Con la formula de “il fatto non sussiste” Giosi Ferrandino e Silvano Arcamone sono stati assolti con la pronuncia del GIP e del PM, per i reati contestatigli in merito alla frana di Cartaromana dove il sindaco di Ischia e il responsabile dell’UTC furono imputati dopo che il giudice penale decise di procedere ordinando al pubblico ministero l’imputazione coatta nei confronti di Giosi Ferrandino, Silvano Arcamone e Gabriele Mazzella.
Una vicenda penale che è sfociata nel politico e viceversa. Tant’è che l’ex vice sindaco di Ischia, l’avvocato Luigi Boccanfuso, si costituì parte civile e mentre Carmine Bernardo spinse fino all’imputazione coatta.
IL PROVVEDIMENTO. La vicenda, che ha portato poi alle dimissioni di Boccanfuso, è legata all’ordinanza di interdizione dell’area di Cartaromana oggetto di una frana di una parte del costone. Un’ordinanza voluta proprio dal vice sindaco Boccanfuso, che di fatto rappresentava l’Amministrazione comunale per l’assenza del primo cittadino. Quella interdizione provocava anche delle limitazioni ad un’attività presente su quel tratto di spiaggia inibita di Cartaromana. Quel provvedimento è rimasto tale ed efficace per un tempo strettamente necessario, perché venne di fatto revocato e firmato dall’arch. Arcamone, che in data 13 agosto 2013 riteneva che non vi fossero più le condizioni per mantenere in piedi l’ordinanza sindacale di interdizione del 26 giugno dello stesso anno.
LA VICENDA. Questa vicenda è stata da subito all’attenzione della procura della Repubblica con un’indagine condotta dal magistrato delegato Stefania Buda che al termine di una verifica di tutti gli atti sequestrati, della documentazione presentata dagli indagati, concluse con una richiesta di archiviazione. Immediatamente impugnata dall’avv. Carmine Bernardo, anche in qualità di consigliere di minoranza del comune d’Ischia, che era stato proprio il promotore dell’inchiesta. Tutti vennero convocati dal giudice per le indagini preliminari, che durante la camera di consiglio ascoltò sia l’accusa che i difensori e soprattutto la parte offesa ricorrente prima di decidere. Quella richiesta di archiviazione venne definita dal giudice per le indagini preliminari del tutto immotivata, perché ritenne nell’ordinanza che vi fossero una serie di elementi che dimostravano che c’era stato un comportamento non corretto, tale da configurare il reato di abuso d’ufficio. Per aver creato, sostanzialmente, un vantaggio patrimoniale per il beneficiario, l’imprenditore che con la prima ordinanza di inibizione aveva di fatto diminuito la possibilità di realizzare dei guadagni. Riottenendo qualche mese dopo il possesso.
Con la pronuncia di questa mattina, si chiude questa pagina della politica ischitana.
Al di là del fatto processuale a questo sindaco io chiederei se pensa di aver amministrato bene questo comune in questo decennio ( le responsabilità sono solo sue, nel bene e nel male. Questa “classe politica immonda”Gli ha consentito di fare quello che voleva!). Ovviamente risponderebbe di sì. Peccato che contro di lui parlino fatti inoppugnabili: il paese è in uno stato di degrado da far paura, la sua economia è al collasso. ( tranne forse i soliti noti a lui ben vicini che fanno soldi sulla carne viva di questo paese) E lui è il responsabile primo di tutto ciò.