello circa venti minuti prima di quella dell’Alilauro. E’ nato un confronto, con toni decisi ma comunque collaborativi, tra il magistrato e il comandante, il quale si è detto impossibilitato a consentire l’imbarco per aver ricevuto dalla biglietteria il tutto esaurito, non vi era alcuna possibilità di nuovi accessi a bordo. A nulla sono valsi i tentativi di mettersi in contatto con la direzione dell’Alilauro, data l’ora, in quanto gli uffici aprono intorno alle 8.30, quando ormai l’aliscafo ha già raggiunto la destinazione. Ed è stato a questo punto, vista l’intransigenza del comandante, che il giudice Cozzolino ha chiesto l’intervento della Capitaneria di porto per chiarire l’equivoco e perché una situazione del genere si possa verificare nel momento in cui una partenza di altra compagnia è stata soppressa senza un giustificato motivo. L’ufficiale della Marina ha chiesto a questo punto al comandante di verificare il numero dei passeggeri in quel momento già a bordo per metterli a confronto con il numero di posti disponibili sull’aliscafo catamarano. Un’operazione che è durata circa venti minuti ed il risultato è stato sorprendente: erano ancora disponibili tredici posti e questo ha consentito che i pendolari lavoratori, di qualsiasi categoria, potessero accedere sull’aliscafo nel numero massimo di tredici. E solo alle 7.55 (avrebbe dovuto mollare le cime alle 7.35) l’aliscafo ha lasciato il porto di Napoli per raggiungere in ritardo il porto di Ischia.

Una situazione che certamente non finisce qua. I magistrati, ve n’erano più di uno pronti per raggiungere il tribunale isolano, medici, insegnanti e ufficiali giudiziari hanno detto allo sbarco che è necessario fare chiarezza nei rapporti che debbono intercorrere tra utente e società armatrice. Ed è quello che ha chiesto il giudice Cozzolino all’ufficiale della Capitaneria di porto, dato che non è possibile bloccare servizi di primaria importanza, come sono l’ufficio giudiziario, l’ospedale e gli istituti scolastici. I processi, infatti, debbono iniziare nelle ore stabilite dal Ministero della giustizia, così come le lezioni negli istituti scolastici, mentre i pazienti non possono rimanere senza l’adeguata assistenza di coloro che hanno responsabilità dei vari reparti. I primari, infatti, sono quasi tutti residenti in terraferma. E nell’esposto che si accingono a sottoscrivere ricordano che già nel passato situazioni simili si sono verificate, i biglietti vengono esauriti prima che vengano venduti alla biglietteria.

1 COMMENT

  1. Cosa pretendevano i magistrati? Che gli altri passeggeri fossero fatti sbarcare per dare precedenza a loro?
    Ci si lamenta perché i mezzi superano la portata, e poi quando qualcuno rimane a terra si invoca il contrario!
    Chissà da quale pallottoliere magico sono usciti quei 13 magici posti…..

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