Settima sconfitta consecutiva per l’Ischia Isolaverde targata Antonio Porta. A differenza della scorsa settimana, la squadra isolana ha provato nella ripresa a rimettere in equilibrio il confronto con il Catanzaro, mostrando qualche timido progresso. Se basterà a salvare la panchina dell’allenatore procidano è un rebus che sarà risolto soltanto nelle prossime ore dalla società. Il rischio attuale, dopo l’ennesimo ko stagionale, si chiama Catania. Gli etnei sono quintultimi e le probabilità di sfidarli nel doppio confronto play out sono decisamente alte.
Spesso la sua Ischia le partite le ha perse nel corso della ripresa. Stavolta, invece, dopo un primo tempo non avvincente, nella ripresa i gialloblù hanno avuto una reazione. Si può ripartire proprio dalla ripresa?
“ Stiamo crescendo. La squadra fisicamente si sta rimettendo, lo si vede anche nei fatti. Purtroppo abbiamo pagato a caro prezzo una ingenuità compiuta su un calcio d’angolo in occasione del gol subito e poteva esserci un rigore a nostro favore. L’importante, però, era vedere i miei ragazzi vivi, stavolta, a differenza del passato, abbiamo combattuto fino alla fine. Prima avevamo un’ora nelle gambe, adesso invece riusciamo ad avere l’intera partita. E ciò è fondamentale. Pepe sta recuperando, Di Vicino si è quasi ripreso e Filosa sarà in campo nella prossima gara. Sono dati rassicuranti: la squadra è valida purchè posseggano tutti una buona condizione, come sta per avvenire”.
In occasione della rete ospite, vi è stato qualche errore difensivo di troppo?
“Abbiamo compiuto una ingenuità, prendendo gol sul primo palo. In quella circostanza la marcatura è stata persa e ci hanno fatto gol”.
Può una squadra valida perdere 8 o 9 partite? Al di là delle considerazioni, il materiale umano è piuttosto scadente. Si è mai pentito di aver accettato l’incarico?
“No, non mi sono mai pentito, perché alleno un gruppo di ragazzi eccezionali. La squadra non era competitiva come adesso. Con Filosa e con il recupero di Pepe e Di Vicino, ritengo che l’Ischia sia competitiva per i play out”.
Per raggiungere l’obiettivo prefissato bastano la serietà ed il lavoro o sono necessari anche altri argomenti che l’Ischia purtroppo non possiede? L’Ischia tecnicamente ha dei grandi limiti.
“Comprendo le vostre osservazioni. Noi oggi abbiamo giocato una specie di prova in chiave play out, perché il Catanzaro era all’ultima spiaggia. Non abbiamo demeritato, non dico che dovevamo vincere ma, a mio avviso, il risultato più giusto sarebbe stato un pareggio. Siamo stati competitivi contro un avversario che forse potrebbe avere qualcosa in più di chi potremmo affrontare agli spareggi. E’ chiaro che se fossimo stati più bravi non saremmo stati in zona play out, però confido sempre nel recupero di tutti. La condizione è migliorata e con il rientro di Filosa rimedieremo ad alcune incertezze in fase difensiva”.
Il suo obiettivo è quello di affrontare il Melfi nel play out. Se il campionato finisse oggi, sfidereste proprio i lucani agli spareggi. Nell’ultima giornata di campionato, però, l’Ischia è attesa da un incontro (in casa del Cosenza) più complesso rispetto a quello che attende il Martina Franca. Al momento la quintultima in classifica è il Catania. Il rischio è proprio quello di incontrare gli etnei ai play out.
“Noi proveremo in tutti i modi a fare risultato domenica a Cosenza. Dobbiamo guardare soltanto in casa nostra. Rispetto all’ultima gara abbiamo compiuto dei grandi passi in avanti, perché abbiamo avuto la possibilità di schierare giocatori diversi. Come già affermato in passato, nelle ultime due gare del campionato avrei provato la squadra da impiegare nei play out. E così è stato. Non dimentichiamoci che oggi tra gli assenti vi era Kanoute. E’ impensabile affrontare i play out senza Kanoutè, non perché sia migliore degli altri, ma per le sue caratteristiche: attacca la profondità ed ha velocità. Per come giochiamo noi, Kanoutè è fondamentale”.
Stando al Comunicato Stampa emesso dalla società, nei suoi confronti non vi è stata grande chiarezza. La sua permanenza sulla panchina gialloblù sembrava subordinata al risultato della gara con il Catanzaro. Non ha pensato mai di salutare?
“E’ giusto. Da quando sono nell’Ischia Isolaverde spesso mi hanno affidato e tolto incarichi. Personalmente non sto facendo altro che lavorare. Sono masochista? No, ho un contratto fino al 30 giugno. Se la società mi fa delle richieste, io devo rispondere presente”.
Considerato che Lei ci ha condotto in serie C, meritava un maggiore riguardo?
“Purtroppo il calcio è così. Rispetto il contratto che mi lega all’Ischia fino al 30 giugno e cerco di dare il massimo. Forse se, dopo la partita con la Lupa Castelli, fossi rimasto io in panchina potevo fare qualcosa in più”.
Si attende novità?
“Non credo, ma il calcio è così. Io più di fare il massimo non posso”.
Ha avuto modo di parlare con il Presidente? Sente la sua posizione in discussione?
“Ufficialmente nessuno m ha invitato ad una riunione per invitarmi ad andare via. Io ho continuato a lavorare con la squadra e posso assicurare che chi guiderà i gialloblù, io od un altro allenatore, avrà a che fare con un gruppo unito e combattivo. Come ha dimostrato oggi, nonostante i limiti”.