Il gip ha torchiato per due ore il trentacinquenne prima di convincersi a concedere la misura meno affettiva dell’obbligo di dimora come richiesto dal difensore di fiducia, avvocato, Luigi Tuccillo.
Si è svolto nella tarda mattinata di ieri l’interrogatorio di convalida del trentacinquenne V.L., accusato di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali ed estorsione ai danni della nonna con la quale conviveva. Stando alle indagini svolte dai carabinieri del Nucleo operativo al comando del maresciallo aiutante Sergio De Luca e dal responsabile della Stazione di Ischia, luogotenente Cimmino, l’arrestato avrebbe più volte percosso, malmenato la donna settantanovenne. Allo scopo di strapparle qualche banconota di euro per soddisfare le proprie esigenze quotidiane che appaiono alquanto sostanziose. Visto che al momento del suo fermo conservava addosso la non modesta cifra di 4.100 euro. Soldi che la stessa vittima ha confermato essere suoi e che il nipote se n’era impossessato utilizzando i soliti metodi poco eleganti. La cifra è stata riconsegnata all’anziana donna e il trentacinquenne è finito a Poggioreale.
Difeso dall’avv. Luigi Tuccillo, a quanto pare l’indagato non ha ammesso gli addebiti. Ha cercato di spiegare al giudice per le indagini preliminari quali erano i rapporti che intercorrevano con la nonna. Ammettendo che molto spesso vi erano delle discussioni, anche animate, ma mai e poi mai ad alzare le mani contro di lei. Anche se per la verità quando i carabinieri sono intervenuti in quell’abitazione perché avevano ricevuto una segnalazione della presenza di armi da fuoco, avevano trovato una situazione del tutto diversa e forse ancor più grave: una donna piangente, disperata. Con diverse ecchimosi sul corpo e un dolore alla testa, tanto che si ritenne necessario trasportarla in ospedale per sottoporla alla visita dei sanitari che nel referto medico hanno scritto: trauma cranico e contusioni in varie parti del corpo. La donna, sentita dagli investigatori, ha riferito episodi alquanto preoccupanti. Riportati nella comunicazione notizia di reato in cui si sostiene che il trentacinquenne più volte si è scagliato contro la donna, di aver usato non carezze, ma colpi contundenti e tali da mortificarla e farla soprattutto soffrire. E tutto per il denaro. Viene riferito che i risparmi poco alla volta sono spariti per soddisfare le abitudini di quest’uomo pronto a tutto per dimostrare di avere una certa autonomia finanziaria e di riuscire a spendere con una certa facilità.
Il giudice si è trovato di fronte una vicenda che va al di là dell’immaginabile. Tenendo conto delle risultanze investigative e di quanto riferito ai carabinieri dalla vittima. Dall’altro ha pesato quanto dichiarato da V.L., che si è professato innocente e che se ci sono stati dei problemi fisici per la nonna, questi non erano certamente addebitabili a lui. Il più delle volte causati da perdite di equilibrio, di “scontrarsi” con qualche mobile nell’abitazione. Giustificazioni che hanno reso ancor più complessa la vicenda e sulla quale il giudice in questa fase ha dovuto dare un primo giudizio. Dovendo stabilire prima di tutto se convalidare l’arresto e la misura da applicarsi rispetto alla richiesta avanzata dalla procura della Repubblica e quella sollecitata dalla difesa che va nella direzione opposta.