IDA TROFA | La Procura della Repubblica di Napoli, con i riflettori ancora puntati sulle vicende lacchesi. C’è un osservato speciale: il porto.
Il Procedimento è il n. 25027/2015 del Registro Generale Notizie di Reato e n.2839/16 del Registro Generale G.I.P. Un’istruttoria chiusa in pochi mesi con la quale il sostituto procuratore Claudio Basso ha richiesto il rinvio a giudizio per Giuseppe Perrella e Gaetano Grasso.
La richiesta in ossequio agli art 416,417 del codice di procedura penale L30 D.lv.271/89, riguarda la tanto discussa e fumosa vicenda dell’affidamento del porto turistico lacchese. Un affidamento diretto all’imprenditore Perrella, senza alcuna evidenza pubblica, veicolato e gestito dal responsabile capo dell’UTC Gaetano Grasso. Questo è il vulnus dei capi d’imputazione contestati dai PM nella richiesta di rinvio depositata il 28 gennaio scorso. Perrella è l’istigatore del reato contestato. Grasso l’esecutore materiale.
Entrambi sono comparsi davanti al GUP il 1 aprile, assistiti dai legali rappresentanti, nell’udienza preliminare fissata dal giudice per le indagini preliminari nominata in sostituzione della dottoressa Anita Polito .
I legali, nell’occasione, hanno prodotto e presentato memorie e documenti, nonché depositato le proprie indagini difensive espletate prima e dopo la richiesta del Pubblico Ministero.
Perrella e Grasso sono imputati di una vicenda per la quale il comune, nella persona del sindaco Pro Tempore, Giacomo Pascale e il settore demanio marittimo di Napoli, risultano parte offesa chiamata a costituirsi in giudizio contro i due imputati.
Per chi conosce le realtà lacchesi si tratta di un evidente controsenso. Un’ipotesi plausibile solo sui manuali di diritto e non nell’ambito di dinamiche in cui un sindaco come Pascale, seguendo le orme dei suoi predecessori, le spinte degli alti vertici politici ha, di fatto, dichiarato la Pubblica Utilità del Project Financing per l’affidamento del porto proprio a Giuseppe Perrella. RUP del Procedimento Gaetano Grasso.
Non va dimenticato, altresi, che il 5 giugno 2015, data in cui si configurano le ipotesi di reato ascritte, l’Ente del Fungo era reduce da un lungo percorso di Commissariamento in cui era diretto da un funzionario del Ministero nominato dalla Prefettura, che evidentemente o no, nulla ha potuto, pur dall’alto del su