lunedì, Dicembre 23, 2024

Ischia, così si retrocede. E si torna a parlare di allenamenti sull’isola

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Otto sconfitte consecutive, 23 gol subiti e appena 7 realizzati. Queste le cifre da film horror che caratterizzano l’ultimo ciclo dell’Ischia Isolaverde guidata da Antonio Porta. Una squadra senza carattere, capace di subire 6 reti a Cosenza e candidata numero uno alla retrocessione in vista della sfida play-out con il Monopoli in programma il 21 maggio. Una sfida che Armeno e compagni dovrebbero affrontare senza il supporto della frangia intransigente (e numerosa) del tifo gialloblu, ancora scottata dalle “promesse di febbraio” e da una stagione segnata da una squadra perennemente (o quasi) ai Camaldoli. Il Mazzella, insomma, dovrebbe presentarsi ancora una volta semi-deserto: un handicap, questo, tutt’altro che di poco conto se si pensa ai limiti caratteriali della squadra gialloblu, limiti che si sono fatti palesi in queste ultime settimane. Mazzella semi-deserto, questa l’impressione, anche se dovesse concretizzarsi l’ipotesi emersa nelle ultime ore e che parla di un ritorno della squadra sull’isola in vista dei play-out. I gialloblu, infatti, potrebbero alloggiare in un albergo al centro d’Ischia ed allenarsi allo stadio Mazzella: un rientro, questo, che potrebbe essere considerato fuori tempo massimo ma che perlomeno mostrerebbe una società in grado di fare il tanto atteso passo avanti verso il territorio. La palla, adesso, passa proprio al sodalizio gialloblu: l’offerta per il pernottamento in una zona centrale è sul tavolo, si attende solo una risposta.

 

QUANTE INCOGNITE PER I GIALLOBLU. L’eventuale ritorno sull’isola potrebbe nascondere qualche insidia, alla luce dell’idiosincrasia del pubblico ischitano nei confronti di Antonio Porta. Un rapporto burrascoso, reso ancora più difficile dopo il recente filotto di sconfitte che portano la firma del tecnico procidano, in bilico due settimane fa – quando Bitetto sembrava vicino al ritorno – prima di incassare la fiducia di una società che non sembra averne azzeccata una a partire da gennaio, tra indebolimento della rosa e promesse non mantenute in ottica allenamenti. Non ne azzecca una nemmeno la squadra, sabato capace di prendere la bellezza di sei pappine in casa del Cosenza: anche al San Vito, i gialloblu hanno palesato limiti difensivi sconcertanti, con Liberato Filosa apparso ancora lontano dalla forma migliore (ed era prevedibile dopo 50 giorni ai box) e Giampaolo Sirigu che si è confermato poco affidabile nel ruolo di terzino sinistro. Guardando proprio a quest’ultimo caso, anche alla luce delle lacune difensive di Porcino, viene da chiedersi perché non venga riproposta la soluzione di inizio stagione, con Bruno a sinistra e Florio sul lato opposto, evitando così esperimenti di sorta. Non ha rispettato le attese, almeno per il momento, anche il difensore Jerry Vandam, utilizzato con il contagocce dal tecnico Porta e che nelle (poche) uscite stagionali si è dimostrato in ritardo di condizione e tutt’altro che integrato nei meccanismi della squadra (parliamo di un giocatore francese, e la lingua può risultare un ostacolo da non sottovalutare).

Se in difesa la situazione è tutt’altro che tranquilla, tanto che bisogna sperare in un recupero lampo di Filosa, a centrocampo le cose non vanno certamente meglio: contro il Cosenza la linea mediana ancora una volta non ha retto l’onda d’uro della squadra, palesando nuovamente l’assenza di un centrocampista di rottura come Meduri o Blasi (mai convincenti nella loro breve esperienza con i gialloblu). Di Vicino, insomma, si è confermato elemento più adatto a giocate tra le linee e senza particolari compiti difensivi; Acampora, invece, non sembra potere garantire un rendimento all’altezza della Lega Pro, nonostante il grande impegno profuso in campo. Porta, che in vista dei play-out dovrebbe tornare al 4-3-3, è dunque costretto a puntare tutto su Gennaro Armeno, giocatore che quest’anno ha conosciuto un’involuzione dopo una prima parte di stagione positiva e dopo le convincenti prestazioni degli anni passati. L’altra freccia dell’arco di Antonio Porta ha il nome e il cognome di Mattia Spezzani, ancora condizionato dai guai al ginocchio che lo tormentano da tempo: l’auspicio è che l’ex Modena riesca a ritrovare una forma accettabile in vista dei decisivi match del 21 e 28 maggio. Spezzani, così, è solo una delle tante incognite di una squadra che in due settimane scarse deve sperare nel recupero di giocatori come Vandam, Filosa e lo stesso regista di origini emiliane.

Discorso complicato anche in attacco: l’unico punto fermo sembra essere al momento Yaye Kanoute, reduce da giornate di squalifica e chiamato a confermare quanto di buono fatto vedere in almeno tre quarti di stagione. Per il resto sono poche le certezze nel tridente gialloblu: per il ruolo di attaccante centrale, anche alla luce delle recenti dichiarazioni del tecnico Porta, il titolare dovrebbe essere Alberto Gomes, che però nelle ultime settimane si è reso protagonista di una serie di prestazioni tutt’altro che soddisfacenti. Non è da escludere, così, l’utilizzo di una punta più mobile come Gerardo Rubino, che – al contrario – si sta dimostrando sempre più in crescita, candidandosi come la vera carta a sorpresa di questo finale di stagione. In crescita anche Vincenzo Pepe che, in ballottaggio con Di Vicino, dovrebbe agire da esterno d’attacco: già nella sconcertante gara di Cosenza, l’ex Messina si è messo in mostra per intraprendenza e buoni colpi, trovando raramente nei compagni un valido supporto.

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