giovedì, Gennaio 16, 2025

5 maggio. Ischia, siccome immobile! A Ischia Ponte e Forio il degrado prende il sopravvento sul ricordo

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Maria Funiciello | Il territorio é lo specchio della società e la società l’agente principale sul territorio. Una relazione forte e vera e che evidenzia, appunto, lo sfascio più totale in cui viviamo ogni giorno.
Nessun comune dell’isola ne é immune: abbiamo ampie aree del territorio isolano racchiuso nei nostri “pochi” chilometri quadrati che sono davvero al limite di ogni sana idea di “luogo”.
Ma ci sono alcuni punti della nostra isola che sono, diciamo, caratteristici e divenuti, grazie ad eventi o ricorrenze, veri simboli riconosciuti da tutti dopo un lasso di tempo variabile, forse per una qualche legge non scritta o proprio per la relazione di cui parlavamo in apertura di questo articolo, vengono risucchiati in un vortice senza fine, un buco nero fatto di degrado cui é spesso indifferente tutta la società e da cui riemergono superficialmente solo in occasione di altri eventi fini a sé stessi.
Ma diamo concretezza a quanto esposto.
Oggi é il 5 maggio, una data importantissima per la nostra isola, sia da un punto di vista religioso che laico: il 5 maggio del 2002 Papa Giovanni Paolo II, oggi Santo, giungeva in elicottero ad Ischia e veniva accolto da ali di folla festanti sotto un caldo sole e un cielo sereno.
Una intera isola in festa che ha accolto, ascoltato e amato il Santo Padre che, atterrato all’eliporto, ha percorso tutta la litoranea per giungere fino ad Ischia Ponte dove ha celebrato la storica messa ai piedi del Castello Aragonese. Immagini ancora molto vive e cariche di emozioni nelle menti di ognuno di noi.
Il tracciato del percorso che la “PapaMobile” avrebbe percorso era stato risistemato di tutto punto: asfalto lungo le carreggiate, marciapiedi messi in ordine, facciate dei palazzi pubblici ridipinti anche solo grossolanamente, di modo che dessero la parvenza, anche nelle immagini tv e nelle foto, di pulizia e ordine.
Sì, parvenza. Perché poi, lo ricordiamo bene, le grandi opere di sistemazione dei luoghi, non hanno visto un seguito fatto di manutenzione e sorveglianza. Il tutto è stato lasciato nelle mani del tempo che, in modo impietoso, ha riportato il tutto ad un livello davvero basso.
Meta quasi obbligata per i tanti turisti che giungono ad Ischia il Piazzale Aragonese, che ha ospitato una delle ultime messe celebrate non sul suolo romano dal Santo Padre, è ormai notorio, versa in pessime condizioni e, oltre il caos veicolare, la presenza di aiuole non troppo curate, cestini deteriorati (quando esistenti) e basoli danneggiati, al Piazzale spicca la nota negativa del grande pannello fatto in ceramica che ritrae Ischia e il profilo di Papa Giovanni Paolo II fatto realizzare per l’occasione da un artista locale che è rilegato, senza chiare indicazioni, su un muro spesso stonacato e sul retro di una schiera di taxi, per non parlare dell’immondizia che quasi sempre regna sovrana nella canaletta posta proprio ai piedi del muro che ospita l’opera che dovrebbe, invece, commemorare un grande evento e comunicarlo al mondo intero.
Ma soffermiamoci su un luogo in particolare, una grande piazza ed un simbolo dell’isola intera riconosciuto nel mondo, dove la società (anche laica) isolana ha accolto Papa Giovanni Paolo II in un lungo pomeriggio fatto di eventi e celebrazioni: il piazzale del Soccorso.
Una vera e propria cartina tornasole dello stato in cui versa il territorio isolano e che riflette, come dicevamo, la società: il piazzale è totalmente sguarnito di tutto, ha livelli minimi di sicurezza in alcuni punti e non offre servizi che possano accontentare l’intera e variegata utenza isolana e turistica.
Le immagini che ritraggono il piazzale del 2002 stridono con quelle di oggi, del 2016, etichettabili come veri e propri pugni negli occhi e nello stomaco.
Un folla festante aveva, nel 2002, riempito la strada che conduce alla chiesa del Soccorso e il piazzale intero, piazzale che da all’ora ha preso il nome del santo Padre proprio per lasciare un segno del grandissimo evento vissuto in quello spazio. Ma, forse, quello è l’unico segno di positivo lasciato.
Partendo dalla chiesa imbrattata da graffiti di ogni genere e dall’illuminazione, ai bordi del piazzale, spesso alternata, il quadro che vediamo è davvero triste e, assieme all’immagine dell’Ulivo del Papa che sta lentamente ed inesorabilmente morendo per l’incuria e l’abbandono, possiamo ben fare una riflessione.
La società come il territorio, la chiesa isolana totalmente disinteressata ad alcuni simboli vivi per la comunità che la compone è sempre più presa dai problemi interni ad essa e poco attenta a ciò che le avviene intorno, quasi sul sagrato.
Come anche i membri della società laica, che sono estranei a problematiche di questo tipo, lasciando che il territorio cada sempre più in basso, così anche il mondo ecclesiastico dimostra di essere sempre più avulsa dal mondo reale composto da quei fedeli che dovrebbe (e qui il condizionale è d’obbligo) seguire ed informare su tutto ciò che accade.
Sì, perché di cosa accade all’interno della Diocesi isolana non si sa nulla di certo. Certi sono solo gli allontanamenti di due parroci accusati di reati sessuali dagli stessi parrocchiani e non solo (che fine hanno fatto don Giovanni e don Nello? Quando verrà fuori la verità?O meglio, verrà, mai fuori?); la fuga plateale di un giovane sacerdote che solo nella remota Umbria ha trovato la “pace” che tanto cercava; il “blocco” di due seminaristi con il relativo allontanamento e suggerimento forzato di intraprendere un nuovo e più lungo percorso; il walzer delle parrocchie e dei relativi sacerdoti che si muovono come su una scacchiera impazzita e tanto altro ancora… situazioni grigie, non chiare, che non fanno altro che confondere i fedeli e tutti.
Proprio come lo sfacelo che c’è, oggi, al Piazzale del Soccorso che, invece di essere centro di interesse per eventi, escursioni panoramiche e passeggiate, è un vero buco nero (ricordate anche le persone senza fissa dimora denunciate proprio lì?) fatto di sporcizia e degrado, anche nella società isolana il quadro di insieme, non è affatto incoraggiante.
Siamo partiti da un simbolo, quel 5 maggio del 2002 e un luogo carico di significato… elementi da cui Ischia può ripartire, se lo si vuole…

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