Come già anticipato, in questi giorni ad Ischia è in corso il primo dei “Campi Scuola” organizzati dal Centro di riferimento regionale della AOU “Federico II” per bimbi affetti da diabete tipo 1. Il tutto sotto la supervisione del dott. Pietro Buono, responsabile dell’Unità operativa diabetologia pediatrica dell’Asl e consigliere del Centro Regionale della “Federico II”. Una iniziativa già sperimentata e che ha dato esiti efficaci, organizzata sulla base delle linee guida della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, che definiscono i campi scuola «come veri e propri percorsi educativo-riabilitativi per pazienti affetti da diabete giovanile che fanno parte della terapia ottimale del diabete, al pari dell’insulina, della dieta, dell’autocontrollo e della prevenzione delle complicanze». Un approccio didattico alla malattia, da vivere in un contesto aggregativo che facilita certamente la miglior fruizione dell’esperienza da parte di soggetti in giovane o giovanissima età. I campi scuola, organizzati da oltre dieci anni, si sono rivelati importantissimi nel contribuire a combattere questa patologia, migliorando la qualità della vita dei piccoli pazienti e rappresentando anche un risparmio per la sanità, considerate le possibili invalidità causate dal diabete mal trattato. Finora hanno partecipato ai campi oltre 500 bambini e ragazzi di età compresa tra i 7 e i 21 anni e 36 famiglie con piccoli fino ai 6 anni di età. I criteri di selezioni dei partecipanti prestano particolare attenzione ad alcuni aspetti: cattivo o precario controllo metabolico; scarsa accettazione della malattia; esordio recente o molto datato della malattia. Gli ospiti dei campi vengono accompagnati da due pediatri diabetologi, di cui uno responsabile del campo, due medici volontari e uno psichiatria o psicologo infantile, una dietista e due volontari delle principali associazioni pediatriche campane. I soggiorni hanno durata di sette giorni per le fasce più giovani, di quattro per i più grandi e per le famiglie. Meta dei campi sono sempre località di villeggiatura che, come Ischia, offrano anche la possibilità di visite culturali ed educative. Molteplici infatti sono le attività comprese dal campo scuola: momenti educativi sull’autocontrollo del diabete formalizzati (una lezione al giorno); momenti educativi informali (molti e quotidiani); educazione alimentare e supporto psicologico; visite a musei e attività artigianali (almeno uno al giorno); momenti ludici e ricreativi; comunicazioni di gruppo e comunicazioni libere.
Una formula che ha consentito ai partecipanti di vivere un’esperienza positiva che ha migliorato la qualità della loro vita non solo in rapporto alla malattia. «Tutto questo – spiega il dott. Buono – è stato certamente semplificato dallo stare insieme (notte e giorno) per sette giorni e dalla possibilità di ricordare o correggere, in un clima di serenità e divertimento, le nozioni sulla malattia. Infatti le nozioni dell’autocontrollo del diabete sono apprese (spesso solo dai genitori) all’esordio del diabete tipo 1, quando lo stress del ricovero e la “nuova” vita che si prospetta a genitori e pazienti rende poco incisivo e spesso inefficace il “corso educazionale” praticato presso i Policlinici Universitari. La raccolta dei dati clinici durante i soggiorni ci ha permesso di elaborare diverse pubblicazioni di tipo descrittivo ed educativo». Ma forse, per rendere in maniera ancora più efficace cosa ha significato per questi ragazzi la partecipazione al campo scuola, basta leggere quanto scritto da alcuni giovanissimi che vi hanno preso parte negli anni scorsi: «L’esperienza che ho fatto senza i miei genitori in questo campo è stata molto importante perché ho capito che, se sto attenta, ce la posso fare anche da sola» (Sonia, 8 anni, 2004). «Peccato che il tempo sia volato via così in fretta, domani sarò di nuovo a casa» (Giuseppe, 11 anni, 2009).