Batosta cocente, meritata, senza attenuanti. L’Ischia saluta virtualmente la Lega Pro dopo anni di lotte, vittorie e tanta, tantissima sofferenza. Lo fa al termine dell’ennesimo capitombolo interno, al termine di uno 0-3 contro un Monopoli che – al contrario dei gialloblu – merita senza dubbio alcuno la permanenza in terza serie. A poco è servita l’entrata in scena di due figli d’Ischia come Gianni Di Meglio ed Enrico Buonocore, coraggiosi e orgogliosi, icone del calcio isolano che hanno riportato entusiasmo ma che non potevano certamente rivoluzionare una squadra dai valori tecnici mediocri. Una squadra senza carattere, incapace di reagire dopo il primo schiaffo di un Antonio Croce superlativo: niente di nuovo sotto al sole, perché parliamo di una squadra che in stagione – soprattutto a partire dalla smobilitazione di gennaio – ha dimostrato di non essere in grado di reagire alle prime difficoltà, di difendere il risultato oppure di recuperare una partita una volta che la strada si è fatta in salita. L’Ischia, insomma, senza valori tecnici e senza quelle caratteristiche tipiche delle provinciali che lottano per la salvezza, è compagine che merita la retrocessione. Fa male dirlo, ma è così. A dimostrarlo la prova ancora una volta doubleface vista ieri al Mazzella: ad un primo tempo accettabile, segnato anche da qualche incursione offensiva, ha fatto da contraltare una ripresa sconcertante, contraddistinta dai soliti orrori difensivi e dall’ormai abituale calo fisico (tratto comune di tutte le gestioni gialloblu, da Bitetto fino ad arrivare a Porta). Anche ieri, insomma, nonostante il ritorno di un Mazzella delle grandi occasioni e lo scossone della nuova guida tecnica, l’Ischia ha dimostrato di non essere squadra all’altezza del professionismo e di essere, in netta sostanza, il frutto di una gestione societaria scellerata. E questo non solo guardando alle scelte di tipo logistico (con la squadra per un anno in esilio ai Camaldoli) ma anche e soprattutto per lo smembramento della rosa e l’allontanamento di Dino Bitetto. Insomma, il 3-0 di ieri non è altro che lo specchio di un’annata segnata da troppe contraddizioni.
LA PARTITA DI IERI. L’Ischia si presenta in campo con il 3-5-2 annunciato, ma con una novità in fatto di uomini: Acampora e Di Vicino siedono entrambi in panchina, al loro posto a centrocampo c’è Giuseppe Palma. A completare la mediana Spezzani e Armeno, Vandam è confermato in difesa, mentre in attacco c’è la coppia Kanoute-Gomes. Stesso modulo anche per il Monopoli: guardando alla formazione, non si registrano novità, con Esposito a guidare la difesa, Romano sulla mediana e Croce terminale offensivo.
I primi minuti sono di studio, con l’Ischia che – a sorpresa – si fa preferire in quanto a propositività. I gialloblu, però, non riescono a farsi pericolosi negli ultimi metri, tanto che Pisseri non sarà mai impegnato da Armeno e compagni. Il Monopoli, dal canto suo, si limita a controllare la partita e si affida al dinamismo e al piede caldo di Viola per scardinare la difesa gialloblu, guidata da un Filosa almeno inizialmente convincente. Mentre Kanoute e compagni sbattono contro il muro eretto da un Pasquale Esposito ai limiti della perfezione, i pugliesi iniziano a prendere le redini del gioco a partire dalla mezz’ora, approfittando di un primo appannamento dei gialloblu. Salgono così in cattedra Viola e Romano che servono a Croce due palle d’oro: nel primo caso l’attaccante viene fermato per un fuorigioco che non sembra esserci; nel secondo l’ex Melfi coglie l’esterno della rete. Su questa occasione si chiude un primo tempo tutto sommato equilibrato: l’Ischia non si fa pericolosa ma non gioca un calcio malvagio e approfitta di un atteggiamento per certi versi passivo del Monopoli.
Nella ripresa si mettono subito male per l’Ischia. Non passa nemmeno un minuto e Croce si conferma bomber implacabile, sfruttando l’assist al bacio di Mercadante (uno che l’Ischia ha scartato, sic!) e le incertezze difensive dei vari Florio e Filosa. A questo punto la partita cambia completamente verso, con il Monopoli che approfitta dell’incapacità dell’Ischia di reagire e capisce che è il momento di infierire contro la squadra di Di Meglio e Buonocore. I due mister isolani cercano di correre ai ripari, inserendo l’attaccante Rubino e l’esterno Pepe, passando così al 4-3-3. Ma il canovaccio non cambia: l’Ischia continua a subire ed Esposito porta in paradiso i suoi con una semirovesciata da raccontare ai nipotini. I gialloblu a questo punto sono in bambola e il Monopoli dilaga con il solito Croce, che supera in velocità uno sconcertante Filosa e batte un Rino Iuliano tutt’altro che perfetto. A questo punto i ritmi della gara si abbassano inevitabilmente, la squadra di casa non riesce a reagire e, nel finale, sigla un gol annullato ingiustamente a Kanoute. Finisce così al Mazzella, finisce così il sogno tutto isolano di mantenere una categoria inseguita per anni. Una categoria che adesso sta sfuggendo di mano all’Ischia e all’isola: ci vorrà solo un miracolo a Monopoli, ma – inutile nasconderlo – questa squadra non sembra avere i mezzi per realizzare quattro gol nella tana dei pugliesi. Oltretutto, dopo un’annata del genere, non abbiamo più nemmeno la forza per sognare.
mi parlate dell’Ischia che si è allenata ai Camaldoli vi ricordate le Vostre scellerate contestazioni all’epoca di Goveani quando la squadra era ai vertici? Purtroppo l’Ischia non interessa a nessuno degli imprenditori isolani sembra strano che alla viglia delle elezioni il sindaco non abbia ancora messo voce sul calcio ischia per accaparrarsi dei voti. Non ci saranno più i vari Goveani e Basentini che spenderanno soldi per l’Ischia, questa e l’ennesima figuraccia nazionale che facciamo anzi che fanno quei pochi tifosi che hanno seguito l’Ischia ovunque no chi è andato per un Ischia-lecce spacciandosi per tifoso DOC. Non cambierà mai la mentalità dell’Ischitano imprenditore dal calcio fino ad arrivare al turismo, trasporti, lavoro e infrastrutture siamo una vergogna. Ischia è stata rovinata contestate loro no i giocatori, preseidente ed altri avete mai visto un solo esponente politico o imprenditore al mazzella?
Ischia in D, “allontanamento ” di tutto l’ambiente, titolo che va definitivamente in terra ferma. Come voleva rapullino e soci. Prrrrr. A tutti. (Purtroppo )